L’invadenza dell’impazienza. Le due facce della stessa attitudine…
I consigli e le riflessioni della coach di VediamociChiara dott.ssa Alessandra Bitelli
Conosco pochi uomini impazienti, di donne invece tantissime, un’infinità. Oserei dire che l’impazienza è femmina, compresa la femmina che scrive. Il paradosso è che le donne impazienti, tutte praticamente, sono insofferenti agli uomini che non lo sono. Quasi tutti, effettivamente.
Un nodo questo che genera attriti nelle relazioni.
Ma perché allora l’impazienza viene percepita come invadenza da entrambe le categorie?
Possiamo individuare due diverse chiavi di lettura. Una positiva, l’altra, ovviamente, negativa
Nella prima, l’impazienza è quell’impulso che rende proattivi, determinati, focalizzati su ciò che si vuole. È un’attitudine positiva perché non ci fa mollare la presa. Non è insolito infatti che l’impazienza sia accompagnata dalla perseveranza. Quindi evviva l’impazienza!
Nella seconda l’impazienza è molto simile alla morbosità: voglio subito quello che viene dopo, non posso aspettare, non sono disposto ad aspettare i tuoi tempi, i tuoi desideri, le tue esigenze.
Questi due diversi aspetti possono convivere nella stessa persona a seconda dell’interesse che ha verso l’oggetto della sua impazienza.
Prendiamo Sara e Davide
Sono fidanzati da circa un anno anche se vivono in città diverse. Lei è acuta, rapida, una di quelle che fa tutto e subito. Appena finisce di fare una cosa (in realtà di solito ne fa due, tre insieme) è subito pronta per ingaggiarsi in un altro compito. Ma vorrebbe anche che il mondo intorno a lei funzionasse alla stessa velocità. Quando ciò non accade, sempre praticamente, si spazientisce. Generando un clima di tensione costante intorno a sé, guardando gli altri come se avessero qualche problema di natura neurologica.
Davide, invece è più riflessivo, vive in un mondo più astratto, meno concreto. Tende a fare una cosa alla volta, come se studiasse ogni piccolo gesto. Il mondo scorre veloce intorno e lui e talvolta si ferma a osservarlo come al cinema. Sembra sempre assorto in un pensiero profondo.
Sara è concentrata sul futuro, ha paura che le sfugga. Davide sul presente, non vuole perderselo.
Sara è insofferente all’attitudine flemmatica di Davide e lui lamenta di lei l’atteggiamento sempre e comunque teso al dopo.
Li separano 500 KM. Si vedono circa ogni due settimane e tutto, bene o male, sembra stare in equilibrio.
Poi accade che lei inizia a distaccarsi, non è più troppo coinvolta nel rapporto e improvvisamente la calma di Davide si trasforma. La sua flemma prende tinte mai conosciute. Da imperturbabile diventa impaziente. Davide ora sperimenta la paura di non poter vivere qualcosa del futuro.
Inizia ad essere insofferente all’attesa. La cerca con più frequenza, a volte ossessiva, sviluppa il desiderio di sapere sempre dove sta, cosa fa anche se lo sa benissimo. Quando lei lo chiama non resiste alla tentazione di lamentarsi della sua assenza. Insomma anche Davide diventa impaziente. Non è più soddisfatto del suo presente, vuole metterci dentro dell’altro. L’oggetto della sua impazienza è Sara.
Cosa accade, quindi, quando l’oggetto su cui agisce l’impazienza è un’altra persona e questa persona non ha la stessa spinta motivazionale verso l’obiettivo finale?
Il problema risiede nella percezione dell’urgenza di un determinato evento. Come dire che se per me una cosa è importante e trovo molti ostacoli, reali o percepiti nel cammino verso la realizzazione di quella determinata cosa, potrei sviluppare un certo senso di insicurezza e diventare più pressante nelle richieste. Se però il mio interlocutore non ha lo stesso grado di motivazione oppure, pur avendo lo stesso obiettivo, si sente più sicuro, allora vivrà la mia insistenza come un peso, come soffocante.
Una volta una cliente mi disse: “Dottoressa, non è che possiamo essere tutti buddisti”.
E infatti, però neanche invadere il territorio degli altri continuamente. Tanto se ci vogliono nel loro mondo ci apriranno la porta. Se lo troviamo chiuso, facciamoci qualche domanda.
Dott.ssa Alessandra Bitelli Trainer & Coach per Redazione VediamociChiara ©️riproduzione riservata
Puoi contattare direttamente la dott.ssa Alessandra Bitelli scrivendo a alessandra.bitelli@coach4change.it
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Take Home Message
Motivati o invadenti? L’invadenza dell’impazienza. L’impazienza può essere figlia della proattività o della morbosità verso il futuro. In tutti e due i casi, è invadenza. Attenzione a non rendere gli altri vittime del nostro desiderio di vivere subito quello che arriva dopo.
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