Scopriamo cos’é esattamente il consenso informato
Ne sentiamo parlare molto spesso, ma siamo sicuri di sapere si cosa si tratta? Chi può firmarlo? In quali situazioni? L’avvocato di VediamociChiara, Tiziana Sgobbo, ci spiega meglio questo delicato argomento
Cos’è il consenso informato?
Il consenso informato è la manifestazione di volontà che il paziente dà per l’effettuazione di interventi di natura invasiva sul proprio corpo. Va dato (si tratta di un documento da firmare) dopo essere stati informati in maniera esauriente dal medico, sulla natura e sui possibili sviluppi del percorso terapeutico.
In pratica il malato deve poter decidere se vuole essere curato per una malattia. Ha il diritto/dovere di conoscere tutte le informazioni disponibili sulla propria salute, chiedendo al medico ciò che non è chiaro. In seguito potrà scegliere, in modo informato appunto, se sottoporsi ad una determinata terapia.
Per quali interventi medici è necessario il consenso informato?
Il consenso deve essere scritto nei casi in cui l’esame clinico o la terapia medica possano comportare gravi conseguenze per la salute e l’incolumità della persona. Ad es. quando si dona o si riceve sangue. Nei casi in cui si assume un farmaco sperimentale. Negli accertamenti di un’infezione da HIV.
Negli altri casi, soprattutto quando è consolidato il rapporto di fiducia tra il medico e il paziente, il consenso può essere anche solo verbale, ma deve essere espresso direttamente al medico.
Cosa succede se non presto il consenso informato?
Se il consenso è rifiutato il medico ha l’obbligo di non eseguire o di interrompere l’esame clinico o la terapia in questione.
Chi può prestare il consenso informato qualora il soggetto non sia nelle condizioni di poterlo fare?
Nelle ipotesi in cui il paziente non possa prestare alcun valido consenso, ovvero non possa esprimere una volontà contraria, il medico dovrà assumersi in prima persona ogni responsabilità. Qualora decidesse di intervenire non sarà punibile, purché sussista il requisito previsto dall’art. 54 del Codice Penale.
Lo stato di necessità
Lo stato di necessità risulta integrato quando il medico debba agire mosso dalla necessità di salvare il paziente. Ad es. dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, e l’intervento sia proporzionale al pericolo. In questi casi il medico deve prestare la sua assistenza nei limiti delle cure indispensabili.
Negli altri casi in cui il paziente sia incapace di intendere e volere, o versi in uno stato tale da non consentirgli di esprimere un valido consenso, e non ci si trovi in situazioni di necessità, il consenso potrà essere negato o prestato solo dal tutore o dall’amministratore di sostegno nominati.
E’ bene sapere che ai familiari non è riconosciuto alcun vero e proprio potere di decidere. E’ opportuno che siano informati, ma le decisioni cliniche spettano autonomamente al medico o, negli altri casi, alla magistratura.
Avvocato Tiziana Sgobbo per Redazione VediamociChiara
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Ultimo aggiornamento: 21 giugno 2021
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