Un carrello di emozioni

Un carrello di emozioniLa lista della spesa.

La mia settimana inizia, o finisce, a seconda da come la si vuole vedere, scrivendo su un pezzo di carta la lista delle cose da comprare.

Per me inizia. Anche se è di sabato che esco di casa per andare al supermercato. Voglio dire, per molte donne il sabato è il primo giorno del fine settimana. Per me è un giorno come un altro. Io lo vedo come inizio settimana.

Mi siedo al tavolo di cucina e mi immagino camminando tra gli scaffali del supermercato vicino casa. Faccio la spesa mentalmente e trascrivo sul pezzo di carta. In questo modo non mi dimentico niente.

Passo, avanti e indietro, i corridoi sono vuoti, ci sono solo io. Metto dentro e scrivo. I surgelati per ultimo. Non c’è nemmeno bisogno di passare alle casse. Quando ho finito il mio giro mentale, sta tutto nella lista. Preciso preciso. L’ordine dei prodotti come andranno nel carrello, come li metterò sul nastro della cassa, come li infilerò nelle buste, nuovamente nel carrello e poi nel portabagagli della macchina.

Il mio inizio settimana. Sabato mattina. Sempre sola. In fondo anche per lui è il fine settimana. Le birre sono nella lista. Due confezioni da sei e due bottiglie grandi. Quando arriva e apre il frigo devono essere già gelate, altrimenti rimane nervoso.

Solo che sabato passato è successo qualcosa di differente durante la mia spesa mentale.

Nel reparto biscotti e cioccolata c’era un bel tipo, proprio all’altezza dei wafer, che mi sorrideva.

Era a torso nudo. Sapete no? Bei pettorali, addome scolpito. Ah, lasciamo perdere che mi vergogno a parlare di certe cose.

Comunque, mi sorrideva e mentre gli passo accanto lui mi infila in bocca uno di quei biscotti ripieni al cioccolato che una volta avevo comprato per me, ma il giorno dopo, nella dispensa, ho trovato solo la confezione vuota.

Lui mi guardava negli occhi e quel biscotto al cioccolato cremoso era così delizioso che ho dovuto smettere di fare la lista della spesa perché avevo perso la concentrazione e m’era presa un’agitazione che non vi dico.

Avevo iniziato a vagare per gli scaffali senza riuscire a mettere più niente nel carrello. Anzi, il carrello era pieno solo di quei biscotti al cioccolato.

Così sono uscita di casa un po’ frastornata. Mai era successo di andare al supermercato senza la lista della spesa completa.

Ho fatto il mio solito giro, spingendo il carrello con timore, con la testa che mi girava e girava, sembrava una giostra.

Ho infilato dentro tutto quello che c’era nella lista, circa metà delle cose, e poi mi sono fermata, proprio in mezzo al corridoio centrale.

Ho guardato la lista, le birre non c’erano. Non c’erano tante altre cose.

Sono stata lì ferma per almeno cinque minuti, senza decidere cosa fare. Panico. Devono avermi presa per matta.

Alla fine ho abbandonato il carrello e sono andata spedita al reparto biscotti e cioccolata.

Ho afferrato una confezione di biscotti ripieni, ho pagato alla cassa veloce e mi sono seduta in macchina a mangiare.

Un biscotto dietro l’altro, la bocca piena, le labbra sporche di cioccolata cremosa, finché non li ho finiti tutti. Il mio primo fine settimana.

Milena Martin per Redazione VediamociChiara
© riproduzione riservata

Foto da Pixabay

Ultimo aggiornamento: 11 settembre 2024

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