Alito cattivo e apnee del sonno. Che relazione c’è?

201809

Alito cattivo e apnee del sonnoIn tempi di quarantena, di distanziamenti sociali e smartworking, potremmo aver superato tutti i problemi derivanti dalla seccatura dell’alito cattivo (alitosi). Ma così non è. L’alito cattivo, oltre a mettere a dura prova relazioni professionali (e non solo), crea anche un altro inconveniente. Pare sia associato infatti al disturbo delle apnee notturne, più diffuso di quanto si creda

Dietro ad un disturbo come l’alitosi (alito cattivo), che ha dato vita a più di un problema di relazione e a tanta ilarità

  • Ti puzza l’alito!
  • Tanto?
  • Vedi tu, stiamo parlando al telefono…

potrebbe nascondersi anche un problema di natura più seria: le apnee notturne, un disturbo del sonno che interessa diverse persone nel mondo. Ma andiamo con ordine e intanto cerchiamo di capire meglio che cosa è l’alitosi.

Che cos’è esattamente l’alitosi?

Si tratta del risultato di una iper-proliferazione di batteri che risiedono in bocca. A dare vita all’alito cattivo sono i gas, derivati dallo zolfo, che questi batteri producono, sia per l’assenza di saliva, sia come “materiale di risulta” dopo essersi nutriti dei residui di cibo trattenuti nel cavo orale.
Se è vero che in quest’ultimo caso, l’igiene orale, inclusa la pulizia della lingua, può aiutare a risolvere l’alitosi, quando la causa è il russamento è importante non sottovalutare il problema.

Che legame c’è tra alito cattivo e apnee notturne ?

L’alitosi pare abbia origine anche dall’apnea notturna. La causa sarebbe l’eccessiva proliferazione del biofilm batterico presente nel cavo orale, favorita dalla secchezza della bocca tipica di chi soffre di questi problemi del sonno. Durante l’apnea infatti, oltre a un risveglio cerebrale non consapevole, vi è un improvviso aumento dell’attività cardiaca dovuta proprio allo scarso apporto di ossigeno con il sangue: oltre all’alitosi, che non è di certo un problema di salute, le conseguenze per l’organismo sono un sonno poco riposante, eccessiva stanchezza diurna e un aumento del rischio di “colpo di sonno” anche alla guida. Ma non solo. Le apnee nel sonno possono far aumentare il rischio di:

  • Ipertensione
  • Infarto
  • Ictus
  • Aritmie (anomalie del battito cardiaco)
  • Alterazioni del metabolismo (con conseguente obesità e diabete) 

Ma come si fa a capire che si soffre di apnee notturne?

La valutazione del paziente non può prescindere dall’anamnesi (coinvolgendo anche i familiari, senza i quali sarà difficile accorgersi del problema) e da un accurato esame obiettivo per la valutazione clinica dei principali fattori di rischio (Fonte: Ministero della Salute).

N.B. E per chi soffre di alitosi?

Il nostro consiglio è quello di curare maggiormente l’igiene orale, ricordando di spazzolare anche la lingua. Chiudere la sessione della pulizia dei denti con il filo interdentale (oppure lo scovolino). Per finire, prendere l’abitudine di fare un salto dal dentista per un check-up generale dei denti e per l’annuale pulizia. Ed infine: state lontane dalla salsa tzatziki 😉  

Redazione VediamociChiara
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Ultimo aggiornamento: 12 agosto 2020

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