Ancora oggi continuiamo a trattare uomini e donne come se fossero uguali, un unicum. La donna poi è ancora vista fatta ad immagine e somiglianza del maschio… In altre parole il corpo femminile ancora oggi viene visto come “variante” del corpo maschile. E questo nonostante oggi si conoscano bene le differenze tra i due sessi: uomini e donne sono diversi dal punto di vista fisiopatologico e per questo rispondono in modo diverso non solo alle malattie, ma anche ai farmaci e alle cure.
Le differenze si riscontrano nella risposta ai farmaci, nelle malattie cardiovascolari (“In Italia, le donne che ogni anno muoiono per malattie cardiovascolari sono circa 120.000 ma nonostante questa evidenza ancora oggi c’è la tendenza a considerare la malattia cardiovascolare un “problema” degli uomini), nell’incidenza delle malattie autoimmuni, nelle malattie dell’osso, nella risposta ai vaccini (le donne hanno reazioni immunitarie innate e acquisite più forti rispetto agli uomini (fonte: Fondazione Veronesi) e in oncologia. Purtroppo tutto questo succede anche nelle sperimentazioni cliniche e nei test dei farmaci, dove continuano ad essere arruolati in misura maggiore i maschi delle femmine (8 su 10).
“PER GARANTIRE AD OGNI INDIVIDUO, MASCHIO O FEMMINA, LA TUTELA DEL PROPRIO BENESSERE E IL MIGLIORE APPROCCIO CLINICO, DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO, NON SI PUÒ PRESCINDERE DAL CONSIDERARE IL GENERE COME FATTORE DETERMINANTE”
Si tratta di un problema culturale che ha radici lontane e che mette in grande svantaggio il genere femminile, in termini sia di diagnosi che di cure farmacologiche.
Questa tendenza sta piano piano cambiando e le buone notizie non mancano, soprattutto in Italia, che è stato il primo paese europeo a disciplinare la materia (art. 3 della legge n.3 del 2018). L’anno dopo il Ministero della salute ha adottato il Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di Genere che, tra le altre cose, prevede l’istituzione presso l’Istituto Superiore di Sanità di un Osservatorio per la Medicina di Genere.
Questa sezione noi l’abbiamo pensata per aiutare questo cambiamento. Per il bene di tutt*!