La vulvodinia è una condizione molto frequente ma poco conosciuta.
Purtroppo, la diagnosi e le cure arrivano spesso tardi. Per aumentare la consapevolezza su questa patologia è nato il progetto Vu-Net.
La vulvodinia si manifesta con dolore, bruciore, irritazione che interessano i genitali esterni. Nei casi più avanzati, a questi sintomi si aggiunge una percezione come di “punture di spillo”, scariche elettriche nell’area vulvare. Nell’80% dei casi la vulvodinia si localizza nella zona che si trova all’ingresso della vagina (vestibolite vulvare). Qui le terminazioni nervose che trasmettono i segnali dolorifici subiscono un’alterazione a causa di processi infiammatori cronici e i muscoli tendono a contrarsi.
La vulvodinia determina grande sofferenza e tutta una serie di disagi assai invalidanti per le donne che ne sono affette.
Non solo rende difficile, se non impossibile, il rapporto sessuale, ma anche attività come sedersi su superfici dure o camminare, determinando spesso una sindrome depressiva importante per la difficoltà di condurre una vita serena.
Vulvodinia – Le difficoltà nella diagnosi
La vulvodinia è purtroppo una condizione spesso trascurata dai medici. Molti la riconducono, con superficialità, a un disagio psicologico. Altri la scambiano con altre patologie, come le infezioni vaginali.
Un ostacolo alla diagnosi è rappresentato dal fatto che non esistono esami diagnostici specifici. La patologia si diagnostica, quindi, con un’accurata anamnesi e un esame obiettivo mirato.
Tutto ciò comporta un ritardo nella diagnosi e un conseguente ritardo terapeutico: un fatto tanto più grave se si pensa che la diagnosi precoce è indispensabile per evitare il cronicizzarsi dei disturbi.
Molte donne, prima di avere una diagnosi, sono costrette spesso a viaggiare verso centri lontani geograficamente, per trovare medici che non sottovalutino questo stato di dolore cronico e per ricevere le adeguate cure.
Vulvodinia – Il progetto Vu-net
Con l’obiettivo di fotografare la realtà del dolore vulvare a livello nazionale e di creare maggiore consapevolezza nel mondo scientifico e nella collettività, da un paio d’anni è nata “Vu-Net”. Si tratta della prima rete italiana di studio, ricerca e formazione vulvare, coordinata dalla Prof.ssa Alessandra Graziottin e dal Prof. Filippo Murina.
Il progetto prevede la diffusione di un questionario (pubblicato dalla Fondazione Graziottin, insieme all’Associazione Italiana di Vulvodinia) diretto alle donne, al fine di reperire informazioni sui fattori predisponenti al dolore pelvico e sui fattori di co-morbilità, come cistiti, ipertono del pavimento pelvico, endometriosi, sindrome del colon irritabile e fibromialgia.
Lo scopo ultimo è di perfezionare i criteri diagnostici della vulvodinia e pervenire a linee guida terapeutiche da applicare in modo omogeneo sul territorio nazionale.
Ciò per consentire alle donne che soffrono di questa invalidante patologia di accedere ad ambulatori pubblici dotati di personale specificatamente preparato, ricevendo una diagnosi tempestiva e le giuste cure.
Fonte: In SanitaS
Redazione VediamociChiara
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Take Home Message
La vulvodinia è una condizione caratterizzata da dolore, bruciore, irritazione che interessano i genitali esterni. Determina grande sofferenza e una serie di disagi assai invalidanti per le donne che ne sono affette. Purtroppo, la diagnosi e le cure arrivano spesso tardi. Per aumentare la consapevolezza nel mondo scientifico e nella collettività è nato il progetto Vu-Net.
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