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Herpes Zoster: Quale Prevenzione?

herpes zoster quale prevenzione

Herpes zoster: quali sono i sintomi iniziali e come riconoscerlo? Quale prevenzione?

L’Herpes zoster è una eruzione cutanea dolorosa e contagiosa di origine virale che può avere ripercussioni serie nella popolazione fragile. Si tratta di una condizione piuttosto diffusa, che può tuttavia essere efficacemente prevenuta. La dott.ssa Monica Torriani intervista per noi  la Professoressa Roberta Siliquini, Docente di Igiene presso l’Università degli Studi di Torino e Presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI).

Cos’è l’Herpes zoster e qual è la causa?

L’Herpes zoster è un’eruzione cutanea normalmente caratterizzata da vescicole che è causata da una riattivazione del virus della varicella (Varicella zoster, VZV). Questa riattivazione può verificarsi anche a distanza di molti anni dall’infezione ed è relativamente frequente: si stima che si verifichi nel 10-20% della popolazione, in particolare nei momenti in cui le difese immunitarie sono indebolite.

Quali sono i suoi sintomi iniziali e come si può confermare la diagnosi?

I sintomi sono rappresentati dal dolore e dalle vescicole cutanee. Il dolore è bruciante, urente e riferito come estremamente intenso. Altre manifestazioni concomitanti, ma non sempre presenti, sono: febbre, prurito, mal di testa, spossatezza. Per la diagnosi è quasi sempre sufficiente l’ispezione visiva: l’eruzione da Herpes zoster è, infatti, facilmente riconoscibile. Eventualmente, per confermare il sospetto, è possibile eseguire un prelievo di sangue con la ricerca degli anticorpi.

Herpes zoster: quale prevenzione, esistono sistemi di prevenzione? Per chi sono indicati?

I sistemi di prevenzione esistono e sono rappresentati dai vaccini, che costituiscono l’unico strumento contro questa patologia, per la quale non sono invece disponibili trattamenti specifici. I vaccini oggi in commercio sono di due tipi. Il primo è un vaccino vivo attenuato, cioè che contiene l’agente infettivo reso non patogeno: non provoca, quindi, la malattia, ma rende possibile la sintesi degli anticorpi. Per il vaccino attenuato è sufficiente la somministrazione di una dose. I

l secondo è un vaccino ricombinante, che viene inoculato in due dosi, a distanza di 2-6 mesi l’una dall’altra. Il vaccino anti-Herpes zoster è presente nel nostro Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale (PNPV) ed è raccomandato a tutti i soggetti di età superiore ai 65 anni e ai soggetti dai 50 anni in su a rischio per patologie. In questa categoria sono inclusi i soggetti affetti da tumore o da altre malattie che possono, per ragioni diverse, indebolire le difese immunitarie e quindi favorire la riattivazione del virus della varicella.

Non sono segnalati particolari effetti collaterali, se non le reazioni comuni a tutti i vaccini: prurito, dolore nella sede di inoculo, eritema e reazione allergica. Il rischio che si verifichi una reazione allergica è molto basso: si parla di un caso ogni milione di dosi, una frequenza, è bene ricordarlo, molto inferiore rispetto a tanti farmaci di uso comune.

Poco fa accennava ai pazienti oncologici come possibili destinatari dell’offerta vaccinale: anche le persone affette da tumore, quindi, possono vaccinarsi?

Non direi che possono, ma che dovrebbero vaccinarsi. Purtroppo, nei pazienti oncologici, per una serie di ragioni (fra cui anche le terapie), le difese immunitarie tendono ad abbassarsi. È proprio nelle fasi di immunodepressione che si può avere la riacutizzazione dell’Herpes zoster, una condizione che non solo è molto dolorosa, ma richiede delle cure aggiuntive rispetto a quelle che il paziente sta già assumendo, spesso comporta l’ospedalizzazione e può addirittura rallentare la terapia oncologica in atto.

È quindi estremamente importante che i pazienti oncologici si vaccinino, perché nel momento di indebolimento delle difese immunitarie non si verifichi una riacutizzazione del virus e dunque un peggioramento dello stato complessivo di salute, e non si aggiunga alla patologia di base una condizione che, nel migliore dei casi, è comunque molto dolorosa.

Herpes zoster: quale prevenzione? Possono esserci delle controindicazioni alla vaccinazione anti-Herpes zoster?

Non ci sono controindicazioni specifiche. Nel caso il soggetto che intende vaccinarsi abbia già avuto altri episodi di Herpes zoster, è necessario attendere 6 mesi dall’ultimo prima di sottoporsi all’inoculo.

Sulla base della sua esperienza, ritiene che questa malattia sia sufficientemente conosciuta al pubblico, nei suoi aspetti generali?

Sicuramente non è conosciuta la modalità con cui subentra, non è così noto il fatto che la varicella possa riacutizzarsi provocando una sintomatologia come quella descritta. Credo, però, che la malattia sia piuttosto conosciuta come fuoco di Sant’Antonio, soprattutto per il dolore intenso che causa e a causa dell’incidenza relativamente alta nella popolazione. Tutti noi abbiamo un conoscente o un amico che ne ha sofferto e dal quale abbiamo appreso dell’intensità del dolore sperimentato. Quello che forse è meno noto è il fatto che si possa prevenire. Sono disponibili vaccini che ci proteggono dalla malattia e che sono presenti all’interno del Piano Nazionale della Prevenzione: quindi, per i soggetti ricompresi nelle categorie che ho citato prima, la vaccinazione viene offerta gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale.

dott.ssa Monica Torriani per Redazione VediamociChiara
©riproduzione riservata

>>>Guarda anche l’intervista della nostra Malù Barbarulo alla prof.ssa Roberta Siliquini

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La dott.ssa Monica Torriani intervista per noi la prof.ssa Roberta Siliquini– Docente di Igiene presso l’Università degli Studi di Torino e Presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI). Quale prevenzione per l’herpes zoster?

Ultimo aggiornamento: 02 marzo 2024

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