Il vestito magico

Il vestito magicoAlla fine scelse il vestito coi fiori rossi.

Si era ricordata che un giorno qualcuno, forse sua madre, le disse che il rosso le donava.

Si guardò allo specchio, lisciò i fianchi, si girò di profilo e fu come se si fosse vista per la prima volta dopo tanti anni. Un pensiero la colse impreparata. Si mise a sedere e dietro la tenda del camerino del negozio iniziò a piangere.

La donna, una povera contadina che aveva vissuto tutta la sua vita in silenzio, sottomessa alle prepotenze del marito e poi dei figli, un giorno si era svegliata e aveva iniziato a parlare in francese. La presero per pazza e finirono per chiuderla in un manicomio, persino con la benedizione del prete, e dimenticarsi di lei.

Aveva letto quel romanzo avidamente. Avrebbe dovuto essere al club delle lettrici in quel momento, come ogni sabato, seduta in un angolo. Se fosse stata coinvolta nella discussione avrebbe ripetuto a modo suo concetti che altre avevano già espresso. Tanto le era bastato, fino a quel momento, per sentirsi viva.

E invece, che stupida che era stata. Cosa le era passato per la testa di venire al centro commerciale per comprarsi un vestito nuovo?

Chi sperava che avrebbe potuto comprendere il suo disperato bisogno di essere ascoltata e di essere amata, esattamente come la donna del romanzo?

Si asciugò le lacrime e si soffiò il naso con il fazzolettino di carta del fast food dove aveva mangiato prima di entrare nel negozio dei vestiti. Aveva divorato hamburger e patatine come se fosse a digiuno da giorni e subito dopo, bevendo la bibita gassata, si era sentita in colpa. Per un attimo aveva pensato di correre in bagno a vomitare.

Si guardò nuovamente allo specchio, le sembrò che i fiori del vestito, nel frattempo, fossero appassiti.

Le sue braccia erano grosse, come quelle di sua madre. Non le erano mai piaciute le sue braccia. Le odiava. Aveva sempre invidiato quelle di sua cugina, fini e abbronzate.

Al mare, quando provavano i vestiti e facevano finta di sfilare come le modelle, si incantava ad ammirarle, sembravano così leggere, due fuscelli mossi dall’aria.

Seduti sugli scalini della spiaggia, una volta la cugina si era fatta baciare le spalle e le braccia dal suo ragazzo davanti a lei, per farle ancora più invidia.

Poi gli aveva ordinato “Adesso bacia anche le sue” e si misero a ridere guardandola scappare via rossa di vergogna.

Nessuno aveva mai baciato le sue spalle, nessuno le aveva mai accarezzate guardandola negli occhi. Nessuno che avesse mai provato a perdersi tra le sue braccia. Gli uomini, con lei, avevano sempre avuto molta fretta.

La commessa le chiese se il vestito le stesse bene. Lei aprì la tenda e si fece guardare. “Ti sta benissimo, è perfetto”, le disse. “Il rosso ti dona tantissimo”.

La ragazza si allontanò per cercare un paio di scarpe da abbinare. Lei si guardò nuovamente allo specchio. Si trovò bella e per un attimo pensò che quel vestito fosse magico, perché adesso i fiori erano tornati ad essere splendenti.

 

Milena Martin per Redazione VediamociChiara
© riproduzione riservata

 

Foto da Pexels

Ultimo aggiornamento: 18 agosto 2024

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