giovedì, 18 Aprile 2024

Trichomonas Vaginalis – Un ospite indesiderato

Trichomonas VaginalisUn piccolo mostricciattolo è la causa della Tricomoniasi, il Trichomonas Vaginalis, un microrganismo unicellulare, grande, si fa per dire, 5-20 milionesimi di metro…

Invisibile ad occhio nudo, altrimenti l’astinenza sarebbe pratica diffusa, è munito di quattro flagelli, piccole zampette, grazie alle quali si sposta all’interno del corpo umano, colonizzandolo, e un quinto flagello, un uncino, grazie al quale riesce ad aggrapparsi letteralmente alle cellule dell’apparato genitale, soprattutto femminile, provocando irritazione e infiammazione e causando anche un’alterazione della flora batterica locale.

Il Trichomonas Vaginalis innalza a suo piacimento il pH vaginale per renderlo più vicino ai suoi gusti. Intorno ai 6. Quando invece il valore ideale per una difesa naturale è intorno ai 4-5.

Come si trasmette

Il Trichomonas Vaginalis si trasmette per via sessuale ma non è necessario un rapporto completo. Infatti, anche se difficilmente, visto che la sua temperatura ideale è quella corporea, si può prendere anche attraverso oggetti contaminati, come sanitari, asciugamani e… sex toys.

Un po’ di storia e un po’ di numeri

Descritto per la prima volta meno di 2 secoli fa, nel 1836, da Alfred François Donné, un microbiologo francese, è la causa della Tricomoniasi, un processo infettivo molto diffuso nel mondo, capace di generare numeri più alti di quelli della Clamidia. Si dice infatti che si tratti della malattia sessualmente trasmissibile più diffusa. Senza esagerazioni: stime recentissime parlano di 180 milioni di nuovi casi, ogni anno, in tutti i continenti e in tutti i climi.

Colpisce più le donne che gli uomini (spesso portatori asintomatici)

Ed è presente nella vagina del 25% delle donne in età feconda, con prevalenza negli adolescenti e nei giovani adulti; molto più raramente invece colpisce le donne prima del menarca e in menopausa.

Sintomi

Spesso la Tricomoiasi è asintomatica, tanto che l’infezione può restare allo stato latente per lunghi periodi di tempo, addirittura anni, senza manifestarsi con nessun tipo di disturbo. Questi i fastidi che genera più frequentemente:

  • Bruciore e prurito vaginali;
  • Perdite vaginali acquose e maleodoranti;
  • Irritazione e infiammazione della vagina;
  • Minzione e rapporti sessuali dolorosi (più rari).


Diagnosi

La diagnosi si effettua mediante esame microscopico di secrezioni vaginali o uretrali per identificare la presenza del Trichomonas Vaginalis. Anche il pap test è capace di intercettarlo.

Cura

Solitamente la Tricomoniasi è curata facilmente e anche velocemente, anche se è tipico incorrere in recidive. La cura più efficace è quella con gli  antibiotici ed è bene aggiungere che anche il partner la deve fare, anche in assenza di sintomi.

Stile di vita e alimentazione

Oltre ad una attenta igiene personale, che include anche un uso non sprovveduto dei sanitari pubblici (il Trichomonas Vaginalis riesce a vivere circa un giorno intero sulla tavoletta del WC!), anche l’alimentazione può dimostrarsi un valido aiuto per schermare possibili attacchi del microrganismo.
In particolare un alimento si è dimostrato un’efficacia barriera contro il parassita: parliamo dello yogurt! In recenti studi scientifici infatti, l’alimento tra i più amati dalle donne, si è dimostrato utile per contrastare l’infezione causata dal Trichomona. Come? riducendo il pH locale è capace di ostacolarne la sua crescita.

Oltre a questo valido protettore della flora batterica vaginale sarà bene anche limitare i dolci e assumere frutta e verdura regolarmente. Tutto questo renderà non solo le donne più forti, ma aiuterà a rimanere sane e in forma.

> Per un approfondimento istituzionale visita il sito del Ministero della Salute

> Per ulteriori informazioni visita il sito Intelligenza Sessualmente Trasmissibile

> Vuoi saperne di più? Chiedi un consulto alla nostra ginecologa

Redazione VediamociChiara
©️ riproduzione riservata

Take Home Message
Trichomonas Vaginalis è la causa della Tricomoniasi, la malattia sessualmente trasmissibile più diffusa al mondo: 180 milioni di nuovi casi, ogni anno. viene diagnosticata attraverso il pap-test e si cura con gli antibiotici e con una dieta ricca di frutta, verdura e yogurt, capace di ridurre il pH locale. Attenzione alle recidive.

Tempo di lettura: 50 secondi

Ultimo aggiornamento: 08 novembre 2023

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