Parliamo di sessualità maschile, con il dott. Marco Silvaggi di Men’s life.
Oggi parliamo di sessualità maschile con il dott. Marco Silvaggi, dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma e autorevole voce di Men’s Life, la nuova piattaforma in Rete per occuparsi non solo della salute della donna e della famiglia, il focus di VediamociChiara, ma anche un’attenzione dall’altra parte.
Oggi parliamo della sessualità, che cambia nel corso della nostra vita. Sia per l’uomo che per la donna. Ma come?
Sicuramente i cambiamenti della sessualità nella vita di una donna sono molto più evidenti da un punto di vista sociale. Rimarcati da una serie di tappe, dall’inizio dell’età fertile, dalla gravidanza, anche dalla menopausa, ci sono tanti punti che sottolineano questo cambiamento.
Nella vita dell’uomo questo è molto meno presente, nel senso che da una parte ci sono meno coinvolgimenti fisici, e quindi è più facile immaginare che non ci siano mutamenti, dall’altra, anche la cultura maschile tende a non condividere i propri cambiamenti, che come tutti i cambiamenti ha i propri sensi di smarrimento e difficoltà. L’uomo tende ad immaginare che per essere un vero uomo non debba mai condividere sentimenti di incertezza. Quindi deve nascere pronto e sentirsi sempre pronto. Tende allora a presentarsi sempre uguale, mai incerto e mai in mutamento.
Come mai c’è questa sorta di tabù culturale? Per esempio la prima visita dal ginecologo, è la mamma che accompagna la bambina, ma in realtà non c’è il corrispettivo per un ragazzo di 16 anni che si affaccia alla sessualità. Con l’abolizione della leva militare obbligatoria, che era un grande screening per tutti, c’è una specie di “occultamento” dello stato di salute sessuale per gli uomini.
Questa differenza nasce da una visione molto diversa del contributo maschile e femminile alla nascita dei bambini. Per le donne c’è una visione legata alla complessità del loro coinvolgimento nella nascita. L’uomo sembra avere un ruolo più marginale. Quindi viene “osservato” di meno.
Questo influisce culturalmente anche sull’attenzione della salute. Questo produce un effetto concreto per cui gli uomini sono meno spinti a controllarsi, si immagina che tutto vada bene e che siano sempre in grado di contribuire alla nascita di un bambino. Questo a volte può essere un pregiudizio importante, perché gli uomini arrivano alla prima consultazione quando hanno una difficoltà ad arrivare ad una gravidanza con la loro partner, ma in età molto tarda. Intorno ai 40 anni. Quindi manca la prevenzione.
Invece gli uomini che hanno superato la soglia degli Anta e che hanno l’ansia da prestazione. Prima lei nel backstage mi diceva “L’uomo è competitivo da un punto di vista sessuale, soprattutto, la donna no.”. Perché?
Perché l’uomo per avere una sessualità deve conquistare molto di più. Quindi deve porsi come competitivo. La cultura maschile incita la competizione, alla preponderanza fisica e questo può essere un problema per le persone che poi attraversano quella fase della vita dove sono altre le qualità che possono essere messe in mostra, sono altri i valori dell’età matura. Mentre quelli della forza e della preponderanza sono più tipici della prima fase della vita.
Ci lasciamo con un suo consiglio agli uomini, come vivere serenamente la loro sessualità?
È importante essere lontani dagli stereotipi, non accettare i messaggi che dicono che l’uomo deve essere fatto in un certo modo. Ogni persona è diversa, e il modo migliore per stare in contatto con il proprio benessere è quello di non allontanarsi mai da se stessi.
La dott.ssa Simona De Santis intervista il dott. Marco Silvaggi per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata
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Oggi parliamo di sessualità maschile, con il sessuologo dott. Marco Silvaggi, dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma.
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2 risposte
un intervento chiarissimo. complimenti davvvero a voi tutti e al dott. Silvaggi!
Grazie Franca, gireremo i complimenti a tutto lo staff e al dott. Silvaggi che tornerà a trovarci per parlarci ancora di questo tema. Buona giornata! … Redazione VediamociChiara