Sono molte le persone che spesso si lamentano di un non meglio definito “bruciore” all’altezza dello stomaco, unito magari ad una sensazione di rigurgito, tosse cronica, raucedine, ecc.
Di cosa si tratta? Semplice: si tratta di reflusso gastroesofageo. Ma cos’è il reflusso e come lo si combatte?
Cos’è il reflusso gastroesofageo?
Il reflusso può essere definito, in parole povere, come un “ritorno” dallo stomaco all’esofago di cibo (bolo) e/o succhi gastrici. Questo movimento al contrario provoca in chi ne soffre, in forma più o meno cronica, una fastidiosa sensazione di rigurgito accompagnata da lievi bruciori, che si aggravano in particolare quandoci si corica.
Ciò che rende tutto così fastidioso è il malfunzionamento del cardias, la valvola che regola il passaggio dall’esofago allo stomaco. Proprio l’esofago, essendo sprovvisto di muco protettivo, viene così esposto all’azione dei succhi gastrici, e dunque “attaccato” dagli acidi (in particolare l’acido cloridrico) prodotti dallo stomaco, generando quella fastidiosa sensazione di bruciore.
Combattere il bruciore di stomaco: 10 regole d’oro
Il bruciore di stomaco dovuto al reflusso gastroesofageo, prima di essere “lenito” attraverso il ricorso a specifici farmaci, va innanzitutto gestito. Come? attraverso alcune piccole, ma essenziali mosse.
- Rimanere in forma;
- Fare con costanza attività fisica, ma mai subito dopo i pasti;
- Evitare cinture o abiti troppo stretti in vita;
- Mangiare cibi non troppo ricchi di grassi ed evitare abbuffate;
- Vietato fumare
- Niente superalcolici; sì al vino ma con molta moderazione;
- Forse è meglio evitare il cioccolato;
- Attendere almeno 2 ore prima di coricarsi dopo i pasti;
- Quando si dorme, è bene tenere la testa e il busto lievemente sollevati;
- Il vero toccasana è camminare dopo aver mangiato.
Farmaci e reflusso gastroesofageo
Come ribadiamo spesso, prima di procedere all’assunzione di qualsiasi farmaco, è essenziale confrontarsi con il proprio medico. Il reflusso, per lieve che possa essere, è comunque una patologia e non va ne sottovalutata, né curata con superficialità.
In genere i farmaci più utilizzati per questo tipo di patologie finiscono con la dicitura “-prazolo” (omeprazolo, lansoprazolo, rabeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo), e vengono detti “inibitori della pompa protonica”.
Al di là del linguaggio tecnico l’azione di questi farmaci si concentra nel bloccare la produzione di acido cloridrico nello stomaco e quindi limitare la sensazione di bruciore alla “bocca dello stomaco”
Altri farmaci utilizzati nella terapie contro il reflusso sono:
- Antiacidi: neutralizzano l’azione dell’acido nello stomaco ed evitano eventuali erosioni del primo tratto dell’esofago; l’uso prolungato di questi farmaci può dar luogo a diarree o stipsi;
- H2 antagonisti: sono farmaci a base di famotidina e ranitidina che riducono la produzione dell’acido; il loro effetto è rapido e di lunga durata ma possono rapidamente generare una sorta di assuefazione da parte dell’organismo e diventare inefficaci;
- Farmaci procinetici: la loro azione diversa dagli altri farmaci citati, in quanto agiscono sul sistema nervoso centrale, stimolando la peristalsi e accelerando il naturale svuotamento dello stomaco; questi farmaci (clebopride, domperidone, metoclopramide, eritromicina, levosulpiride), in rari casi possono dare alcuni effetti indesiderati, come tremori, aritmia, ecc.
Si può guarire dal reflusso?
Una terapia o una soluzione definitiva al reflusso gastroesofageo non esiste; anzi spesso i disturbi legati al reflusso tendono a cronicizzarsi.
Per questo la soluzione migliore, prima di assumere qualsiasi farmaco, è intervenire con tempismo, modificando alcune abitudini alimentari e intraprendendo uno stile di vita più sano.
Dott.ssa Luana Longo farmacista per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata
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