Cosa sono i fibromi e come si curano?
Oggi su VediamociChiara parliamo di fibromi con un’esperta d’eccezione la dottoressa Karin Louise Andersson direttrice del SOS della ginecologia dell’Ospedale Piero Palagi e ideatrice del Centro Terapeutico dei Fibromi Uterini
Cos’è esattamente un fibroma?
Un fibroma è una neoformazione ossia una formazione del muscolo dell’utero e quindi nasce proprio dall’utero stesso; è come un nodulo, una piccola formazione nodulare dell’utero di natura benigna. Si tratta di una patologia molto frequente, ma benigna.
I fibromi sono tutti uguali?
Entrando subito nella complessità della fibromatosi uterina dobbiamo dire che i fibromi sono tutti diversi e possono localizzarsi nell’utero in varie posizioni: nella parete, fuori la parete, nel rivestimento interno dell’utero, nel collo dell’utero, etc e quindi possono avere proprio molteplici localizzazioni e questo fatto incide sulla sintomatologia che può essere molto varia, proprio per la localizzazione.
La fibromatosi uterina può essere anche dolorosa?
Sì perché possono essere sia diretti che indiretti. I sintomi diretti sono quelli che si manifestano attraverso un ciclo mestruale abbondante, perché il fibroma si trova nella parete vicino all’endometrio, quindi nella cavità interna o addirittura dentro la cavità endometriale: a quel punto il ciclo diventa abbondante, perché l’utero non riesce a contrarsi come dovrebbe per smettere il sanguinamento. I sintomi invece indiretti possono essere il dolore e la pressione perché se il fibroma diventa molto grande anche 10-12 cm può dare sintomi da compressione, pesantezza e, magari, dolore nei rapporti, proprio perché in quella zona c’è un vero ingombro.
Come viene fatta la diagnosi di fibroma?
La diagnosi viene fatta durante una visita ginecologica attraverso l’ecografia transvaginale per cui la prima diagnosi viene quasi sempre fatta con ecografia transvaginale, che poi può essere completata con altre tecniche imaging come può essere un’isteroscopia o isterosonografia dove vediamo proprio l’interno dell’utero o una risonanza in casi un po’ più complessi.
Però possiamo dire che un terzo dei fibromi quindi 30% di tutti i fibromi vengono scoperti così perché la donna fa una visita ginecologica, quindi alcuni sono proprio asintomatici. Oggi si interviene su quelli sintomatici. Quindi avere un fibroma non è per sé un problema se non dà sintomi.
Con quale frequenza si presentano?
Spesso sono uno o due almeno nella stessa paziente è una patologia dell’età fertile, perché si tratta di una patologia che dipende dagli ormoni, per cui finché ci sono ormoni, i fibromi possono insorgere e possono crescere; quindi l’età media è intorno a 45 anni però a volte vengono prima a volte anche in età peri menopausale e intorno a 30 anni. Fino a 70% delle donne in questa fascia d’età ha uno o più noduli. Insomma, sono veramente molto frequenti e la nostra missione è proprio quella di dire di non essere preoccupate perché c’è un fibroma, perché ci sono appunto delle ottime soluzioni, che dipendono un po’ da che tipo di sintomi ci sono e dove sono i fibromi.
Abbiamo detto che il fibroma è comunque generalmente Benigno ma può diventare anche maligno? Si può trasformare in qualcos’altro?
Il fibroma è una patologia benigna che rappresenta la base di una piramide dove, in basso, abbiamo tutta la fibromatosi che è veramente frequente nella nostra popolazione, mentre diciamo i tumori maligni dell’utero (i sarcomi) sono molto rari e rappresentano 3% di tutti i tumori dell’utero per cui sono molto rari e si presentano anche in maniera diversa. Durante le visita analizzando alcun paramentri, come la storia e l’età della paziente, e con l’aiuto dell’ecografia e della risonanza si può individuare quando c’è un rischio di questo tipo, però sono situazioni molto molto rare per fortuna.
E’ sempre necessario operare i fibromi o possono essere curati anche in altro modo?
Noi medici siamo sempre contenti se possiamo scegliere una minore invasività. Siamo passati dagli anni in cui si asportava tutto quello che si vedeva, per il solo fatto che esisteva, all’approccio odierno per questa patologia, ossia, trattandosi di piccole formazioni nodulari, il primo approccio è la terapia medica, per cui si cerca di fare meno ed essere meno invasivi. E’ chiaro che ci sono dei casi in cui si deve indicare la chirurgia, ma si cerca di privilegiare la terapia medica che perché oggi ci sono delle novità specifiche per i fibromi uterini, oppure altre soluzioni meno invasive della chirurgia, come la miolisi, la radiofrequenza dei fibromi intramurali e l’embolizzazione delle arterie uterine, invece di togliere l’utero o l’intervento di laparoscopia.
La chirurgia laparoscopica è meno invasiva della chirurgia tradizionale, ma ci sono casi in cui in presenza di una cicatrice da parto casareo può essere meno invasivo riaprire quella cicatrice che farne di nuove.
Ogni donna ha la sua storia e noi cerchiamo di offrire ad ognuna la soluzione migliore, rispettando la sua storia e anche i futuri progetti riproduttivi. Capita infatti che nel nostro centro di Firenze si presentino donne di 40 anni con fibromi che ancora vogliono avere dei figli ed è giusto dare una possibilità anche a loro. Negli ultimi anni abbiamo visto anche uno switch dell’età in cui pensiamo di mettere in atto i nostri programmi riproduttivi e questo ritardo combacia anche con il picco dei fibromi; a 20 anni 25 anni i fibromi quasi non esistono, mentre a 40 anni abbiamo proprio il picco ed è l’età in cui tante de nostre donne pazienti cominciano a pensare a proprio programmare una gravidanza.
Ci sono dei sintomi che possono essere in qualche modo considerati dei campanelli d’allarme oltre al dolore?
L’anemia dovuta ai quindi cicli abbondanti Noi donne a volte pensiamo che sia è normale avere un ciclo abbondante. Cambiare l’assorbente o il tampone ogni 2 ore non è del tutto normale.
Ci abituiamo perché magari anche la mamma aveva dolore e aveva un ciclo abbondante, però ci sono proprio dei limiti e cambiarsi molto spesso, o dire io non esco quel giorno, o preferisco non vestirmi con i pantaloni bianchi, o alzarsi di notte con il letto macchiato. Un ciclo troppo abbondante è quindi un campanellino di allarme e non bisogna abituarsi alla stanchezza perché l’anemia poi ci porta piano piano di essere anche più stanche.
L’obesità ha un qualche rapporto con i fibromi?
Sì c’è una relazione indiretta, perché i fibromi sono ormono-dipendenti, quindi chi ha un po’ più di massa grassa, ha anche un turnover diverso degli ormoni cioè produce più estrogeni attraverso meccanismi indiretti. Quindi c’è un maggior rischio come anche per le altre patologie endometriali Ma c’è anche una storia familiare come ad esempio l’etnia.
Ci sono delle etnie che sono più a rischio di fibromi?
Sì l’etnia non caucasica ha un rischio maggiore per l’insorgenza anche in età più giovane, per cui donne di 25-30 anni hanno già una miomatosi, e magari hanno fatto già un intervento, anche in un altro paese, e anche lì bisogna gestire proprio il loro desiderio riproduttivo e non è sempre semplice. Ecco per fortuna oggi abbiamo modo anche di dare la terapia medica in maniera più diciamo mirata.
Quanto può impattare il fibroma sulla nostra fertilità o quantomeno sulla nostra capacità di restare incinta?
Per molti anni abbiamo pensato che la gravidanza venisse in qualche modo ostacolata soltanto dai fibromi interni, cioè quelli che si presentavano un po’ come un ostacolo meccanico perché non passava l’ovocita o gli spermatozoi o magari non annidava bene l’embrione. Oggi invece abbiamo capito che forse ci sono anche altri meccanismi proprio che influiscono nella parete dell’endometrio, o sulla peristalsi di quelle zone che devono muoversi in maniera efficiente anche per il trasporto dell’embrione, o lo stesso microbioma.
E poi c’è un fattore indiretto perché, se c’è molto dolore per esempio durante i rapporti, è chiaro che la frequenza magari non è quella che dovrebbe essere per concepire in maniera più efficiente, cioè due tre volte a settimana. Quindi se le coppie hanno meno rapporti, è chiaro che anche questo può influire la fertilità.
dott.ssa Karin Louise Andersson direttrice del SOS della ginecologia dell’Ospedale Piero Palagi e ideatrice del Centro Terapeutico dei Fibromi Uterini per Redazione VediamociChiara @riproduzione riservata.
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2 risposte
Sono contenta che oggi si privilegi la terapia medica…a me il fibroma è stato asportato
Grazie a te per averci letto ❤️