Buongiorno Amore

200128

 

Non mi parlate, non fatemi domande, se è possibile evitate di guardarmi. Lasciate stare l’educazione, le buone maniere. Non vi preoccupate.

Se mai dovessimo svegliarci sotto lo stesso tetto non rivolgetemi la parola per almeno una mezz’ora. Io ci metto tanto a carburare, ma in questo momento della mattina se qualcosa va storto è un attimo per rovinarmi l’intera giornata.

In questo io e lui siamo uguali. Se si stiracchia non vuol dire che abbia deciso di aprire gli occhi, se io mi infilo le pantofole, mi alzo dal letto e scivolo verso la cucina, non vuol dire che sia del tutto sveglia.

Lui mi ignora e io faccio finta che non esista. È così che iniziamo i nostri giorni.

La caffettiera la preparo già dalla sera, devo solo accendere il fornello. Così ho il tempo di sonnecchiare ancora un po’ seduta, coi gomiti appoggiati al tavolo, gli occhi socchiusi.

Il primo senso ad attivarsi è l’udito. Percepisco i rumori familiari del vicino che esce di casa per andare a lavorare.

In genere, quando non sento più il motore della sua macchina ormai lontana, la caffettiera inizia a gorgogliare. Allora spengo il fornello e dopo una lieve torsione del busto apro il frigo e prendo il latte.

Sono i miei primi gesti della mattina. È capitato – non potete capire il dramma – di dovermi alzare dalla sedia perché il latte in frigo era finito. I tetrabrik del latte li tengo nello scaffale dietro la porta. Ma non è solo questo il motivo dell’irritazione.

Il latte freddo di frigorifero e il caffè bollente di caffettiera appena fatta, creano una miscela perfetta di gusto e temperatura per l’inzuppamento dei miei biscotti preferiti. Se il latte è a temperatura ambiente viene da sé che la colazione sia tutta un’altra cosa e la giornata allora, lo capite bene, per forza comincia tutta storta.

Io amo i biscotti che si inzuppano rapidamente nel caffellatte. In genere li appoggio sulla superficie, li faccio galleggiare e osservo l’impasto inumidirsi gradatamente, cambiare colore prima di vederli sprofondare. Solo allora immergo il cucchiaino per salvarli dall’annegamento.

Uno dietro l’altro, cinque biscotti che inzuppati nella perfetta miscela di caffellatte e ripescati nell’attimo giusto dalla tazza, sono il confortante sapore dell’inizio della mia giornata.

Lui ormai lo sa, lo ha sempre saputo, per questo lo amo. Si presenta in cucina solo dopo che ho dato l’ultimo sorso e raccolto col cucchiaino le ultime briciole di biscotti rimaste sul fondo della tazza.

Sono finalmente sveglia. Lui si stiracchia ancora, sbadiglia, e poi lascio che mi salti sulle gambe. Lo accarezzo, gli do una grattatina sul collo, sotto il musetto e lui sembra sorridere, se la gode, mi fa le fusa.

Allora lo abbraccio, lascio che mi lecchi una mano e insieme iniziamo la giornata.

 

Milena Martin per Redazione VediamociChiara
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