18 novembre – Giornata Mondiale degli Antibiotici
La resistenza agli antibiotici è salita in modo preoccupante. Impariamo allora a conoscerli meglio.
Un obiettivo importante: ridurli del 10% entro il 2030
Sapete che c’è una classifica dove siamo ai primi posti? l’Italia è il Paese dove le resistenze batteriche e fungine non rispondono alle terapie: 7 su 10 secondo l’Istituto Superiore di Sanità hanno conosciuto il problema.
Il 30% delle infezioni ce lo siamo autoprocurato. Perché deriva proprio da un uso improprio degli antibiotici fatto precedentemente in modo errato e che ha generato una maggiore “suscettibilità” del nostro organismo ai batteri.
Non possiamo più concederci il lusso di andare a casaccio
Soprattutto non possiamo continuare a fare quello che abbiamo fatto fin qui, ovvero creare dei ceppi resistenti che non rispondono più alle cure antibiotiche, spostando sempre più in la il momento della guarigione.
Per abbandonare questa strada, lastricata da un uso improprio degli antibiotici, sono importanti la diffusione di test predittivi per conoscere in anticipo il batterio responsabile dell’infezione, ed agire usando il medicinale appropriato e mirato. Come si fa? Si procede prendendo un campione di sangue o di urine, grazie al quale è possibile poi isolare il batterio e quindi avere il suo identikit. Questo permetterà di scegliere la cura migliore.
Quando serve davvero e quando invece non serve!
- Sì, nel caso di infezioni del tratto urinario (cistiti ricorrenti)
- Sì, nel caso di infezioni del tratto respiratorio (bronchiti, alcune forme di polmoniti)
- No, nel caso di raffreddore e influenza
- No, nel caso di estrazione di un dente (a meno che non ci siano problemi di salute seri, che rischiano di compromettere il sistema immunitario)
>>> Per approfondimenti: Ministero Salute)
>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo: Donna Moderna
(Credits foto: pixabay)
Redazione VediamociChiara
©️ riproduzione riservata
…
Take Home Message
Una vera e propria epidemia quella che sta interessando tutto l’Occidente: la diffusione ingiustificata degli antibiotici ha prodotto una resistenza a questo farmaco, che in realtà andrebbe usato con più rigore e laddove serve, non nel caso di influenza e raffreddori.
Tempo di lettura: 50 secondi