Relazioni Tossiche: Ghosting, Breadcrumbing, Orbiting e Gaslighting:

relazioni tossiche

Ghosting, Breadcrumbing, Orbiting e Gaslighting: le “nuove” relazioni tossiche che fanno soffrire

Relazioni Tossiche: attualmente riuscire ad avere un rapporto di coppia che permetta di sentirsi completi e sereni è purtroppo più difficile di quanto si possa pensare  Questo va al di là della necessità di pensare a un futuro consolidato, attraverso una convivenza o un matrimonio, sempre più spesso infatti si va incontro a relazioni che finiscono per essere insoddisfacenti, in cui uno dei due non si sente mai del tutto amato.

La psicologia, consapevole di come questo sia un comportamento diffuso, ha coniato una serie di termini ad hoc, che può essere importante conoscere, qualcuno potrebbe riconoscersi in una di queste situazioni e decidere cosa fare per provare a stare meglio.

Relazioni tossiche: il Ghosting

Si tratta di un termine di cui si parla spesso, in riferimento a una situazione che negli ultimi tempi si verifica frequentemente. La parola è stata coniata in riferimento a chi tende a “sparire come un fantasma”: qualcuno arriva a chiudere un rapporto senza dare alcuna spiegazione, anzi si fanno perdere le proprie tracce improvvisamente, senza alcuna comunicazione a riguardo.

A rendersi protagonisti di questo modo di agire sono uomini e donne, ma prevalentemente giovani, tra i 18 e i 30 anni, quindi apparentemente chi inizia un rapporto senza pensare troppo al futuro. E’ anche per questo che non si ritiene così necessario motivare il proprio distacco, incuranti dell’effetto che questo può generare nell’altro/a.

Cosa fa il ghoster?

Sparisce senza alcuna forma di preavviso dalla vita di una persona, evitando ogni tipo di contatto, sia chiamate sia messaggi, per questo pensare di incontrarsi per un confronto e ottenere una spiegazione su cosa abbia spinto ad allontanarsi è praticamente impossibile. Chi agisce così in genere non ha grandi capacità comunicative e preferisce evitare ogni responsabilità, per questo non ritiene sensato giustificarsi con la persona che ha frequentato, anche se solo per un breve periodo. Il ghosting può però riguardare anche coppie che avevano una relazione consolidata e che apparentemente non sembrava avere problemi.

Il ghoster può ritenere consono agire in questo modo perché non ha mai dato valore a quel rapporto, in altri casi, invece, può pensare che il partner non meriti niente, magari perché non ha fatto quello che avrebbe voluto, per questo considera giusto scomparire. Esistono però persone che lo fanno perché hanno subito un comportamento di questo tipo in passato e ne hanno sofferto, fuggire da un legame affettivo può quindi diventare una consuetudine.

Rapporti tossici: il Breadcrumbing

Si tratta di una situazione più diffusa di quanto si possa pensare, anche se le vittime faticano ad ammettere di essere al centro di una situazione così negativa. Il termine breadcrumbing significa letteralmente “pangrattato, briciole di pane” ed è adottato in psicologia per indicare chi arriva ad accontentarsi delle briciole in amore, pur di non allontanarsi dalla persona di cui è innamorato.

Chi ne è vittima ha in genere a che fare con qualcuno che ha comportamenti ambigui, in alcuni momenti è presente e sa dedicare grandi attenzioni a chi ha al fianco, ma in altri è distaccato del tutto, addirittura arriva a paventare ipotetici ripensamenti, che lo spingono a chiudere il rapporto, per poi tornare come se niente fosse. Chi pratica il breadcrumbing non lascia mai trasparire i suoi sentimenti, ma nemmeno quali siano le sue intenzioni, i pochi momenti positivi spingono però la vittima a continuare a sperare che la situazione possa migliorare, così da ottenere l’amore di cui ha bisogno.

Il filo conduttore è l’ambiguità

Questa continua alternanza di atteggiamenti positivi e negativi rende il rapporto ambiguo, con una continua attesa da parte di chi è innamorato, anche semplicemente di una telefonata o di un incontro, ma con il desiderio costante di ottenere un giorno, magari non troppo lontano, quello che desidera. Il sogno è però spesso destinato a restare tale, anzi se non si riesce a guardare dentro se stessi e a comprendere di meritare qualcosa di più si potrebbe continuare una relazione di questo tipo per anni.

Chi lascia “briciole d’amore” è un manipolatore, essendo cosciente di quello che il compagno/a prova, sa bene però che l’altro difficilmente arriverà a chiedere di più, ma tenderà a farsi bastare quel poco che riceve. Un esempio di breadcrumbing è il benching, che consiste nel “mettere in panchina” l’altro, in modo da tenerlo sempre sulla corda.

Relazioni tossiche: l’Orbiting

Altro tipo di relazione tossica, che può davvero togliere la serenità a chi la vive. Si tratta di qualcosa che può essere considerato una via di mezzo tra situashionship e ghosting, in cui uno dei due tende a sparire, ma cercando di farlo in maniera apparentemente rispettosa. Il termine è stato coniato per definire una situazione che sta diventando comune, in cui chi tende a fare orbiting sembra il rapporto, spesso incurante dell’effetto negativo che può provocare a chi ha vicino.

Questo si verifica quando due persone iniziano a frequentarsi, apparentemente senza troppo impegno reciproco, dando vita a quella che oggi viene definita situashionship o frequentazione. L’intesa sembra esserci, per questo sembrano esserci tutti gli ingredienti necessari per sperare in un’evoluzione positiva e in una crescita della relazione. Nell’arco di poco tempo, però, spesso in modo improvviso e immotivato, uno dei due tende a essere scostante, incontri e comunicazioni sono ridotti, come se non ci fosse più il piacere di condividere qualcosa insieme.

Nell’arco di poco tempo il partner sparisce del tutto, senza spiegazione, come avviene nel ghosting. Questo non può che generare sofferenza, al punto tale da avvertire un senso di colpa dentro di sé perché ci si chiede se si sia fatto qualcosa di male per scatenare una reazione simile. A differenza della relazione tossica da ghosting, però, non c’è mai una sparizione completa, pur senza avere una comunicazione diretta. Si possono infatti notare dei segnali della sua “presenza” attraverso i social, dove possono apparire suoi commenti o like ai tuoi post, interpretati come indicatori di un interesse che potrebbe non essere svanito del tutto.

Perché orbiting?

E’ semplice: si tratta di un modo di agire simile si riferisce proprio a quando una persona “orbita” attorno alla tua vita, ma solo in modo virtuale, atteggiamento che può riaccendere una speranza di riavvicinamento se si è innamorati. Alla fine, però, raramente c’è un recupero totale della relazione, per questo se si prova un sentimento distaccarsi diventa difficile. Parlare di una relazione è eccessivo, raramente l’altra persona sta ipotizzando di creare qualcosa di definito, il confine tra speranza e sconforto è labile, l’amarezza per quel salto che non c’è mai diventa elevata.

Certamente chi fa orbiting non ha mai un reale coinvolgimento verso il partner, sia se c’è stato un rapporto vero e proprio in passato, sia se si tratta solo di una conoscenza superficiale. C’è chi tende a farlo perché ama tenere sotto controllo qualcuno e ricevere complimenti, in altri casi invece non si sente del tutto pronto per un impegno maggiore. Pur essendo difficile, l’ideale sarebbe ignorare ogni gesto fatto da chi fa orbiting e sparire del tutto. A quel punto se prova davvero qualcosa di forte sarà lui/lei a manifestarsi, questa volta in carne e ossa, e a parlare delle sue possibili intenzioni.

Smettere di seguirlo sui social può essere un primo passo, se dovesse tornare come se niente fosse è necessario essere intransigenti e fermi sulle proprie decisioni.

Rapporti tossici: il Gaslighting

Il termine deriva da un’opera teatrale intitolata “Gaslight”, del 1938, scritta da Patrick Hamilton, poi motivo ispiratore per un film (intitolato Angoscia in italiano) in cui la protagonista è vittima di una manipolazione psicologica da parte del marito. Chi mette in atto questo comportamento cerca di manipolare la sua vittima, che arriva a dubitare di se stessa e a perdere ogni certezza. Si finisce per essere del tutto sottomessi al partner, senza capacità di prendere alcuna decisione in via autonoma.

Chi è il gaslighter?

Pur riuscendo a gestire la relazione tossica in prima persona, il gaslighter cerca di passare per vittima e mette sempre le sue necessità e i suoi bisogni al primo posto, senza possibilità di contraddirlo. Non è detto che questo atteggiamento si verifichi solo in un rapporto di coppia, situazioni come queste possono esserci anche tra genitori e figli, che faticano a essere autonomi, ma si cerca di far passare questo modo di agire come positivo perché fatto per evitare loro pericoli.

Il gaslighter arriva a pronunciare una serie di frasi che minano l’autostima della sua vittima, che non si sente mai al suo livello. Quando si vive in una condizione di ansia e stress per paura di deludere l’altro è bene prenderne le distanze e farsi aiutare da un esperto per poter riacquisire consapevolezze, che potranno essere utili in una nuova relazione.

dott.ssa Ilaria MacchiDott.ssa Ilaria Macchi giornalista per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata

Take Home Message

Ghosting, Breadcrumbing, Orbiting e Gaslighting sono solo alcune delle parole coniate dalla psicologia per definire alcuni tipi di rapporti tossici che possono generare profonda sofferenza.

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