La Riforma dell’Assistenza agli Anziani Non Autosufficienti: un Primo Passo

Anziani Non Autosufficienti:

La riforma dell’assistenza agli Anziani Non Autosufficienti: quali novità

Una riforma storica, quella dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Dopo una fase preparatoria per rodare le nuove soluzioni socio-assistenziali, il via definitivo ci sarà nel 2025

Anziani Non Autosufficienti: la Riforma è Legge

In un’Italia sempre più anziana, l’allungamento dell’età non sempre coincide con il rimanere in salute e in forze.

Per fortuna è stata varata la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. È esattamente il Decreto Legislativo attuativo della Legge Delega 33/2023 contenente la riforma della non autosufficienza. Il testo di legge sviluppa il progetto per il futuro dell’assistenza agli anziani previsto dalla Legge Delega. E rientra nelle iniziative del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza (che aveva abbastanza dimenticato i cittadini over).

Anziani Non Autosufficienti: gli obiettivi della Riforma

Si tratta di una riforma storica con l’obiettivo di soddisfare le esigenze degli attuali quasi 4 milioni di anziani non autosufficienti del nostro paese.

Tra i suoi obiettivi: la costruzione di un sistema unitario di interventi per gli anziani non autosufficienti. Ovvero una programmazione unitaria per la non autosufficienza, a livello centrale, regionale e locale, per quanto riguarda i settori della sanità, del sociale e delle prestazioni monetarie Inps.

Insomma, i diversi attori pubblici coinvolti per utilizzare l’insieme delle risorse per la non autosufficienza, mantenendo invariate le rispettive competenze. Per questo, è stato individuato tra l’altro lo strumento detto Snaa (Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente).

Nel decreto attuativo che ha portato alla definizione della riforma, però, questo strumento è cambiato. La programmazione integrata degli interventi non riguarda più l’insieme delle misure, ma solo gli interventi nel settore sociale e dunque non nel sanitario.

Anziani Non Autosufficienti: i dubbi degli addetti ai lavori

C’è un po’ di preoccupazione da parte degli esperti del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, un insieme di 60 organizzazioni coinvolte in vario modo nel mondo degli anziani.

Il Patto pensa sia sfumato, per il momento almeno, un nuovo

modello di servizi domiciliari specifico per la non autosufficienza. Ci si aspettava una più specifica e corretta visione circa la durata dell’assistenza fornita e i professionisti di diversa competenza. L’attuale Assistenza domiciliare integrata, l’Adi, da parte delle Asl, prevede ad esempio una durata massima di tre mesi.

La non autosufficienza invece può essere molto più lunga, anche anni. In sostanza, da questo punto di vista, non ci sono i cambiamenti auspicati.

Anziani Non Autosufficienti: le conferme del Governo

Eppure, proprio l’integrazione sociosanitaria è un punto di forza della riforma, come ribadito più volte da Maria Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Un’integrazione, sottolinea Bellucci, che sarà un obbligo per gli assessorati competenti a livello regionale e comunale, nonché per i distretti sanitari, e che verrà monitorata dai diversi dicasteri coinvolti.

È da notare che questa riforma sarà attuata progressivamente, per arrivare a un pieno coinvolgimento a vantaggio dei cittadini, gli anziani non autosufficienti ma anche le loro famiglie e chi si occupa di loro.

Anziani Non Autosufficienti: la prestazione Universale 

Un elemento importante che le associazioni ritengono essere rimasto in ombra è il discorso della prestazione universale, legata alla riforma e all’integrazione dell’indennità di accompagnamento.

Al momento, per il biennio 2025-2026 il Governo ha previsto 850 euro mensili per gli ultra 80enni, ma solo per quelli con Isee fino a 6mila euro, in via sperimentale e senza toccare chi ha i requisiti per l’attuale indennità di accompagnamento.

Dunque la nuova prestazione riguarderà giustamente una bassa percentuale di persone più svantaggiate dal punto di vista economico, senza sostenere però le classi medie.

Questione di risorse?

Per la prestazione sono messi in cantiere 500 milioni di euro su una cifra di 1 miliardo a disposizione.

Sono 400 i milioni per l’assistenza domiciliare e la telemedicina, e 100 per le cure palliative.

La riforma per gli anziani non autosufficienti rimane comunque in fase preparatoria, per giungere in modo efficace alle loro necessità

Dott.ssa Cinzia D’Agostino per Redazione VediamociChiara ©riproduzione riservata

 

Ultimo aggiornamento: 30 giugno 2024

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