La primavera lontana

La primavera lontana

Aveva appena finito di lavare i piatti e sentì un fastidio, non un dolore, più come una leggera scossa che le fece vibrare il corpo.

Le venne da pensare ad una foglia su un ramo. Un’unica foglia solitaria mossa da un vento improvviso.

Doveva ancora stirare i panni e spazzare il terrazzo. La finestra della camera da letto era aperta e nel pomeriggio le tende iniziavano a volare alto, fino a toccare i limiti del letto.

Ma quando arriva la primavera, si domandò, dando un’occhiata al cielo, che da lì scorreva grigio fino alle colline a ridosso del mare.

Quando la luce rossa del ferro si spense, davanti agli occhi le apparve, chissà perché, il volto di sua madre, bellissimo, come nelle foto da giovane. Nella cucina della casa di quando era bambina c’era un vecchio ferro da stiro in bella mostra, sulla credenza. Un pezzo di antiquariato. Si usava, in un’epoca ormai sconosciuta, aprendolo da sopra e mettendoci dentro i carboni ardenti.

Stai attenta che non ti cada sui piedi, le diceva la mamma, sempre con gentilezza. Non aveva mai sentito sua madre alzare la voce con nessuno. Lei diceva che era per non farsi venire le rughe.

Premette il bottone e il vapore uscì dal ferro inumidendo il colletto della camicia di suo marito. Chissà se quest’anno si sarebbe ricordato del loro anniversario. Per la prima volta pensò che non avesse davvero molta importanza. Anzi, si sorprese per come questo pensiero le fosse sorto così repentinamente. Stese con un gesto deciso una manica della camicia sull’asse da stiro e si bruciò il dorso della mano sulla base del ferro incandescente.

Osservò la ferita senza scomporsi, come se si trattasse della mano di qualcun altro. La pelle cominciò ad arrossare. Il volo delle tende cambiò improvvisamente direzione, come se adesso volessero fuggire fuori dalla finestra, staccarsi dai sostegni nel muro e raggiungere il mare oltre il cielo grigio.

Si sedette sul divano, dopo tutto il giorno a sistemare casa, i piedi le si erano gonfiati. Si sentiva stanca. Avrebbe voluto vedere i suoi figli già sistemati e finalmente fare posto sul mobile della sala dove mettere le foto dei nipoti. Era la sua più grande preoccupazione, ne aveva già parlato anche con suo marito. Ci stiamo facendo vecchi.

Si sarebbe riposata un po’ e poi avrebbe pensato alla cena. Scongelo la carne, una verdura. Ci sono anche gli avanzi del pranzo.

Si mise un cuscino dietro la schiena e stese le gambe. La stanza si fece più buia. Forse starà per piovere, pensò mentre gli occhi le si chiudevano, sarà meglio chiudere la finestra.

Milena Martin per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata

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