Malattia mentale: un problema da risolvere
Pochi giorni fa si è celebrato il centenario della nascita di Franco Basaglia, colui grazie al quale ha preso forma la Psichiatria come oggi la conosciamo. È un’occasione per riflettere sull’evoluzione dell’approccio alla malattia mentale e sul bisogno insoddisfatto di cura che confligge con la vasta disponibilità di strumenti scientifico-tecnologici.
La dott.ssa Monica Torriani ne ha parlato per noi con la prof.ssa Liliana Dell’Osso, Direttore della Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa e Presidente della Società Italiana di Psichiatria.
Presidente, le notizie riportate dagli organi di informazione suggeriscono un picco di incidenza attuale dei disturbi correlati all’ansia: è solo una falsa percezione oppure il trend è confermato da dati solidi?
Dopo la pandemia di Covid-19, come previsto, si è registrato un aumento del 25% sia dei disturbi d’ansia che per i disturbi dell’umore e del comportamento alimentare; la tendenza è stata in crescita anche per quanto riguarda gli agiti auto- ed eterolesivi, le violenze intradomestiche e l’uso di alcool.
Si tratta di dati emersi da un’imponente mole di ricerche pubblicate sulla letteratura scientifica negli ultimi quattro anni in tutto il mondo.
Malattia mentale: queste condizioni riguardano in maniera analoga i due sessi?
Per i disturbi d’ansia c’è una netta prevalenza nel genere femminile. Prendiamo, ad esempio, il disturbo d’ansia sociale, che resta un fenomeno
silenzioso, spesso sottodiagnosticato e sottotrattato perché viene confuso con una “semplice” timidezza, un normale tratto del carattere. Soprattutto nelle donne, in cui la scarsa assertività, l’atteggiamento remissivo erano, almeno sino ad alcuni decenni fa, addirittura ricercati. Ancora oggi viene considerato normale che una ragazza sia timida, che si senta in imbarazzo in pubblico e magari rinunci alla carriera per stare a casa ad occuparsi del marito e dei figli.
La paziente stessa, che farà fronte alla sua sofferenza attraverso l’evitamento delle situazioni sociali fonte di ansia, non si rende conto che, dietro a questo evitamento del mondo esterno, può nascondersi una psicopatologia che la renderà infelice per tutta la vita, e che andrà complicandosi con depressione e abuso di alcol, di cui spesso viene fatto uso per sentirsi più rilassati nelle occasioni sociali.
Malattia mentale: quanto impattano sulla psichiatria le differenze di genere?
Molto. Nella nostra cultura, il pregiudizio di genere non risparmia neanche la medicina. Le malattie sono studiate, ed insegnate, nella tipica presentazione maschile. Specialmente in ambito psichiatrico, vi è talora una tendenza a minimizzare, se non stigmatizzare, i quadri sintomatologici a prevalenza femminile, pensi ad esempio al disturbo di panico o al disturbo borderline, a causa delle modalità di presentazione orientate alla drammaticità e alla suggestionabilità, caratteristiche del genere femminile. Il fatto che si tratti di disturbi che si associano frequentemente ad una storia di traumi, ed in particolare di abusi fisici e sessuali, continua ad alimentare un atteggiamento di sospetto verso le denunce di violenza da parte delle donne, che ancora oggi non raramente vengono accusate di falsificare o esasperare le esperienze subite.
Con il duplice risultato di sottovalutare i sintomi di disturbo da stress post traumatico (PTSD) correlati e di favorire il perpetrarsi della violenza, lasciando esposte le donne oltre che al rischio di abusi anche a quello di un’assistenza medica inadeguata.
In un’epoca, quella odierna, che ha infranto molti tipi di stigma, sopravvive ancora una forma di resistenza a ricorrere alle cure psichiatriche o ad impiegare farmaci per trattare disturbi mentali?
Oggi c’è un nuovo fronte nella lotta allo stigma associato agli operatori stessi della salute mentale, troppo spesso oggetto di episodi di violenza. Questo stigma può portare alla sottovalutazione dei problemi di salute mentale e della necessità stessa della figura dello psichiatra fino ad una diffusa diffidenza verso la farmacoterapia. Altra conseguenza della discriminazione la distribuzione delle risorse e del finanziamento: con minori risorse rispetto ad altre specializzazioni mediche, nonostante il fatto che i disturbi mentali siano estremamente diffusi e abbiano un impatto significativo sulla salute pubblica.
Malattia mentale: Come Presidente di una Società Scientifica, Lei vede da un osservatorio particolare il contesto del territorio: quali sono, a Suo parere, i principali bisogni di cura non soddisfatti?
L’utenza dei servizi pubblici è costituita attualmente solo per il 20-25% dai disturbi dello spettro psicotico, categoria sulle cui esigenze è stato (ed è tuttora) tarato il sistema italiano, nato alla fine degli anni ‘70 con la chiusura dei manicomi e concluso nel 2014 con la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
- È necessario (e urgente) combattere limiti e carenze evidenziatesi via via per le mutate richieste e bisogni di cura e per i profondi cambiamenti del Paese.
- È urgente colmare la carenza sempre più evidente di personale di tutti i livelli e tipologia di professionalità e potenziare la sicurezza degli operatori.
- È necessario aggiornare i modelli organizzativi e i metodi di cura nei servizi italiani, a cui è richiesto intervento oggi per disturbi dell’umore e d’ansia, di personalità, da uso di sostanze e per le cosiddette patologie emergenti: disturbo dello spettro autistico dell’adulto, ortoressia (ovvero l’ossessione del mangiar sano), dipendenze comportamentali (come la dipendenza da internet).
Sono necessari interventi effettivi e sempre più capillari basati sulle evidenze scientifiche, che i dati disponibili indicano come ancora scarsamente diffusi nei servizi italiani. Bisogna ridurre la distanza tra i trattamenti che dovrebbero essere eseguiti perché di dimostrata efficacia dalla ricerca e i trattamenti che vengono effettuati nella pratica clinica. Nella consapevolezza del ruolo fondamentale dei fattori psicosociali nel rischio di sviluppo, mantenimento e aggravamento di molti disturbi mentali, è necessario potenziare gli strumenti di welfare, soprattutto a favore delle fasce più deboli della popolazione e di sostegno alle famiglie. Infine, bisogna sottolineare il ruolo strategico della prevenzione.
La Dott.ssa Monica Torriani farmacista ha intervista la prof.ssa Liliana Dell’Osso per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata
Take Home Message
La Malattia Mentale è un problema sempre più diffuso che necessita una risposta concreta sopratutto per quanto riguarda prevenzione e accesso alle cure. L’opinione della prof.ssa Liliana Dell’Osso Direttore della Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa e Presidente della Società Italiana di Psichiatria