Vampate e Rischio Cardiovascolare Intervista alla dott.ssa Adele Lillo

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vampate e rischio cardiovascolare

 

Si parla sempre più spesso di una relazione tra vampate e rischio cardiovascolare. Per fare chiarezza su questo punto abbiamo intervistato la

dott.ssa Adele Lillodott.ssa Adele Lillo cardiologa  specializzata nella Cardiologia di Genere,  Responsabile Ambulatoriale di Cardiologia presso l’ASL di Bari e Membro Direttivo dell’A.R.C.A. Puglia e coordinatore Nazionale del Gruppo di Medicina di Genere dell’A.R.C.A. 

Qual è la relazione tra vampate e rischio cardiovascolare per le donne in menopausa?

Si è sempre pensato che la menopausa e il disturbo classico cioè le vampate di calore fossero un problema più strettamente ginecologico, e invece si è visto ormai che c’è una stretta correlazione tra le vampate di calore e un rischio cardiovascolare. Le donne che hanno vampate – vale a dire un numero di vampate importanti, sia come intensità che come frequenza – non soltanto hanno una limitazione della loro qualità di vita, che spesso si traduce anche in un disagio sociale e lavorativo, ma i sintomi vasomotori, più propriamente detti, si associano sempre ad un profilo di rischio cardiovascolare più sfavorevole e sono associate a una maggior comparsa di osteoporosi e di declino cognitivo.

Un altro importante aspetto ormai che dobbiamo considerare a partire già dalla perimenopausa sono tutte le trasformazioni nella fisiopatologia femminile.
La perimenopausa è un importante momento di screening delle donne perché inizia la comparsa di insulino-resistenza, della sindrome metabolica con la comparsa di aumento del colesterolo cattivo e dei trigliceridi, e quindi anche la possibile ridistribuzione del grasso viscerale, che aumenta l’adiposità viscerale. Questa trasformazione generale nel corpo femminile si associa anche alle vampate anche alla presenza di stati ansioso-depressivi e di insonnia, favorita anche dalle vampate notturne. Il tutto ovviamente aumenta il rischio cardio e cerebrovascolare della donna. quando parliamo di rischio cardiovascolare

Parlando di vampate e rischio cardiovascolare, cosa si intende esattamente con rischio cardiovascolare?

Quando le nostre pazienti vengono in ambulatorio per iniziare la valutazione del rischio cardiovascolare, il momento fondamentale della visita cardiologica prevede proprio una corretta anamnesi. Raccogliamo per intero la storia della paziente, che abbraccia tutti i momenti fisiologici: quindi l’età del menarca, l’eventuale presenza di gravidanze, se è in uno stato di perimenopausa, la familiarità per ipertensione, per dislipidemia, per diabete. Inoltre, andiamo a considerare anche tutti quei fattori che possono aver accompagnato la donna in giovane età, tipo la sindrome dell’ovaio policistico, l’eventuale impiego di terapia contraccettiva, eventuali aborti spontanei, prima di una gravidanza normale, tutti aspetti che  possono aumentare il rischio cardiovascolare: ovvero la probabilità che una donna possa sviluppare degli eventi cardiovascolari acuti , quali possono essere l’infarto e l’angina oltre alla manifestazione proprio di una ipertensione arteriosa e di un’ipercolesterolemia.

Nella donna, oltre ai fattori di rischio tradizionali, come ipertensione e diabete, aggiungiamo anche questi fattori specifici delle fasi della vita di una donna. L’anamnesi si completa con visita ostetricoginecologia, la storia cardiologica e anche metabolica, qualora sia già comparso un diabete o ci sia comunque una sindrome metabolica, l’eventuale fumo di sigaretta, non meno importante nelle patologie oncologiche – come, ad esempio, cancro al seno e le terapie non soltanto chemioterapie, ma anche radioterapia sul lato sinistro, che si è visto comunque favorire peggiorare il rischio cardiovascolare.

Ci sono altri strumenti diagnostici che vengono messi in campo per fare questo tipo di diagnosi?

Per valutare il rapporto tra vampate e rischio cardiovascolare, dopo aver fatto un’attenta valutazione anamnestica, andiamo a richiedere un doppler carotideo per vedere l’eventuale presenza di ispessimenti o di vere e proprie placche di stenotiche, che possano essersi formate negli anni, proprio perché la paziente non ha tenuto sotto controllo il controllo, è importante fare anche un’ecografia cardiaca, attraverso la quale assieme all’elettrocardiogramma di base, possiamo avere importanti informazioni su eventuali spessori delle pareti cardiache, riscontrare ipertrofie, valutare la contrazione cardiaca e l’eventuale presenza di anomalie delle valvole cardiache.  Solo così possiamo determinare poi il follow-up, cioè il tempo dei controlli che la nostra paziente dovrà effettuare.

Ovviamente tutto questo non può prescindere da una valutazione multidisciplinare, perché crediamo molto nella multidisciplinarietà e attraverso agende di gruppo inviamo la paziente alla collega ginecologa, consigliamo fortemente il counseling psicologico, proprio per sostenere questo importante momento di trasformazione e di passaggio, consigliamo una valutazione ortopedica o fisiatrica, proprio perché abbiamo visto, specie quando sono presenti i sintomi vasomotori importanti, che ci possono essere osteoporosi gravi che vanno chiaramente trattate.
Si tratta quindi è una valutazione piena e completa che va ad abbracciare le nostre donne a 360°

>> Per un approfondimento riportiamo qui di seguito il sito della dott.ssa Adele Lillo

>>> Puoi vedere l’intervista completa alla dott.ssa Lillo sul canale Youtube di VediamociChiara

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4 risposte

  1. Questa relazione mi inquieta un po’! Non solo abbiamo le vampate, ma possono essere un ulteriore fattore di rischio per noi. Uffa

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