Che cos’è la MICS Microbiota International Clinical Society (Società Internazionale di Studi Clinici sul Microbiota) e quali sono i suoi obiettivi?
Lo abbiamo chiesto al presidente Prof. Francesco di Pierro presidente MICS Microbiota International Clinical Society – Società Internazionale di Studi Clinici sul Microbiota
Quali sono gli obiettivi della MICS Microbiota International Clinical Society?
La MICS Microbiota International Clinical Society è una società scientifica aperta, almeno nell’ascolto ovviamente anche a persone che non sono necessariamente degli scienziati, mentre per una possibilità di interlocuzione è necessario essere un medico, un biologo o comunque una figura che in qualche modo è coinvolta in toto nell’ambito degli studi sul microbiota.
D’altra parte, negli ultimi anni, “microbiota” è la parola più digitata nei portali di medicina del mondo come PubMed o Google scholar dopo “covid-19”.
Il primo intento di questa società non è solo studiare il microbiota, e di certo non mancano organizzazioni e istituzioni che lo facciano, ma è fare in modo che tanta ridondanza di dati venga traslata in ambito clinico e al momento non è così, anzi.
Facciamo un esempio: esistono gli studi sull’intolleranza al lattosio, esistono i test per misurare l’intolleranza al lattosio ed esistono indagini cliniche routinarie per verificare se si è intolleranti al lattosio da una parte, e dall’altra esiste il microbiota ed esistono le analisi e gli studi sul microbiota; ma non esiste la possibilità di andare in ospedale e farsi analizzare il microbiota, per capire se è il microbiota il responsabile di tale intolleranza.
Quindi il primo obiettivo è quello di riuscire a pavimentare un percorso che conduca all’uso delle analisi del microbiota su una base più routinaria, più convenzionale
Non deve essere necessario andare in un centro iperspecialistico per farsi analizzare il microbiota, si deve poter andare in un qualunque ospedale per farlo analizzare e poi ci si recherà dallo specialista che ne interpreterà i risultati, come per qualunque altro tipo di indagine.
Il secondo obiettivo è quello di formare esperti nell’interpretazione delle analisi del microbiota
Solo dopo l’interpretazione si può dare un consiglio terapeutico che potrà essere una dieta, una terapia batterica probiotica o l’utilizzo anche di alcuni peculiari antibiotici che si danno con finalità proprio di intervento sul microbiota
Il terzo obiettivo è il riconoscimento della rimborsabilità di queste analisi che al momento sono molto costose
Il quarto obiettivo è quello terapeutico e questo vuol dire spostare il punto di vista dalla terapia probiotica verso una terapia batterica di precisione
Ovvero rispondere a domande del tipo “come possiamo isolare batteri in maniera più consistente”, “è possibile creare una sorta di banca del microbiota, dove ognuno di noi possa conservare il proprio sano e farselo reinserire in caso di problemi o necessità”
Facciamo un esempio: poniamo di vivere a Milano e di decidere di fare un viaggio in Madagascar, cambiamo di cucina, cambiamo di abitudini, troviamo diversi criteri di sicurezza alimentare e durante il soggiorno abbiamo sviluppato una gastroenterite; al nostro rientro l’intestino è completamente scombussolato a questo punto potremmo immaginare di farci reinoculare il nostro microbiota sano, per aiutare l’intestino a tornare sano e in forma più rapidamente.
Un’ultima riflessione
Si pensa sempre alle terapie batteriche ai probiotici come qualcosa che abbia a che fare con essere come l’uomo e i mammiferi, in realtà non è così perché i batteri sono ovunque: sono sul tavolo, sono sulla scrivania ed è anche lì che si possono sviluppare delle infezioni, ma noi possiamo difendercene con le competizioni tra batteri: pensiamo agli ospedali, agli asili, alle scuole. Ogni batterio ha il suo antagonista, se si mettono in competizione, prima di “attaccare” l’uomo, i batteri dovranno combattere l’antagonista e così si ridurrà enormemente la carica batterica e la capacità infettante.
Un nuovo approccio alla cura di alcune patologie e anche di alcuni disturbi non solo del nostro apparato digerente.
La rivista The Lancet, che è la rivista scientifica più importante al mondo, nel 2023 ha pubblicato una revisione di dati dichiarando che esiste proprio un microbiota intestinale tipico del depresso, che non ha problemi gastro intestinali, ma ha problemi al sistema nervoso centrale ed esiste un microbiota che costruisce quella depressione e questa cosa è acclarata dalla più grande rivista del mondo in assoluto dove selezionano i premi Nobel.
Ecco perché è opportuno analizzare il microbiota e traslare in chiave clinica i risultati dei test che si fanno.
Puoi vedere l’intervista completa qui
Prof. Francesco di Pierro presidente MICS Microbiota International Clinical Society – Società Internazionale di Studi Clinici sul Microbiota per Redazione VediamociChiara
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