Anzi, credo che nessuno possa capirlo veramente, anche se in tutta coscienza so che non è così.
Che razza di presunzione la mia pensare di essere l’unica donna al mondo a soffrire per una mancanza.
Ma d’altronde è quello che provo, una profonda solitudine e una totale incomprensione degli altri per la mia sofferenza.
Lui è sempre stata la mia fortezza, le sue braccia formavano una barriera contro le avversità della vita, avevano il potere di trattenere le mie fragilitá e ricompattare le mie debolezze.
Nessun altro uomo è mai riuscito a farmi sentire così sicura e solo Dio sa se in futuro ce ne sarà mai uno che riesca a farlo come lui.
Adesso che non c’è più, ho l’impressione che mi possa sgretolare al primo soffio di vento.
Lo dovrei forse maledire per non avermi spronata a sufficienza ad affrontare la vita con più forza, con più coraggio? Per non avermi fatto capire con più chiarezza quanto sia importante essere una donna indipendente, per avermi protetta contro tutto e tutti invece di lasciare che sbattessi il muso ogni tanto?
Sarei comunque tornata piangendo fra le sue braccia e lui non si sarebbe mai rifiutato di consolarmi, quindi perché non lasciare che la vita mi ferisse, così come è giusto che la vita faccia?
Semplicemente perché mi amava. Non posso certo fargliene una colpa.
Anche perché a me stava bene così. È tutto quello che volevo da lui, amore, attenzioni, coccole, protezione. È tutto quello che una bambina e poi una ragazza si aspetta da suo padre.
Quindi me le prendo io tutte le colpe, se mai ce ne siano. Mi prendo io tutte le responsabilità per non essere mai riuscita a liberarmi della sua presenza.
Lui ha fatto solo la sua parte, nel modo che sapeva, l’unico possibile. Proprio per questo è stato il miglior papà del mondo.
Adesso passeggerò da sola su quella spiaggia che lui tanto amava e dove mi portava ogni volta che avessi bisogno che lui mi spiegasse come funziona la vita.
Diceva sempre che quello era il posto perfetto perché le soluzioni ai nostri problemi sono il vento e il mare a portarle. Basta solo respirare profondamente e saper ascoltare.
“Guarda, alle volte le onde sembrano la metà di un cuore”, mi disse tempo fa indicando verso l’orizzonte.
Vorrà dire che inizierò finalmente ad essere una donna, a piangere da sola ad ogni nuova cantonata, a trovare da me la forza per andare avanti.
Ma certo lo farò senza mai scordarmi del suo grande insegnamento d’amore.
Perché io sarò sempre l’altra metà della sua onda.
Milena Martin per Redazione VediamociChiara
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