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Quando il Piacere Tarda ad Arrivare

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Quando il piacere tarda ad arrivare

Come è connessa la tiroide al piacere?

Risponde il  prof. Emmanuele Jannini Endocrinologo e Sessuologo  Docente di Medicina della Sessualità a Tor Vergata 

Che cos’è l’eiaculazione ritardata?

Diciamo che la definizione di eiaculazione ritardata è quando il piacere maschile non arriva quando si vorrebbe che arrivasse. Questa è una definizione un po’ strana effettivamente ma è quella giusta e la cosa interessante dell’eiaculazione ritardata dal punto di vista sessuologico è che in realtà questo disturbo che teoricamente dovrebbe essere non particolarmente sgradito dal punto di vista femminile, perché c’è più tempo per il rapporto e quindi più tempo per il piacere; invece, viene percepito da moltissime partner come un sintomo piuttosto negativo. Addirittura, come una mancanza di sex appeal da parte della partner.

 L’eiaculazione ritardata può avere un’origine fisiologica?

Ce ne è una che è veramente fisiologica ed è quella malattia che prima o poi tutti vorremmo avere che si chiama invecchiamento, dove effettivamente insieme con tutta una serie di cambiamenti nella funzione sessuale, e non solo, maschile, vi è anche una ridotta capacità di eiaculare che va sotto il nome di eiaculazione ritardata. Dopo di che ci sono anche altre condizioni che possono essere collegate a questo. Per esempio, la mancanza di testosterone e alcune malattie neurologiche, l’assunzione di farmaci e in particolare di una classe di farmaci che sono i farmaci antidepressivi, farmaci usatissimi, dove molto spesso il medico che li prescrive si scorda di avvertire il paziente che tra un disturbo importante che può esserci è proprio quello dell’eiaculazione ritardata fino addirittura alla aneiaculazione, ovvero, la mancanza totale di eiaculazione.

Cosa possiamo, o meglio, cosa dobbiamo fare quando ci troviamo in questa condizione?

Tutti i disturbi sessuali sono in realtà dei disturbi di coppia. Quello che abbiamo imparato da Master & Johnson, ormai da tantissimi anni, è che quando c’è un disturbo sessuale non c’è un pazienta, non c’è una paziente, ma c’è una coppia che soffre di un disturbo. Questo significa che affrontare in coppia, dove possibile, dove c’è una coppia che lo vuol fare, il disturbo è probabilmente l’inizio del successo terapeutico, l’inizio del riuscire in qualche modo di riuscire a uscire dal disturbo sessuale stesso.

 Qual è lo specialista di riferimento?

L’eiaculazione ritardata essendo un disturbo che può avere tanti riflessi, probabilmente lo specialista più indicato è il sessuologo medico perché fa un po’ da coordinatore, magari poi interagisce con lo psichiatra se ha prescritto degli antidepressivi, interagisce con il neurologo se ha una malattia neurologica, o è egli stesso endocrinologo o interagisce con l’endocrinologo per individuare una possibile malattia endocrina.

Ecco, probabilmente questa è una tipica condizione. Richiede anche una cultura sessuologica poiché naturalmente c’è tutta l’eco psicologica che tutte le disfunzioni sessuali hanno ma che anche in questo caso può essere importante perché ci sono dei pazienti con eiaculazione ritardata esclusivamente su base, per l’appunto, psicologica

C’è qualche caso clinico che meglio di altri possa raccontare questa patologia ai nostri utenti?

Mi sono un po’ identificato in questo caso non per il disturbo sessuale in sé ma quanto per le caratteristiche del lavoro di questa persona. Questo è un collega, non medico, ma professore universitario, il tipico intellettuale molto raffinato e molto colto. Lui si occupa di tutt’altro, si occupa di economia politica anche per un organismo internazionale oltre che insegnare in varie università. Oggi ha 61 anni.

Lui, Ludovico, mi raccontò di non essersi mai sentito un grande amatore però mi racconta di aver fatto sesso con piacere e con soddisfazione nel corso della sua vita.

Ora ha trovato una vicenda più tranquilla, ha incontrato una collega portoghese un po’ più giovane di lui, e da quando ha cominciato questa storia non riesce più a eiaculare. Quindi, è chiaro che si è immaginato, in qualche modo, che questa condizione potesse essere legata ad una problematica relazionale. Non fu così. È un caso in cui l’endocrinologo ha trovato, analizzando attentamente le condizioni cliniche del paziente, un’alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide, cioè questi tre attori fondamentali che regolano il metabolismo, vita di relazione, modo di pensare degli individui. L’ipotalamo, “il regista”, l’ipofisi, “lo smistatore delle informazioni”, e poi la tiroide ovvero quella che produce gli ormoni tiroidei che, nel caso del collega, non venivano prodotti a sufficienza. Ecco che una di queste manifestazioni, in questo caso quella più evidente, è stato proprio questo ritardo della eiaculazione.

C’è uno studio molto bello, molto grosso, pubblicato dalla società italiana di endocrinologia alcuni anni fa in cui è stato dimostrato che i livelli di ormoni tiroidei troppo bassi si correlano con l’eiaculazione ritardata tanto quanto ritorna tutto normale quando si istituisce la terapia.

Le risposte sono a cura del prof. Emmanuele Jannini Endocrinologo e Sessuologo  Docente di Medicina della Sessualità a Tor Vergata per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata

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Risponde il  prof. Emmanuele Jannini Endocrinologo e Sessuologo  Docente di Medicina della Sessualità a Tor Vergata

 

Tempo di lettura: 4 minuti

Ultimo aggiornamento: 01 aprile 2024

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