Nella cura delle vaginosi batteriche, agli antibiotici bisogna sempre affiancare dei probiotici specifici. Scopri perché.
Secondo le linee guida, il metronidazolo è l’antibiotico di prima scelta per curare le vaginosi batteriche. L’antibiotico, però, agisce arrestando la crescita o uccidendo i batteri, senza distinguere tra batteri buoni e cattivi. Il risultato è un’alterazione dell’equilibrio dei microrganismi presenti a livello vaginale. Fondamentale è quindi abbinare sempre alla cura antibiotica dei probiotici per ripristinare l’equilibrio del microbiota vaginale. Tuttavia, questi ultimi non hanno tutti la stessa efficacia. Il consiglio è di assumere il Lactobacillus crispatus M247, un probiotico specifico che, a differenza degli altri, può essere somministrato contemporaneamente al metronidazolo senza ridurne l’efficacia.
La relazione tra microbiota vaginale e vaginosi batteriche
In condizioni ottimali, il microbiota vaginale è in equilibrio. A predominare sono i lattobacilli che, producendo acido lattico, mantengono il pH vaginale tra 3.8-4.5, livello necessario per ostacolare la proliferazione di microrganismi patogeni e conseguenti infezioni.
Quando questo equilibrio, a causa di diversi motivi, viene meno, possono proliferare alcuni batteri. Il più frequente è la Gardnerella vaginalis.
I sintomi che spesso accompagnano la vaginosi batterica causata da Gardnerella vaginalis sono:
- secrezioni piuttosto fluide bianco-grigiastre;
- cattivo odore (simile al pesce);
- bruciore e prurito locale;
- dolore durante i rapporti.
Perché nella cura delle vaginosi batteriche l’antibiotico non basta?
Tra le cause che possono alterare il pH vaginale, e favorire la comparsa della vaginosi batterica, c’è proprio, (anche se sembra un paradosso) la terapia antibiotica.
Il metronidazolo, è usato per curare le infezioni batteriche, risolve sul momento il problema, ma non aiuta a prevenire le recidive, poiché crea un’alterazione del microbiota.
Quello che si crea è un circolo vizioso. Alla comparsa della recidiva, viene prescritto di nuovo il metrodinazolo. Il risultato è che a poco a poco la Gardnerella diventa resistente all’antibiotico e debellarla è sempre più difficile.
La vaginosi batterica recidivante è quindi spesso da imputare all’alterazione del microbiota vaginale e a un equilibrio mai ritrovato dopo la cura antibiotica.
L’importanza dei probiotici nella cura delle vaginosi batteriche
Come abbiamo visto, riequilibrare il microbiota vaginale è fondamentale non solo nella cura delle vaginosi batteriche ma anche nella prevenzione delle recidive.
Il microbiota vaginale si può riequilibrare attraverso l’assunzione di probiotici specifici.
In particolare, il Lactobacillus crispatus M247, uno dei ceppi di crispatus più studiati, ha dimostrato notevoli capacità di colonizzazione dell’ambiente vaginale. Secondo i risultati delle ricerche, un microbiota in cui vi è predominanza di L. crispatus è associato a un maggiore stato di benessere, con riduzione delle infezioni vaginali.
Una caratteristica peculiare del L. crispatus è la sua resistenza al metronidazolo che consente la co-somministrazione con l’antibiotico. Succede questo: mentre l’antibiotico debella i batteri “cattivi”, il L. crispatus M247, insensibile all’azione del metronidazolo, colonizza l’ambiente vaginale.
L’efficacia del L. crispatus M247 si basa su:
- competizione con altri microrganismi, a cui sottrae nutrienti;
- elevata capacità di aderire all’epitelio vaginale;
- produzione di acido lattico che abbassa il pH vaginale.
Il meccanismo della competizione con altri microrganismi è molto utile soprattutto per quanto riguarda i batteri patogeni, poiché ne contrasta la crescita. È un meccanismo che potrebbe aiutare a ridurre l’antibiotico-resistenza, fenomeno sempre più diffuso che può creare problemi nella cura di molte patologie.
Dove trovo L. crispatus M247?
Lo trovi in Crispact®, un integratore probiotico che rispetta i requisiti del Ministero della Salute. Contiene un elevato quantitativo di lattobacilli (20 miliardi di UFC, Unità Formanti Colonie).
Nella confezione sono presenti 30 stick da sciogliere direttamente in bocca oppure in mezzo bicchiere d’acqua e da assumere lontano dai pasti, preferibilmente due ore dopo la cena.
Gli stick sono senza glutine e senza lattosio e vanno conservati in frigo, a una temperatura compresa tra +2°C e +8°C. Si consiglia un’integrazione per almeno 90 giorni.
Per ulteriori infomazioni visita il sito www.crispact.it
>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo:
- Microbiota vaginale: struttura, analisi e strategia batterica d’intervento clinico (Intervento del Dott. F. Di Pierro)
- Microbiota vaginale e patologie correlate. Il caso del… paziente con infezioni vaginali recidivanti. (Intervento del Prof. F. Murina e del Dott. F. Di Pierro)
- Il microbiota vaginale e l’infezione da HPV: un nuovo fattore prognostico e terapeutico. (Intervento del Dr. R. Senatori)
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Redazione VediamociChiara
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Secondo le linee guida, il metronidazolo è l’antibiotico di prima scelta per curare le vaginosi batteriche. L’antibiotico, però, agisce arrestando la crescita o uccidendo i batteri, senza distinguere tra batteri buoni e cattivi. Il risultato è un’alterazione dell’’equilibrio dei microrganismi presenti a livello vaginale. Fondamentale è quindi abbinare sempre alla cura antibiotica dei probiotici per ripristinare l’equilibrio del microbiota vaginale. Tuttavia, questi ultimi non hanno tutti la stessa efficacia. Il consiglio è di assumere il Lactobacillus crispatus M247, un probiotico specifico che, a differenza degli altri, può essere somministrato contemporaneamente al metronidazolo senza ridurne l’efficacia.
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