Alle volte mi tocco il viso
Alle volte mi tocco il viso, premo forte le dita sulla pelle per sentire la forma del mio cranio, i contorni della conca nasale, la curvatura delle mascelle, la sporgenza degli zigomi, i bordi della faccia orbitale.
Chiudo gli occhi e al tatto vedo la mia testa scarnificata, un cranio bianco e nero, immobile digrignando i denti. La fine di tutto, solo ossa.
Il bambino domani ha il passaggio di cintura del judo, ma la macchia di unto sul kimono non è andata via. Si insozza con quelle porcherie che mangia prima dell’allenamento. Dovrò lavarlo nuovamente, ma prima ci devo passare un po’ di sapone sopra e lasciarlo in ammollo. Oppure posso mandarlo anche così, con questo tempo nuvoloso non asciugherà in tempo. Tanto nessuno ci farà caso. Se avesse fatto nuoto bastava solo sciacquare il costume e mettere l’accappatoio steso sul terrazzo.
Stavo guidando e ho visto un uccello sulla strada. In genere quando la macchina si avvicina loro volano via spaventati. Non andavo forte, io ho paura di andare forte, quindi quell’uccello sarebbe certamente volato via. Mi avvicinavo e sapevo, ero sicura come è successo molte altre volte, che sarebbe svolazzato di fronte al muso della macchina. E invece no, ho sentito un rumore rapido, sordo e dal retrovisore ho visto un’ala sollevarsi per metà attaccata ad un corpo esanime, in mezzo all’asfalto.
Mi sono sentita male per giorni, quella scena si è ripetuta nella mia testa mille volte. È una cosa che non sono riuscita a raccontare a nessuno, un segreto che ho tenuto nascosto.
Mio marito non mi ama più. Prima ha smesso di amarmi, poi ha smesso di desiderarmi. Nemmeno lo so se mi ha mai amata. Parliamo del più e del meno. Alle volte questa distanza mi fa più male del fatto che non facciamo più sesso. Ci aggiorniamo sulla vita degli altri, ma non parliamo più di noi. Prima parlavamo solo di noi e ce ne fregavamo degli altri.
Quando lui guida ce ne stiamo in silenzio. Sono io che non riesco a dire una parola, guardo fisso la strada davanti a noi e se vedo un piccione che becca sull’asfalto, chiudo gli occhi e prego di non sentire quel rumore sordo.
Alle volte sogno di vivere la vita di qualcun altro, di sbrigare i suoi affari, portare a termine i suoi impegni. Avere il dono di saltellare da una vita ad un’altra, finché non trovo quella perfetta per me.
Credo di fare in tempo, prima che chiuda. Il passaggio della cintura è una cosa importante. Se porto il kimono adesso in lavanderia, domani all’ora di pranzo è pronto.
Milena Martin per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata