L’articolo, a firma di Massimo Papi, che parla del rapporto tra pelle e vino, tra rossori, cosmesi e resveratrolo.
“Chi beve solo acqua ha qualcosa da nascondere”. Lo scriveva Charles Baudelaire, poeta francese della gruppo dei poeti maledetti, in quel classico della letteratura che è diventato “I Fiori del Male”.
Una volta il vino aveva la stessa dignità dell’assenzio, che era allora la bevanda preferita dai poeti maledetti. Ma è ancora vero che “Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere“, come è accaduto per alcuni dei personaggi più noti della storia dell’arte e della letteratura di quell’epoca?
L’antico detto potrebbe essere attualizzato alla luce dei cambiamenti sociali e delle nuove acquisizioni della scienza. Nel corso degli ultimi anni, infatti, molti studi hanno cercato di evidenziare le potenziali proprietà benefiche sulla nostra salute del vino (e dell’uva sua progenitrice). Il resveratrolo e altre sostanze antiossidanti (polifenoli) contenute nelle bucce dell’uva e nei vinaccioli, sono stati i protagonisti di questo interesse, che ha coinvolto la cute in modo molto diretto.
Attualmente una larga diffusione hanno avuto i trattamenti cosmetici e dermoestetici con prodotti derivati dall’uva o contenenti sostanze presenti nell’uva e nel vino e numerose molecole in essi contenute sono utilizzate a scopo di integrazione della dieta con finalità antiossidanti (1).
Nonostante il consumo totale di vino nel mondo sia in lieve diminuzione nell’ultimo decennio, la produzione di vino si è spostata su livelli sempre più alti di qualità e i vini francesi e italiani più noti hanno vieppiù invaso i mercati internazionali (tab. 1).
Numerose nazioni storicamente non produttrici di vino, quali USA, Canada, Sudafrica, Cile, Australia e, di recente, Cina, India e alcuni nuovi Paesi Africani, hanno iniziato a coltivare la vite e a realizzare vini di buona qualità, anche con il supporto di strutture industriali e di tecnici europei.
Effetti dell’alcool sulla cute
Il vino è metabolizzato principalmente dal fegato. In caso di eccesso, su questo organo può avere una tossicità diretta che si traduce in segni di steatosi epatica, epatite alcoolica e cirrosi. Inoltre, l’abuso di alcool costituisce oltre il 50% delle cause di pancreatite acuta e cronica.
L’alcool deidrogenasi è l’enzima responsabile della metabolizzazione della maggior parte dell’alcool e, in misura minore, il sistema microsomiale ossidante etanolo (MEOS) e la catalasi. L’alcool viene eliminato nel fegato attraverso un processo di ossidazione grazie ad un enzima, l’alcool deidrogenasi, che lo trasforma in acetaldeide. L’acetaldeide viene trasformata in acetato dall’enzima aldeide deidrogenasi.
La capacità di metabolizzare l’alcool è determinata geneticamente. Le persone carenti in aldeide deidrogenasi tendono ad accumulare acetaldeide. Questo metabolita ha una azione di depressione sulla muscolatura dei vasi tale da indurre vasodilatazione: pertanto anche il consumo di modeste quantità di alcool può causare accumulo di acetaldeide responsabile di vasodilatazione dei piccoli vasi cutanei e rossore (flushing) improvviso soprattutto del volto (2).
Conosciamo bene i danni che l’eccesso di vino (e di alcool etilico) provocano sulla nostra pelle (tab. 2): vanno dalle dilatazioni capillari permanenti (teleangectasie) (fig. 1),

agli angiomi stellari, alle fastidiose forme di “flushing” o arrossamento improvviso delle guance quando beviamo (fig 2), alle microemorragie che possono causare porpore pigmentarie croniche degli arti inferiori, agli aspetti ben noti di “facies pletorica” per il rossore persistente della zona medio-facciale e del naso (3). Il “flushing” può interessare anche persone che non bevono alcool, ma nei bevitori di vino è spesso causato da una predisposizione genetica a metabolizzare in maniera alterata l’alcool con conseguente modificazione della normale fisiologia dei vasi del volto e dilatazione temporanea dei capillari venosi e arteriosi. Si attenua spontaneamente e scompare nell’ambito di 1-2 ore.

Alcuni dei quadri descritti (es. facies pletorica, teleangectasie del volto) sono di confine con la rosacea infiammatoria ma possono arrivare fino ai quadri più complessi come il rinofima che comporta lo scompaginamento della normale forma del naso. La faccia del “beone” che tutti abbiamo nel nostro immaginario pittorico, si riassume nell’opera di Domenico Ghirlandaio Vecchio e nipote (fig. 3). L’eritema palmare è un altro disturbo vascolare associato all’eccessivo consumo di vino.
Le mani sono calde e di colore rosso acceso soprattutto sull’eminenza tenar, ipotenar e della punta delle dita, con parziale risparmio della parte centrale della regione palmare. Il “caput medusae” è un quadro clinico di dilatazione dei vasi di superficie dell’addome che si osserva sulla cute della parete addominale delle persone affette da cirrosi: si tratta di vene dilatate che si irradiano dall’ombelico con aspetto che riecheggia il capolavoro di Caravaggio Testa di medusa (fig. 4, fig. 5). Sono vene collaterali che si dilatano a seguito dell’aumento della pressione nella vena porta complicanza della malattia epatica evolutiva.
Stretta correlazione con l’alcoolismo cronico è stata individuata tra la lipomatosi simmetrica benigna (malattia di Lanois-Bensaud), rara lipomatosi del collo e delle spalle e in alcune forme di pellagra. Quest’ultima, come altre manifestazioni cutanee correlate all’abuso di vino, può essere spiegata con i danni gastrici conseguenti, fenomeni associati di malnutrizione e/o ridotto assorbimento di vitamine (C, gruppo B etc) (4).


Di recente è stata ipotizzata anche una possibile relazione tra eccessivo consumo di vino e alcune forme di psoriasi con danno epatico associato (5).
Uva vino e cosmesi
Accanto ai disturbi cutanei lo smodato consumo di vino può determinare una vasta serie di patologie internistiche che sono riassunte nella tabella 3.
Tuttavia da molti anni il consumo moderato di vino è considerato benefico soprattutto per la salute delle nostre arterie e bere piccole quantità (massimo 250 ml giornalieri) utile per la nostra salute generale.
Ma perché il consumo di una moderata dose giornaliera di vino ci può far bene?
Tutto nasce all’inizio degli anni ’90 quando viene pubblicato su Lancet il risultato di uno studio epidemiologico che verrà in seguito definito “paradosso francese” (6). Parte dall’osservazione che popolazioni molto omogenee per stile di vita e dieta alimentare residenti in zone molto circoscritte degli Stati Uniti (fig 6) e della Francia del sud (fig.7), mostravano una sostanziale differenza: la morte per malattia coronarica tra gli Americani era molto più frequente.


Perché? Quale poteva essere una sostanziale differenza tra le 2 popolazioni ? Lo studio ipotizzava che la differenza era nel consumo di vino rosso molto diffuso in Francia e quasi per niente negli Stati Uniti. A questo punto l’interesse per l’attività anti-infarto del vino rosso si è trasferita alle sue sostanze compositive per approdare all’individuazione del resveratrolo come probabile molecola responsabile del grande beneficio. Avrebbe proprietà antiossidanti tali da ridurre il rischio di aterosclerosi (7). Il resveratrolo è stato studiato con grande diffusione negli ultimi 20 anni. E’ una fitoalessina naturale (attività antibatterica) presente nella buccia dell’uva alla quale sono state attribuite molte attività biochimiche di tipo anti-tumorale, anti aterosclerotica e anti-infiammatoria .
Si ritrova in maggiore quantità nel vino rosso perché la fermentazione di quest’ultimo comporta un tempo più prolungato di contatto con le bucce.
Studi recenti hanno messo in discussione alcune di queste potenziali attività del resveratrolo. Sta di fatto però che i Francesi non si sono accontentati del grande interesse suscitato dalla molecola e di conseguenza dal loro vino rosso di qualità usato a “scopi terapeutici”, ma hanno rilanciato portando il resveratrolo all’attenzione del mondo della dermocosmesi come potente antiossidante da utilizzare nei prodotti e nelle tecniche applicate anti-invecchiamento .
Nei primi anni ’90 nasce l’azienda produttrice di cosmetici a base di uva fondata da Mathilde Cathiard nella regione di Bordeaux. Attualmente molti centri di estetica, SPA e case di bellezza utilizzano linee di prodotti derivanti dall’uva e dal vino, inclusi peeling o trattamenti antiossidanti cutanei di coppia, immersi nelle “preziose” vinacce di uva rossa. Le proprietà anti-aging del resveratrolo sono state molto studiate e attribuite anche alla capacità di condizionare la produzione di SIRT-1, molecole già note e definite “proteine della longevità” (8). Quanto sia in grado il vantaggio di questa modalità di cura applicata è difficile da definire per l’assenza di studi a lungo termine attendibili. Rimane una diffusa attenzione delle aziende verso questa promettente molecole e la produzione di prodotti integratori sistemici contenenti resveratrolo.
E’ possibile che il ruolo benefico del resveratrolo sia stato sopravvalutato. Forse la presenza di questa molecola nei prodotti cosmetici non sarà il toccasana per prevenire la senescenza e i danni da sole e da fumo di sigaretta che gli vengono attribuiti (9,10). Rimane, tuttavia molecola di enorme interesse applicativo in vari campi di diverse discipline mediche. Ma, mi domando, se mio nonno negli anni in cui abbiamo fatto insieme la vendemmia, avesse immaginato il valore potenziale di quelle vinacce che, a fine premitura elettrica continuava a calpestare in piedi sul torchio per ottenere ancora 1-2 litri di vino, avrebbe almeno faticato un po’ meno… (fig 8)
Tab 1 Consumo di vino nei mondo, dati 2013 Organizzazione internazionale della vite e del vino:
2013
29 milioni ettolitri USA 28 “ Francia 27 “ Italia 20 “ Germania 17 “ Cina |
2012
+ 0.5 % – 6.9 % – 3.1 % + 1.5 % – 3.8 % |
Tab 2 Principali manifestazioni cutanee
- Telengectasie, angiomi stellari, flushing
- Rosacea, rinofima
- Porpora pigmentaria
- Eritema palmare
- Caput medusae
- di Lanois-Bensaude
- Pellagra e altre manifestazioni carenziali
- Prurito
Tab 3 Principali patologie sistemiche
- Gastrite
- Steatosi epatica, epatite alcolica, cirrosi
- Pancreatite
- Accidenti cerebrovascolari
- Cardiomiopatia
- Disturbi neurologici
Bibliografia
- Baxter RA Antiaging properties of resveratrol: review and report of a potent antioxidant skin care formulation. J Cosmet Dermatol. 2008, 7: 2-7
- Cribier B. The red face: art, history and medical representations Ann Dermatol Venereol 2011, suppl 3; S 172-78
- Bruno MC et al Study on dermatoses and their prevalence in groups of confirmed alcoholic individuals in comparison to a non-alcoholic individuals Ann Bras Dermatol 2013, 88:368-75
- Filgueiras Fde M et al Benign symmetrical lipomatosis and pellagra associated with alcoholim. Ann Bras Dermatol 2011, 86: 1189-92
- Cassano N et al. Alcohol, psoriasis, liver disease, and anti-psoriasis drugs. Int J Dermatol 2011, 50: 1323-31
- Renaud S, de Lorgeril M Wine, alcohol, platelets, and the French paradox for coronary heart disease. Lancet 1992, 1523-6
- Bertelli A, Das DK. Grapes, wines, resveratrol and hearth health. J Cardiovasc Pharmacol 2009, 54: 468-76
- Orallo F. Trans-resveratrol: a magic elixir of eternal youth? Curr Med Chem 2008, 15: 1887-98
- Moehrle M et al Sun protection by red wine? J Dtsch Dermatol Ges 2009, 7: 29-32
- Saric S, Sivamani RK. Polyphenols and sunburn Int J Mol Sci 2016, 17
Massimo Papi
– Dermatologo ideatore e organizzatore di Dermart
– Responsabile Nazionale ADOI (Associazione Dermatologi Italiani), Gruppo di studio Ulcere cutanee e dermatologia vascolare
– Associate Editor International Journal Lower Extremity Wounds (IJLEW)
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Ultimo aggiornamento: 18 ottobre 2019
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