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Il Vaginismo: Cos’è?

vagisnimoIl vaginismo è una condizione caratterizzata da un improvviso irrigidimento dei muscoli vaginali al momento dell’inserimento di un corpo esterno.

Si tratta quindi di una reazione condizionata dall’associazione di dolore e paura ai tentativi di penetrazione vaginale o anche alla sola fantasia di penetrazione. Quali sono le cause? Esistono cure?

Cosa succede a livello clinico e anatomico?

In realtà nulla, i genitali della donna che soffre di vaginismo sono normali. Tuttavia, quando si tenta la penetrazione, l’accesso vaginale sembra quasi sigillato, o meglio, si serra così tanto che l’atto sessuale è impossibile e persino gli esami vaginali si effettuano spesso sotto anestesia.

Non si riesce a valutare con precisione quante donne ne siano effettivamente colpite, anche se circa il 15-17% delle donne che si sottopongono a frequenti controlli ginecologici dichiara di soffrire di questo disturbo.

Quali sono i sintomi del vaginismo?

Non si deve sottovalutare il vaginismo perché è una vera e propria patologia. I fattori chiave che la scatenano sono, da una parte la fobia del sesso e dall’altra lo spasmo muscolare della vagina. Per capire la gravità del disturbo e come rapportarcisi, è consigliabile focalizzarsi sull’intensità di queste caratteristiche, quindi sia della fobia (che si può misurare su una scala di valori ideale: lieve, moderata, grave), sia sull’intensità dello spasmo. Si parla di basso grado di gravità dello spasmo quando la contrazione scompare con la semplice rassicurazione verbale e quindi, in questo caso, la penetrazione è, in genere, possibile. Quando invece lo spasmo si prolunga nel tempo, spesso, il rapporto è accompagnato anche da un discreto dolore (ovvero la dispareunia). Negli stadi di gravità superiore, la penetrazione è conseguentemente molto difficile se non impossibile, poiché la contrazione è così stretta da impedire il rapporto.

Inoltre, ne esistono varie tipologie: scopriamole insieme. Si tratta di vaginismo permanente quando il disturbo è presente fin dall’inizio dell’attività sessuale. Se, invece, si è sviluppato dopo un periodo di andamento normale, si parla di vaginismo acquisito.

In aggiunta, questo disturbo può essere situazionale, ovvero se si verifica solo con un certo tipo di stimolazione, in certe situazioni e con certi partner, o generalizzata, se si verifica sempre indipendentemente dalla situazione, dal tipo di stimolazione e dal partner.

Quali sono le conseguenze del vaginismo?

Questa situazione può portare ad alcune conseguenze. Primo fra tutte, sono sicuramente le ripercussioni sul partner, poiché il rifiuto dell’atto sessuale da parte della donna, provocato dal vaginismo, può far sentire l’uomo inadatto, frustrato ed incapace di soddisfare i desideri della propria donna: il deficit di mantenimento erettile rappresenta sicuramente l’effetto più immediato, che, se protratto nel tempo, si potrebbe riflettere sulla sterilità. Non è infatti un caso che tra il 5 e il 7% delle coppie (impropriamente) “sterili” si registri una mancanza di rapporti sessuali.

Un’ulteriore ed inevitabile conseguenza è la progressiva perdita del desiderio sessuale, associata ad un’incapacità di eccitazione sessuale col partner: l’intimità erotica viene meno ed il partner, demotivato, insoddisfatto e depresso, non si sente “all’altezza”. Paradossalmente, la donna colpita da vaginismo, affetta dal disturbo, è definita come “colei che induce il sintomo” e quindi l’uomo è “colui che porta il sintomo”, poiché la sensazione (infondata) di colpevolezza può provocare disfunzioni sessuali quali deficit erettili, incapacità di mantenere l’erezione, perdita del desiderio ed eiaculazione precoce.

Pensate che il vaginismo risulta essere tra le prime cause di matrimonio non consumato!

Quali sono le cause del vaginismo?

Da cosa deriva e da cosa viene provocato il vaginismo? Nella maggior parte dei casi è una condizione prettamente di pertinenza psicologica. Spesso anche un dolore particolarmente forte percepito durante il primo rapporto sessuale può attivare nella donna la paura, consapevole o meno, che l’atto in sé, in qualsiasi momento, sia sempre correlato ad un’intensa sensazione di dolore.

Cosa accade quindi nel pratico? Una contrazione della vagina nella porzione che dà sull’esterno e che, al momento della penetrazione, determina realmente un aumento della percezione di dolore, andando così ad alimentare un circolo vizioso.

Esistono altri motivi psicologici, fortunatamente più rari, che possono determinare lo stesso quadro di spasmo muscolare, come: una violenza sessuale, alcuni traumi infantili o comunque pregressi (anche medici), ma anche un’alterata percezione della propria fisicità (disturbo che spesso può associarsi anche a disturbi del comportamento alimentare) per cui la paziente stessa vive in modo alterato l’atto del rapporto sessuale e delle emozioni correlate a tale momento.

Vi sono ulteriori spiegazioni di carattere psicologico, relative per lo più a stati di ansia/controllo o altro ancora, che possono causare l’insorgere del vaginismo.

Come diagnosticare il vaginismo?

Come accorgersi quindi di questo disturbo? Facile! Generalmente, è la paziente stessa a rendersi conto della limitazione funzionale durante i rapporti sessuali, mentre in altri casi è il ginecologo, incapace di effettuare una visita nonostante le rassicurazioni effettuate nei confronti della paziente, che diagnostica la presenza di una vera e propria condizione patologica.

Il medico in genere indirizza la paziente verso un percorso con approccio di tipo psico-sessuologico, se non sono presenti cause anatomiche sottostanti che limitino il rapporto sessuale, attraverso:

visita ginecologica (che però all’atto pratico non è sempre possibile effettuare),
ecografia pelvica (anche eseguita per via transaddominale) che possa evidenziare una normale anatomia dell’apparato riproduttivo femminile, escludendo che vi siano delle anomalie di tipo morfologico che potrebbe restringere il canale vaginale. Vanno ovviamente anche esclusi problemi di tipo aderenziale e fibrotico, correlati magari a pregressi interventi chirurgici o processi infettivi (soprattutto se cronici e trascurati).
Consulenza di tipo neurologico, che possa escludere condizioni patologiche di tipo funzionale legato ad un problema di connessioni ed attivazioni nervose.
Una volta constatata la normalità delle vie genitali femminili, ad esclusione, si giunge alla diagnosi di vaginismo.

Come curare il vaginismo?

La vera e propria risoluzione del problema deve partire dall’accettazione di un percorso terapeutico, di tipo sessuologico, il cui scopo è individuare l’elemento alla base dell’inizio del vaginismo per impostare un percorso di recupero, in quanto, come precedentemente evidenziato, la causa del vaginismo è un evento traumatico o comunque una sottostante condizione psicologica.

Lavorare su questo tipo di disturbo permetterà alla paziente di risolvere tutta una serie di comportamenti collaterali. Eliminiamoli e riprendiamoci una vita quotidiana serena e spensierata!

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Il vaginismo è una condizione caratterizzata da un improvviso irrigidimento dei muscoli vaginali al momento dell’inserimento di un corpo esterno. Di tratta quindi una reazione condizionata dall’associazione di dolore e paura ai tentativi di penetrazione vaginale o anche alla sola fantasia di penetrazione. Cosa succede a livello clinico e anatomico? Esistono cure?

Tempo di lettura: 5 minuti

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio 2024

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