Guardo il cellulare, sono quasi le otto.
Il peggio è che poi, a casa, dobbiamo fare loro il bagno, le dico sorridendo. Butta giù un sorso di vino e mi guarda in sospensione. Forse ho detto qualcosa di sbagliato. Io gli passo un paio di pannini umidi addosso, mi dice. Se si addormenta in macchina lo ficco a letto così com’è. Ne ho altri due a casa ad aspettarmi. La mia vita è un inferno. Tu non vai mai a letto coi piedi sporchi, mi chiede. Sorrido. Mi verso un po’ di vino e bevo tutto d’un colpo. Ho paura che adesso voglia vedere i miei piedi.
Sono seduta in mezzo alle due. Le ho conosciute stasera. Le mamme degli amichetti dell’asilo.
L’altra ci dice che dobbiamo assolutamente provare i mini panini con la maionese. Sono buonissimi. Ci confida che adora queste festicciole di compleanno. Mentre i bambini giocano e si scatenano lei se ne sta seduta a mangiare pizzette, salatini e dolci e se Dio vuole riesce a passare un paio d’ore in santa pace.
Le chiedo quale sia il suo. Quello con la maglietta rossa che sta cercando di montare sulla testa dell’altro, mi risponde. Le dico che l’altro è mio figlio. Non è niente, lascia che se la sbrighino da soli, mi rassicura. Tira ad indovinare che ho solo un figlio. Mi dice che anche le olive all’ascolana non sono male.
Fortunatamente un clown li divide. Confeziona due spade con dei palloncini. Il figlio di lei la butta in terra e ci salta sopra fino a farla esplodere. Mio figlio rimane fermo con la sua in mano. Non sa che fare.
La mamma di Enzo – il festeggiato – ci presenta la mamma di Pietro. Ci saluta, si scusa per il ritardo e dice che è un periodo un po’ così, fa un gesto con la mano per sottolineare che la sua testa non funziona bene. Era sicura che la festa iniziasse alle sette. Guardo il cellulare. Mancano cinque alle otto.
Mi verso un altro po’ di vino. Penso che per oggi la routine è già bella che andata. Prendo in considerazione l’idea dei pannini umidi.
Finalmente hanno tirato fuori la torta dal frigo e ci stanno mettendo le candeline sopra. La mamma di Enzo sta cercando di far uscire Enzo dalla piscina di palline per cantare tanti auguri a te. Uno dei pagliacci si tuffa per andarlo a recuperare. Pietro e il bambino con la maglietta rossa stanno lottando per il possesso del martello di Thor.
Allungo il collo. Non lo vedo. Mi alzo mentre quella al mio lato si frega le mani e dice che adora la torta al cioccolato.
Finalmente lo trovo. Sta giocando tranquillamente con una bambina. Sono seduti sul pavimento. Li guardo. Inclino la testa. Sono dolcissimi.
Non mi ero accorta di lui. Si avvicina. Ciao, sono il papà di Giulia. Mi guarda negli occhi, sorride. Dice che mi ha già vista fuori da scuola. Arrossisco. Sono in imbarazzo. Poi dico, bello qui. Gli chiedo se ha provato i mini panini alla maionese.
Iniziano a cantare tanti auguri a te, ma il coro è così lontano che non ci disturba. I nostri bambini continuano a giocare.
In macchina chiedo se gli piace Giulia. Lui mi risponde di sì. Gli dico, allora chiamerò il suo papà così puoi vederla anche fuori da scuola. Ma lui non risponde. Già dorme. Penso che per stanotte lo metterò a letto così com’è.
Milena Martin per Redazione VediamociChiara
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