Non è come quella ruga intorno agli occhi, l‘atrofia vulvo vaginale non si vede, però si sente…
E’ il dolore durante il rapporto sessuale uno dei sintomi che dovrebbe metterci in allarme e farci pensare proprio all’Atrofia genitourinaria . Altri sintomi che la caratterizzano sono: prurito, bruciore, arrossamento, cistiti ricorrenti, etc..
Un consiglio: se ne soffrite, sappiate che far finta di niente non serve!
Ma come prima cosa, sarà bene uscire dalla convinzione che si tratta di un disturbo “normale”, che va subìto. Non è così. O meglio, non lo è più.
Con il costante innalzarsi dell’aspettativa di vita, oggi la donna trascorre circa 30 anni di vita in menopausa. A questo si aggiunga anche un’altra buona notizia: oggi le opzioni di cura per tutta la sintomatologia menopausale non mancano. Anche per il problema dell’atrofia vaginale, che ha trovato svariate soluzioni. Oggi le donne possono quindi scegliere di rendere questi anni piacevoli, sotto tutti i punti di vista.
Secchezza intima – Cosa provoca l’atrofia vulvo vaginale?
L’atrofia vulvo vaginale è una condizione che colpisce 1 donna su 2 in menopausa. È dovuta al naturale (questo sì) abbassamento dei livelli di estrogeni che caratterizza questo periodo di vita della donna. Questo calo di estrogeni ha degli effetti su tutto il nostro corpo, un corpo che non a caso, proprio a partire dai 40 anni, richiede sempre maggiori attenzioni: spalmiamo creme e unguenti sulle gambe, intorno agli occhi, ma nel farlo ci scordiamo che anche la vagina, in questo periodo di cambiamento, ha bisogno di attenzioni. Anche lei perde elasticità, diventa fragile e quindi più soggetta a lesioni, quelle che poi portano facilmente a rapporti sessuali dolorosi. Che fare?
Dal medico non barare!
Si dice che noi donne diciamo meno bugie rispetto agli uomini. Forse, una cosa è certa: quando andiamo dal ginecologo non dovremmo dirne neanche una. È molto importante essere oneste durante la visita: sui sintomi, sui disagi, anche quelli che riguardano la sfera sessuale. Solo in questo modo il medico potrà fare la corretta diagnosi e fornire la giusta cura, anche quella non ormonale.
Non solo parole…
Ma come farà il ginecologo a diagnosticare l’Atrofia Vulvo-Vaginale? Il medico, dopo aver raccolto l’anamnesi (ricordiamo l’importanza di essere chiari e precisi nel parlare e descrivere i sintomi), procederà con l’esame fisico, quindi la visita vera e propria, ma anche un esame di laboratorio per esaminare il pH vaginale e un test sui livelli ormonali.
Al termine della raccolta dei dati oggettivi potrà procedere con la diagnosi e le cure per il trattamento. Queste oggi prevedono anche cure non ormonali (indicate per tutte quelle donne che non vogliono, o non possono, assumere ormoni).
Redazione VediamociChiara
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>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo:
- Impara a conoscere i disturbi intimi femminili e scopri come combatterli – Aassociazione ONDA – Osservatorio Nazionale per la Salute della Donna e di Genere
- SIM – Società Italiana Menopausa
- Raccomandazioni clinico-pratiche in peri e post menopausa e terza età – AOGOI – Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani
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>>> Per un ulteriore approfondimento consulta la nostra sezione interamente dedicata al tema della ”Menopausa”.
>>> Ne parlano anche le nostre amiche su MenopausaPiù…!
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Take Home Message
Secchezza intima – Quando è il caso di parlarne con il ginecologo – Pensare che un disturbo come l’atrofia vulvo vaginale passi da solo è un grande errore. Si tratta di una condizione che se non curata può solo peggiorare, a discapito della qualità della vita della donna, compresa la qualità della vita sessuale. Per questo importante che ai primi sintomi se ne parli con il proprio ginecologo, che una volta accertata la diagnosi procederà con la giusta cura.
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