Devo fare un’altra lastra, tra due settimane, per vedere se l’osso si è saldato nuovamente.
È stato stupido.
Si lo ammetto, come molte cose nella mia vita. Ma non esagerare.
Ho sbattuto il piede contro lo spigolo del corridoio. Avevo dei panni piegati in mano, che avevo appena tolto dallo stendino, ma nello stesso tempo mi sono ricordata che dovevo sistemare il divano.
Si infatti, deve essere per quello, perché cammino a papera. Cammini bene tu.
Comunque. Un dolore pazzesco, i panni sono voltati fino al soffitto e il ditino improvvisamente si è gonfiato ed è rimasto tutto di un lato, come se si volesse staccare. Orribile. Ho una foto, poi te la mando. Non è schifoso, è orrorifico.
Se non ritorna a posto, quest’estate, quando ritorno giù per le vacanze, scordati che mi metto i sandali, quelli che mi hai regalato. Già i miei piedi sembrano quelli di un alieno, immagina con questo ditino che se ne va per conto suo. Al mare non ci vengo.
Sono rimasta dieci minuti col piede stretto nella mano e la faccia sprofondata nel cuscino del divano a piangere e urlare dal dolore. Poi ho messo del ghiaccio e ho preso un antidolorifico.
Quanto mi mancate. Qui il sole va via presto. E siccome lavoro tutto il giorno, alle volte lo intravedo solo dalle finestre. E che faccio? Torno a casa, mi faccio una doccia e dormo.
L’ho fasciato con quello che avevo in casa e ho aspettato che arrivasse mattina. Che potevo fare? Non andavo al pronto soccorso alle dieci di notte con la bufera là fuori.
Adesso la fasciatura è professionale, ma per fare la doccia è un casino, devo infilare il piede in un sacchetto di plastica.
No, a mamma non l’ho detto, altrimenti quella si preoccupa ed è capace di prendere il primo volo. Alle volte penso che non sarebbe male, ma che egoismo il mio.
Siamo così lontani, lo so. Mi raccomando, non glielo dire, è una cosa da niente, devo solo avere pazienza. Non mi fa nemmeno più tanto male. Me l’ha detto anche il dottore.
Un tipo interessante. Tutto il contrario del tipo nordico. Qui è tutta una mistura di etnie. Ma che vergogna quando ha dovuto toccarmi il piede da iguana. Mi ha fatto un sacco di domande, ha detto che ama l’Italia. Che carino.
Alle volte sì, mi sento sola, certo, ma lavoro tutto il giorno all’università e non ci penso. Il progetto è fighissimo ed è una grande opportunità. Là me la scordavo questa occasione, lo sai.
E papà, come sta? Gli è passata la tristezza perché sono andata via. Mamma mi ha detto che parla sempre di me con gli amici. Che è orgoglioso di me. Chissà se avrà mai il coraggio di dirmelo.
Tra due settimane spero di incontrare nuovamente il dottore. Se mi dice ancora che ama l’Italia lo invito a mangiare e gli cucino i miei fantastici spaghetti.
Ah, simpatica! Se gli sono piaciuti i miei piedi da extraterrestre il più è fatto.
Milena Martin per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata
								
								
								
								
								
								
								
								
								
								
								
								
								
								





















								


