Un esercito di batteri buoni a protezione di infezioni, anche quelle da HPV
Dentro il nostro corpo si combattono battaglie senza tregua contro virus e altri agenti patogeni. Il più delle volte a nostra insaputa. Ma se il virus si chiama HPV il problema va ben oltre piccoli fastidi intimi… Esiste una barriera “fisiologica” contro le infezioni da HPV che dovremmo imparare a conoscere meglio: è il nostro miglior microbiota vaginale, quello ricco di lattobacilli Crispatus. Affiliamo le nostre armi allora, per fronteggiare in modo naturale i nemici della nostra salute intima e della nostra fertilità.
Batteri buoni contro virus cattivi
La nostra arma migliore è dentro di noi, nel nostro corpo. Ci viene data in dotazione al momento della nascita. È quella che dà forza e direzione al nostro sistema immunitario e che ci protegge: è la nostra prima barriera di difesa e si chiama microbiota. Quello specifico che ci difende dalle infezioni intime è il microbiota vaginale. Se vogliamo che tutto fili liscio da quelle parti, questo esercito di batteri buoni deve essere in salute e in equilibrio (eubiosi). Ma non basta.
Studi recenti (2020) continuano a dimostrare quanto sia importante il ruolo dato dalla natura e dalla composizione di questo esercito di batteri buoni. In altre parole ci sono batteri e batteri…
Tra tutte le comunità di lattobacilli che compongono le nostre comunità di batteri, quella che meglio ostacola il proliferarsi delle infezioni vaginali risulta essere la comunità che ha predominante il Lattobacillo crispatus.
Proviamo a dirlo meglio: le donne che hanno la flora batterica vaginale con questa prevalenza di batteri, Lactobacillus crispatus, risultano essere le più protette da attacchi di HPV, Papilloma Virus Umano.
(Fonte: La persistenza dell’infezione virale da HPV: la chiave della progressione verso la malignità Dr. R. Senatori – 23/10/2020)
L’HPV, nemico della salute intima
L’infezione da HPV (Human Papilloma Virus) è un’infezione molto diffusa, trasmessa prevalentemente per via sessuale ed è tra le infezioni sessualmente trasmesse più diffuse.
Sebbene nella maggior parte dei casi sia transitoria e priva di sintomi evidenti, talvolta si manifesta attraverso lesioni benigne della cute e delle mucose. In casi più rari, quando ad esempio il sistema immunitario non riesce a debellare rapidamente il virus, l’HPV può determinare l’insorgenza di forme tumorali quali il tumore della cervice uterina, neoplasia riconosciuta come totalmente riconducibile a un’infezione.
(Fonte: Fondazione Umberto Veronesi – Papilloma Virus umano)
Insomma non parliamo di una infezione da poco che sparisce con una lavanda ad hoc…e non è un caso che per i giovani la vaccinazione contro l’HPV nel nostro Paese è gratuita fino a 26 anni.
L’importanza di conoscere il proprio vaginotipo
Il mondo scientifico ha dedicato al microbiota vaginale associato all’HPV molto spazio, nella speranza di far percepire al mondo clinico l’importanza di valutare questo nuovo parametro nelle future diagnosi. Per questo oltre ai parametri già noti (il genotipo virale o l’integrità epiteliale), oggi si parla sempre più spesso dell’equilibrio del microbiota vaginale.
Molti studi confermano questa nuova direzione e ci dicono che per la cura delle malattie dovute ad infezioni vaginali (di origine batterica, virale, etc.), è importante come punto di partenza la classificazione dei vaginotipi.
Immaginatela come una specie di carta di identità che identifica le comunità batteriche presenti nella vagina. Ma perché è così importante classificarla?
La classificazione del microbiota vaginale potrebbe diventare un marcatore prognostico da HPV o un indicatore di rischio per il cancro alla cervice. Insomma, attraverso questa specie di “documento” potremmo essere in grado di capire se il nostro esercito è composto da soldati fedeli, pronti a far barriera come la testuggine romana davanti al nemico, oppure da vili mercenari che non si preoccuperanno dell’avanzare dei cattivi.
Lactobacillus crispatus, il nostro scudo naturale
Vediamo da vicino allora la carta di identità del nostro alleato naturale. Oggi distinguiamo 5 diversi tipi di comunità microbiche (Community State Types – CST). Le prime due, associate ad uno stato di salute, sono nostre grandi alleate:
- CST I – A predominanza Lactobacillus crispatus
Risulta il più stabile dalle infezioni vaginali (batteriche, fungine e protozoarie), ma anche quello legato ad una maggiore clearance da HPV - CST II – A predominanza Lactobacillus gasseri
A seguire abbiamo:
- CST III – A predominanza Lactobacillus iners
- CST IV – A scarsa presenza di lattobacilli (rappresenta un vaginotipo più predisposto a patologia.
- CST V – A predominaza Lactobacillus jensenii
A questo punto potrebbero sorgere dei dubbi legittimi: e se la mia comunità prevalente di batteri non è la prima (e neanche la seconda)?
Come fare per integrare il Lactobacillus crispatus?
Oggi in commercio ci sono miliardi di lattobacilli in commercio ed il rischio di confondersi è alto. Ma tra i tanti possiamo scovare anche il prodotto migliore, amico della salute femminile: è conosciuto con il nome di CRISPACT e ha mostrato di soddisfare i criteri di qualità e vitalità richiesti dal nostro Ministero della Salute per i probiotici.
Dalla sua ha caratteristiche importanti:
- Possiede il maggior numero di pubblicazioni scientifiche
- È resistente a metronidazolo
- È capace di colonizzare l’ambiente vaginale e intestinale
Redazione VediamociChiara
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>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo:
- La persistenza dell’infezione virale da HPV: la chiave della progressione verso la malignità Dr. R. Senatori – 23/10/2020
- Il microbiota vaginale e l’infezione da HPV: un nuovo fattore prognostico e terapeutico Dr. R. Senatori – ABSTRACT 2/10/2020
- Fondazione Umberto Veronesi – Papilloma Virus umano
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Take Home Message – La barriera naturale contro l’HPV si chiama Crispatus
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