Oltre 90 donne dall’inizio di quest’anno. Una media raccapricciante di una donna ogni tre giorni. Ad ucciderle partners o ex partners
Violenza contro le donne – Si tratta, di solito, di donne quasi sempre giovani, molte anche con figli piccoli (bambini innocenti che il delitto condanna ad un futuro difficile e doloroso), comunque di donne nel pieno di un’esistenza che avevano tutto il diritto di vivere fino in fondo e che la furia bestiale di un uomo ha barbaramente spezzato.
Sulle possibili pulsioni che possono spingere un uomo all’apparenza normale a trasformarsi in belva, non mi soffermo perché è argomento abbondantemente trattato altrove.
Violenza contro le donne – Questo breve articolo sulla violenza contro le donne, invece, ha lo scopo di porre alcune domande.
In questa società in cui il vivere civile è impostato su di un patto che sta alla base delle leggi che regolano i nostri comportamenti, sono stati creati anche gli strumenti che devono favorire la conformità di detti comportamenti a quelle regole e previsti sistemi per convincere o costringere i componenti della comunità ad attenervisi.
Violenza contro le donne – In una società come la nostra, la cui Costituzione riconosce e sancisce il diritto al rispetto della persona
Tutti i cittadini, compresi donne, bambini, invalidi e anche chiunque altro si trovi in una qualsiasi condizione di inferiorità sono “persone” e che con tale principio mostra di volersi sempre più allontanare da un regime patriarcale, il quale invece, come sappiamo, enfatizza la legge del più forte, il caso in cui un uomo impedisca ad una donna (chiunque essa sia e per qualunque ragione) di essere libera nelle sue scelte, torturandola psicologicamente o fisicamente, perseguitandola, uccidendola, costituisce di conseguenza uno dei crimini più gravi, non solo nei confronti della vittima, ma anche nei confronti della comunità intera.
Violenza contro le donne – Il cittadino appena nasce è affidato alle cure dei genitori.
Man mano che cresce, la cura assume forme sempre più varie perché all’opera dei genitori si aggiunge quella della scuola (intesa in tutte le possibili specialità), la quale deve fornire al ragazzo/a i mezzi per ampliare le sue capacità psico-fisiche al fine di renderlo/a idoneo alla vita associativa e di trovare dentro di sé, nella legalità, le soluzioni per affrontare un’esistenza sempre più complessa. Poi, quando diviene adulto, molte organizzazioni pubbliche, quali in particolare la Polizia e la Magistratura, dovrebbero garantirgli un giusto esercizio dei propri diritti, impedire soprusi e vigilare sul tranquillo e ordinato svolgersi della vita in comune.
Violenza contro le donne – Ciò premesso, viene naturale porsi le seguenti, fondamentali domande:
- Cosa fanno i genitori per abituare il bambino/a a rispettare “l’altro da sé” e a sviluppare un equilibrato senso di se stesso/a sin dai primi istanti della sua esistenza, affinché nella sua coscienza si stampi un “imprinting” in tale direzione formativo e incancellabile?
- Cosa si fa per preparare i genitori al difficile impegno che loro assumono mettendo al mondo un figlio/a, al fine di aiutarli a capire quale può essere il metodo migliore per risolvere problemi a volte assai pesanti e a non abdicare alle loro responsabilità?
- Cosa si fa per aiutare il genitore singolo in difficoltà (molto spesso una donna, in preda a problemi economici, di lavoro, di cura nei confronti di familiari incapaci, spesso sola o con un partner latitante) per sollevare dalle sue spalle, almeno in parte, il suo schiacciante e angosciante carico di obblighi?
- Cosa fa la scuola, per assicurare sin dalla prima infanzia ambienti sereni, improntati alla gioia di vivere insieme, esperienze ludiche e formative? E poi, divenuti più grandi i ragazzi, per insegnare loro oltre agli elementi culturali propri del corso di istruzione, anche i principi della correttezza, della legalità e del rispetto non solo di sé ma anche dell’altro/a?
- Infine, cosa fanno e di quali mezzi dispongono le strutture pubbliche che hanno il compito di assicurare al cittadino/a protezione quando questi si trova in condizioni di difficoltà; in particolare, e nel caso specifico del problema che sto trattando, cosa fanno la Polizia e la Magistratura quando una donna si rivolge loro per chiedere aiuto e fa una denuncia nella quale evidenzia maltrattamenti e pericoli? Come e quando essi sono in grado di intervenire, sapendo che da quel momento, e proprio in conseguenza di quella denuncia, il pericolo che incombe su di lei è destinato a crescere in modo esponenziale?
- Cosa si sta facendo per neutralizzare, e non solo temporaneamente, le persone che mostrano nel carattere e nel comportamento di non essere capaci di accettare la realtà, di rispettare la volontà altrui, quando è diversa dalla propria, e che cercano di ottenere con la violenza e la persecuzione ciò che viene loro negato?
- Cosa fanno le persone vicine (parenti, amici, vicinato) quando notano segni che avvalorano giusti sospetti o, peggio, che addirittura vengono a conoscenza della realtà violenta che opprime ed imprigiona una donna, per aiutarla a trovare una via di uscita?
Ciascuno di noi, qualunque ruolo rivesta, deve porsi tutte queste domande e molte altre per capire se sta facendo nel migliore dei modi il suo dovere
Per prevenire e proteggere se stesso e gli altri dall’illegalità, dal crimine e dal manifestarsi di istinti bestiali che possono albergare nel fondo oscuro della coscienza umana, affinché finalmente a buon diritto possa esclamare: ”Mai più”, nei confronti di una tale feroce, ancora inesauribile, orrenda mattanza.
dott.ssa Silvana Vitali per Redazione VediamociChiara
© riproduzione riservata
…
Take Home Message
Violenza contro le donne – Alcune domande che ciascuno di noi, qualunque ruolo rivesta, deve porsi per capire se sta facendo, nel migliore dei modi, il suo dovere per prevenire e proteggere se stesso e gli altri dall’illegalità, dal crimine, e dal manifestarsi di istinti bestiali che possono albergare nel fondo oscuro della coscienza umana.
Tempo di lettura: 3 minuti