Una malattia, quella di Alzheimer, che ha nella prevenzione, la migliore alleata
Diagnosticare e rallentare la malattia anche di 10 anni è possibile. A patto di sapere riconoscere i sintomi. In questo modo possiamo provare a spostare nel tempo tutti quei problemi di memoria e di orientamento che peggiorano la qualità della terza e della quarta età. E con la prevenzione possiamo fare molto!
La memoria è un campanello d’allarme
Non tanto la parola che non viene alla mente e si ferma “sulla punta della lingua”, ma la difficoltà a ricordare gli eventi più prossimi, quelli dei giorni precedenti. Questi sono i sintomi più significativi. Altri sono un aumento dell’irritabilità, dell’ansia, così come uno scarso desiderio di stare con gli altri.
Non si tratta solo di un problema che riguarda la terza età. Oggi sappiamo che chi ha problemi di memoria ha dal 12 al 25% di probabilità in più di soffrire di Alzheimer.
Sintomi come questi, pur essendo aspecifici, non andrebbero sottovalutati. È importante rivolgersi ad un neurologo, evitando di attribuirli frettolosamente al tempo che passa (allo stress o alla menopausa).
La visita dal neurologo
La visita è importante anche perché oggi è possibile una diagnosi precoce, grazie a test ed esami specifici. Ma come si svolge la visita?
Si inizia con il colloquio. Un momento importante perché serve per conoscere la persona, i suoi ritmi di vita, i disturbi che lamenta, la presenza di casi di Alzheimer in famiglia. Poi ci sono particolari test per valutare le varie capacità cognitive, dall’attenzione al calcolo, dal linguaggio alla rievocazione.
Alzheimer. Giochiamo d’anticipo – Dal test le risposte per un intervento personalizzato
La dott.ssa Roberta Perri, responsabile di una delle équipe del Centro per i disturbi cognitivi e le demenze della Fondazione Santa Lucia di Roma, centro d’eccellenza a livello internazionale precisa che:
“Dal test si potrà capire se insistere con gli esami diagnostici, che prevedono una risonanza magnetica. Serve per misurare le attività dell’ippocampo, l’area cerebrale per prima coinvolta dalla malattia. L’altro esame è la PET, indispensabile per controllare il metabolismo del glucosio, vale a dire, della “benzina” che serve al cervello per funzionare al meglio (questo perché in caso di Alzheimer si verificano dei cali nel consumo). L’ultimo è l’analisi del liquido cerebrospinale che evidenzia la beta-amiloide e la TAU, le due proteine che si accumulano in chi ha l’Alzheimer.”
Come possiamo fare prevenzione?
E mentre la ricerca va avanti, cos’altro possiamo fare? Possiamo tenere in allenamento la mente. Come facciamo con il corpo. Un grande aiuto viene dai cruciverba, non solo d’estate sotto l’ombrellone. Si tratta di esercizi mnemonici validissimi tutto l’anno. Permettono, divertendosi, un allenamento cognitivo costante che allontana il rischio di Alzheimer.
Ma per chi non ama cruciverba e rebus? Gli esperti consigliano anche imparare qualcosa di nuovo e bello, come suonare uno strumento musicale, imparare una nuova lingua (ma anche una lingua morta, come il latino ed il greco, perché no!) o persino il giapponese come la nostra Malù. Tutti validi modi per tenere memoria e attenzione allenate!
E che dire allora dell’alimentazione? Sempre importante, anche in questo caso. Così come stare lontani dai vizi, come il fumo. Aggiungendo a tutto questo anche una regolare attività fisica e le giuste ore di sonno. Insomma i must di una vita sana e longeva.
Redazione VediamociChiara
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>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo:
- Menopausa – Prevenzione in ogni fase della vita – Ministero della Salute
- Benessere in menopausa – Il Vademecum dell’associazione ONDA – Osservatorio Nazionale per la Salute della Donna e di Genere
- SIM – Società Italiana Menopausa
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Take Home Message – Alzheimer. Giochiamo d’anticipo
Diagnosticare e rallentare la malattia anche di 10 anni è possibile. A patto di sapere riconoscere i sintomi. In questo modo possiamo provare a spostare nel tempo tutti quei problemi di memoria e di orientamento che peggiorano la qualità della terza e della quarta età. E con la prevenzione possiamo fare molto!
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