venerdì, 19 Aprile 2024

La vita Rock’n Roll

 

C’è stato un periodo in cui ho sofferto tanto.

Adesso, invece, mi ci viene da ridere, e meno male perché in genere faccio delle figuracce che nemmeno vi sto a raccontare.

Il mio problema è che non mi ricordo i visi delle persone, li confondo. Non potete immaginare quante volte mi sia capitato di salutare dei perfetti sconosciuti.

Ok, vi racconto solo questa. Una volta, per strada, mi sono messa a chiacchierare con un signore che ero sicura fosse il vicino di casa di mia madre. Lui, vedendomi così decisa, non gli è proprio passata per la testa l’idea di contraddirmi.

Così siamo andati avanti per alcuni minuti parlando del più e del meno finché, scoperto l’inganno, lui se n’è andato un po’ confuso, poverello.

Per scusarmi gli ho detto, il più sinceramente possibile, che ero dispiaciuta non fosse lui il vicino di casa di mia madre. Quasi mi ci ha mandata. Sono sicura si sia trattenuto solo per educazione.

Deve avermi presa per una pazza. Voglio dire, quando mi infilo in certe situazioni io stessa lo penso di me stessa, figuriamoci gli altri.

Tranquille, non ho mai scambiato mio marito per un cappello, non sono affetta da prosopagnosia come la Bonaccorti. È solo che per me, certe facce, sono proprio uguali, si sovrappongono. Ad esempio, per anni ho creduto che Tom Cruise e Johnny Depp fossero la stessa persona.

Mio marito è quello che si è avvicinato di più nella diagnosi del mio problema. Lui dice che sono semplicemente un po’ “stonata”. Come non dargli ragione, in fondo è quello che mi conosce più di tutti. Comunque, a onor del vero aggiunge sempre che è per questo che mi ama.

Prima, quello che mi conosceva più di tutti era mio padre. Lui adora la musica rock, come me. Se mettevo su, che so, All My Love dei Led Zeppelin lui sapeva che ero triste e non mi disturbava. Se invece lui metteva ad alto volume Highway To Hell degli AC/DC o Bohemian Rhapsody dei Queen allora cantavamo insieme a squarciagola finché mia madre non spuntava dalla cucina brandendo il cucchiaio di legno e ci ordinava di abbassare il volume. “Che figuracce ci facciamo col vicino di casa” diceva sempre.

Il giorno in cui mio padre non mi ha riconosciuta me lo ricorderò per tutta la vita. Mi ha guardata con quello sguardo perso, lo stesso di quegli estranei che alle volte saluto per strada ma non hanno la benché minima idea di chi io sia.

Quel giorno ho pianto tanto, disperatamente, perché ho capito che avrei perso l’amore di mio padre per sempre. Ho fatto così tanta fatica ad accettare la sua malattia che mi inventavo di tutto pur di non andarlo a trovare.

Un giorno mia mamma mi ha chiesto di portarlo dal medico per un controllo. Non potevo dire di no.

È successo che la radio passava Sweet Child O’ Mine dei Guns N’Roses, “Ha un sorriso che mi è familiare. Mi ricorda l’infanzia dove tutto era fresco come il cielo splendente e azzurro. Dolce bambina mia, dolce amore mio”.

Ho alzato il volume, e ho iniziato a cantare a voce alta, piangendo. Quando mi sono girata, lui mi stava guardando sorridendo e mi ha detto “Sei sempre stata Rock’n roll come me, non è vero amore mio?”

Ho accostato e ci siamo abbracciati forte, a lungo, e io ho continuato a piangere mentre Axl Rose ripeteva “Dove andiamo? Dove andiamo adesso? Dove andiamo? Dove andiamo adesso?”

Milena Martin per Redazione VediamociChiara
© riproduzione riservata

 

Foto da Pexels

Ultimo aggiornamento: 17 novembre 2023

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