Le Parole della Pandemia: in collaborazione con Treccani e ISS
In questa lista la redazione del portale Treccani, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, ha selezionato alcune delle parole cruciali per comprendere l’emergenza sanitaria derivante dalle pandemie in generale e in particolare quella di Covid-19 (Coronavirus Disease 2019). Per ciascuna, la definizione del Vocabolario online Treccani
Virus
vìrus s. m. [dal lat. virus «veleno»], invar.
1. In biologia, termine con cui si designa un gruppo di organismi, di natura non cellulare e di dimensioni submicroscopiche, incapaci di un metabolismo autonomo e perciò caratterizzati dalla vita parassitaria endocellulare obbligata, costituiti da un acido nucleico (genoma) rivestito da un involucro proteico (capside). Quando un virus riesce a penetrare all’interno di una cellula con la quale è venuto in contatto, il suo genoma si integra nel materiale genetico della cellula ospite alterandone così il patrimonio genetico e obbligandola a sintetizzare acidi nucleici e proteine virali e quindi alla replicazione del virus.
DNA E RNA: quali differenze?
Il genoma virale può essere costituito da DNA o da RNA, cosicché si distinguono virus a DNA o desossivirus e virus a RNA o retrovirus. I virus sono parassiti di animali, piante, batterî, e sono gli agenti eziologici di numerose malattie: in patologia umana una particolare importanza rivestono i virus implicati nella genesi dei tumori (v. oncogeni, papovavirus), i retrovirus associati ad alcuni linfomi, il retrovirus responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).
Oltre ai virus descritti sono poi stati individuati agenti infettivi più piccoli e più semplici, responsabili di alcune malattie delle piante, come i viroidi, i virini, i virusoidi, e degli animali, come i virus lenti non convenzionali o prioni; tra questi ultimi sono compresi gli agenti eziologici dello scrapie (v.) della pecora e di alcune malattie del sistema nervoso dell’uomo, tutte caratterizzate dal lungo periodo di incubazione e dal prolungato decorso, quali il kuru (v.) e un tipo di demenza presenile, associata a varie manifestazioni neurologiche, chiamata malattia di Jakob-Creutzfeldt (dai nomi dei neuropsichiatri tedeschi A.M. Jakob e H.G. Creutzfeldt, che ne descrissero il quadro clinico). Per gli ECHO virus o virus ECHO, v. echovirus.
2. fig. a.Intensità quasi patologica di affetti, sentimenti, passioni, istinti irrefrenabili e dannosi: è entrato nel suo animo il v. della gelosia, del sospetto; lo ha rovinato il v. del gioco d’azzardo; si sta nuovamente diffondendo il v. del razzismo. […]
Il Contagio
contàgio s. m. [dal lat. contagium, der. di contingĕre «toccare, essere a contatto, contaminare», comp. di con– e tangĕre «toccare»].
1. a. La trasmissione di una malattia infettiva dalla persona malata ad una sana sia direttamente sia mediante materiali o mezzi inquinati (aria, acqua, alimenti, escrezioni, ecc.), ovvero attraverso insetti o animali trasmettitori dei microrganismi infettivi: il c. del tifo, della peste, del colera; pericolo di c.; comunicare, prevenire, evitare il contagio. b. Meno propriam., il morbo stesso che si trasmette per contagio e il suo diffondersi; per estens., pestilenza, epidemia: il c. si diffondeva sempre più; giravano per mezzo al c. franchi e risoluti (Manzoni).
2. fig. Influsso dannoso che l’esempio o il pensiero di alcuni possono esercitare su altri: il c. del vizio, del peccato; certe idee si propagano per contagio. In partic., in psicologia, c. psichico, la trasmissione da un individuo all’altro di idee, convinzioni, sentimenti o stati d’animo; sul piano psichiatrico tale contagio è considerato come l’equivalente patologico della suggestione, mentre sul piano sociale è preso in considerazione per la possibilità che ha di determinare particolari modificazioni nelle strutture sociali.
Il Paziente Zero
paziente zero loc. s.le m. e f.
Il primo paziente individuato, studiato e sottoposto a terapie all’interno del campione della popolazione di un’indagine epidemiologica; in senso fig., chi per primo esercita un’influenza negativa sugli altri.
L’Epidemia
epidemìa1 s. f. [dal lat. mediev. epidemia, gr. ἐπιδημία, dall’agg. ἐπιδήμιος, propr. «che è nel popolo», comp. di ἐπί «sopra» e δῆμος «popolo»].
1. Manifestazione collettiva di una malattia (colera, tifo, vaiolo, influenza, ecc.) che rapidamente si diffonde, per contagio diretto o indiretto, fino a colpire un gran numero di persone in un territorio più o meno vasto, e si estingue dopo una durata più o meno lunga. La manifestazione omologa negli animali è l’epizoozia; nelle piante, l’epifitia.
2. In senso fig., per lo più negativo, che si diffonda largamente, o di altra cosa che si manifesti con molta frequenza: c’è un’e. di fallimenti, di suicidi; l’egoismo, la sete del guadagno sono diventati una vera epidemia.
Letalità
letalità s. f. [der. di letale].
Sinonimo di mortalità, come capacità di provocare la morte (l. di una malattia, di un’epidemia, di un veleno) o, più spesso, come numero di decessi; in statistica, quoziente di l., il rapporto tra il numero di morti per una data malattia e il numero delle persone affette dalla stessa, relativamente a una data popolazione e a un dato intervallo di tempo. Per estens., in biologia, l. cellulare radioindotta, l’inibizione, da parte di una radiazione, della capacità riproduttiva di una popolazione cellulare.
Pandemia
pandemìa s. f. [rifacimento di epidemia secondo l’agg. gr. πανδήμιος «di tutto il popolo» (v. pandemio)].
Epidemia con tendenza a diffondersi ovunque, cioè a invadere rapidamente vastissimi territori e continenti: p. influenzale, p. vaiolosa.
Quarantena
quarantèna s. f. [originariamente, forma veneta per quarantina].
1. ant. Periodo di quaranta giorni: indulgenza di sette anni e sette q.; anche, digiuno di quaranta giorni, fatto per penitenza.
2. Periodo di segregazione e di osservazione al quale vengono sottoposti persone, animali e cose ritenuti in grado di portare con sé o trattenere i germi di malattie infettive, spec. esotiche; così detto dalla durata originaria di quaranta giorni, che in passato si applicava rigorosamente soprattutto a chi (o a ciò che) proveniva per via di mare, in tempi moderni è stato ridotto a seconda delle varie malattie, in rapporto al relativo periodo d’incubazione e alle pratiche di disinfezione (ed è diventato quindi sinon. generico di contumacia, per cui si possono sentire espressioni quali: una q. di venti, di quindici, di otto giorni, ecc.); fare la q., osservare il prescritto periodo di contumacia; mettere, tenere in q., anche con il senso estens. di segregazione, isolamento.
In usi fig., mettere, tenere in q. qualcuno o qualcosa, tenerlo lontano, in disparte, escluderlo per un dato periodo da una possibile attività o utilizzazione: tenere in q. un funzionario in attesa di promozione, un candidato alla presidenza, non dare per il momento corso alla sua promozione, alla sua nomina o elezione; mettere, tenere in q. una riforma, una pratica, una notizia, non darle immediata attuazione o pubblicità, in attesa di un momento più opportuno, di ulteriore esame e accertamento (si dice anche di merci o prodotti, per es. medicinali e materiale sanitario, che non hanno avuto ancora l’approvazione per essere messi in distribuzione o in vendita).
Infodemia
infodemia s. f.
Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili.
Stress
stress ‹strès› s. ingl. [propr. «sforzo»: dal fr. ant. estrece «strettezza, oppressione» (der. del lat. strictus «stretto»), e insieme aferesi di distress «angoscia, dolore»], usato in ital. al masch.
1. In fisica e nella tecnica, sinon. di sforzo nell’interno di un punto di un corpo elastico; in partic., il tensore degli sforzi in un sistema continuo.
2. a. Nel linguaggio medico, la risposta funzionale con cui l’organismo reagisce a uno stimolo più o meno violento (stressor) di qualsiasi natura (microbica, tossica, traumatica, termica, emozionale, ecc.). Negli organismi degli animali superiori si configura in una serie di fenomeni neuro-ormonali fra i quali predomina l’intensa attività secretoria della corteccia surrenale.
2.b. Nell’uso corrente, tensione nervosa, logorio, affaticamento psicofisico, e anche il fatto, la situazione e sim. che ne costituiscono la causa: è da tanto tempo che è sotto s.; risente ancora dello s. di quella lunga e frenetica attività; non ha ancora superato lo s. dell’intervento chirurgico; lo s. della vita moderna; guidare in città nelle ore di punta è diventato uno s. notevole. 3. In geologia e petrologia, minerale da stress, minerale che ricristallizza durante un processo metamorfico, in regime di pressioni orientate.
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Dott.ssa Beatrice Greco per Redazione VediamociChiara
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