Una sindrome che le donne conoscono molto bene, così come conoscono bene la reticenza degli altri nel credere che i disturbi siano reali e (spesso) invalidanti.
Sintomi non solo fisici, ma anche psicologici, che si manifestano nei giorni precedenti all’arrivo delle mestruazioni. L’unica cosa buona, a ben guardare, è che spariscono con lo sparire delle “rosse”. Ma a che prezzo?
Quegli odiosi sintomi
Spesso si soffre in silenzio, neanche fosse un castigo divino ereditato dalla mitica disubbidienza di Eva. Ma i numeri dovrebbero farci riflettere: circa il 20/40% delle donne in età fertile, denuncia sintomi premestruali da “moderati a gravi”. Poi c’è un 3-9% che soffre più delle altre. In questo caso il malessere non è più un disturbo premestruale, ma disturbo disforico premestruale (PMDD).
Un disturbo che interessa la stragrande maggioranza delle donne, durante la fase luteale del proprio ciclo mestruale, ovvero nei 14 giorni che separano l’ovulazione dall’arrivo delle mestruazioni.
Giorni che si caratterizzano per una serie di malesseri:
- Voglie alimentari che ci fanno somigliare a delle donne gravide
- Crampi al ventre
- Tensione al seno
- Dolore ai reni
- Stanchezza
- Etc.
E poi ci sono anche loro, gli sbalzi e i cambi di umore.
Che cos’è il disturbo premestruale disforico?
Il disturbo premestruale disforico è un’estensione grave, una forma severa, talvolta disabilitante della sindrome premestruale.
Secondo l’Associazione internazionale per i disturbi premestruali (ITAPMS), i sintomi sono:
- Tristezza, depressione, persino pensieri suicidi
- Sensazione di tensione o ansia
- Attacchi di panico, sbalzi d’umore o pianti frequenti
- Irritabilità e rabbia nei confronti degli altri
- Mancanza di interesse per le attività quotidiane e le relazioni
- Problemi di concentrazione
- Stanchezza
- Sregolatezza alimentare
- Difficoltà nel dormire
- Etc.
Le cause della sindrome premestruale
A livello ormonale la sindrome può essere causata dalla diminuzione della serotonina presente nel nostro organismo, da un disequilibrio nel dosaggio di estrogeni e progesterone, o da un calo di magnesio, che può contribuire al sopraggiungimento di cefalea, gonfiore o crampi.
Ma come esserne certe? Per una corretta diagnosi è importante (e consigliato) compilare un diario) su cui annotare i fastidi più frequenti per almeno 6 mesi. Lo si porterà poi dalla propria ginecologa, che così potrà giungere a una diagnosi corretta.
- Per un approfondimento: ONDA (Osservatorio Nazionale della Salute della Donna e di Genere)
- Fonte notizia: Humanitas Salute
Redazione VediamociChiara
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Take Home Message – Disturbo premestruale
Una sindrome che le donne conoscono molto bene, così come conoscono bene la reticenza degli altri nel credere che i disturbi siano reali e (spesso) invalidanti. Sintomi non solo fisici, ma anche psicologici, che si manifestano nei giorni precedenti all’arrivo delle mestruazioni. L’unica cosa buona, a ben guardare, è che spariscono con lo sparire delle “rosse”. Ma a che prezzo?
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