La pandemia ci ha spinto ad aggiornare il nostro vocabolario: con nuove parole: inglesi (lockdown), mediche (polmonite interstiziale) e con nomi di strumenti usati fino a ieri solo dal personale medico. Cerchiamo di capire cos’è e come funziona la new entry, non solo del nostro vocabolario ma anche del nostro armadietto dei medicinali, il saturimetro. Di cosa si tratta e perché oggi è diventato importante averne uno?
…e all’improvviso tutti vogliamo un saturimetro!
Tra i Best Seller di Amazon durante la pandemia, il saturimetro è finito a sorpresa sotto l’albero di Natale di molti di noi. Ma cos’è il saturimetro? Si tratta di un piccolo dispositivo medico che avrete visto dal vostro medico di base o in ospedale, che serve per rivelare la quantità di ossigeno nel sangue. Di fatto è come una molletta (con anche un piccolo display), come quelle che si usano per stendere i panni. Solo che invece dei calzini, ci si infila il dito. A questo punto, come per magia, sul display comparirà il risultato: ovvero la percentuale di emoglobina. Se state bene i valori visualizzati saranno intorno al 98-100 %.
Saturimetro e COVID
Il test è semplice, rapido e indolore. Ma perché tutto ad un tratto lo vogliamo tutti? Serve, tanto, è vero, in tempi di Coronavirus. Lo si usa infatti per monitorare l’andamento della malattia, COVID-19.
Ossigeno nel sangue e COVID sono strettamente connessi
Il sangue deve essere ossigenato con regolarità e dentro alcuni parametri precisi, sotto i quali si verificano problemi di saturazione. L’aria che entra nel nostro copro e che finisce nei polmoni, è carica di ossigeno. Una volta nel corpo l’ossigeno entra nel circolo sanguigno (dell’anidride carbonica ci liberiamo espirando) e quindi attraverso il sangue arriva a tutti gli organi e i tessuti, veicolato proprio dall’emoglobina, una proteina con una struttura chimica adatta al legame con l’ossigeno.
Con l’arrivo del Coronavirus la saturimetria è diventata un parametro importantissimo da monitorare: un livello inferiore al 94% rappresenta un segno clinico importante e in questo caso occorre che il paziente consulti il proprio medico di medicina generale (medico di famiglia) per valutare insieme l’opportunità di una verifica in ospedale.
Spieghiamo meglio: in caso di Coronavirus possono verificarsi difficoltà respiratorie. Nei casi più seri la malattia può determinare una polmonite interstiziale. L’infezione può coinvolgere gli alveoli polmonari, dove avvengono gli scambi gassosi tra aria e sangue, compromettendone il buon funzionamento. Questo può determinare un calo nella percentuale di ossigeno che si lega all’emoglobina (saturazione), con conseguente diminuzione di apporto di ossigeno a organi e tessuti.
Come il termometro di una volta
Per tutto questo, un aggeggio che prima era solo sulla scrivania del medico, ora è diventato come il termometro al mercurio di una volta. Ve lo ricordate? Quello che appoggiavamo per pochi istanti sul termosifone quando cercavamo una scusa per non andare a scuola. Oggi lo scenario è meno divertente e spensierato di allora, ma di questi tempi avere un saturimetro a portata di mano può essere utile. Ma senza ansie e timori ingiustificati però!
>>> Fonti e approfondimenti
– Ministero della Salute
– Humanitas
Redazione VediamociChiara
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Take Home Message – Saturimetro
La pandemia ci ha spinto ad aggiornare il nostro vocabolario: con nuove parole: inglesi (lockdown), mediche (polmonite interstiziale) e con nomi di strumenti usati fino a ieri solo dal personale medico. Cerchiamo di capire cos’è e come funziona la new entry dell’anno non solo del nostro vocabolario, ma anche del nostro armadietto dei medicinali: il saturimetro. Di cosa si tratta e perché oggi è diventato importante averne uno?
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Ultimo aggiornamento: 10 marzo 2021
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