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Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno

Sindrome delle apnee ostruttive del sonno - VediamociChiara

Cosa è l’OSAS ovvero Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno?

Chiamata anche “Sindrome di Falstaff” e “Sindrome di Pickwick”, è importante riconoscerla e curarla per migliorare non soltanto la qualità del sonno, ma della vita!

Chissà se, quando creò Sir John Falstaff, William Shakespeare intendesse scientemente descrivere quella condizione che, ancora oggi, porta il nome di uno dei più famosi personaggi comici della letteratura inglese. Sindrome di Falstaff è, infatti, il nome con cui alcuni scienziati, nel 1983, dalle pagine del New England Journal of Medicine, proposero di chiamare la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno o OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome). È curioso notare come, attingendo a un’altra creazione letteraria, e cioè un personaggio del romanzo di Charles Dickens Il circolo di Pickwick, la OSAS sia tuttora denominata anche la “Sindrome di Pickwick”.

La OSAS è una condizione da considerare molto seriamente

E infatti sta sempre più richiamando l’attenzione di medici e istituzioni, allertati dal ruolo svolto dalla stessa come causa o concausa di incidenti stradali e sul lavoro. E se in passato si riteneva che questo problema interessasse solo il 4% della popolazione, oggi si stima che la OSAS in alcune fasce d’età arrivi a una prevalenza del 20%. Questo significa che un individuo su cinque soffre di apnee ostruttive notturne.

Di cosa si tratta?

La OSAS è la forma più frequente di apnea notturna, caratterizzata da ripetuti episodi di interruzione parziale o totale del flusso di aria diretto ai polmoni attraverso le vie aeree superiori e inferiori. L’interruzione del flusso di aria inspirata determina per alcuni secondi una condizione di apnea, che può essere parziale, o ipopnea, se le vie aeree superiori (naso, faringe e laringe) sono parzialmente pervie e quindi, una parte dell’aria ricca di ossigeno riesce a raggiungere i polmoni.

Se le pareti delle vie aeree superiori collassano, collabendo fra loro a causa del rilassamento delle pareti muscolari, il calibro dei nostri “condotti di aerazione” si riduce talmente tanto da impedire il passaggio del flusso d’aria. In tal caso si genera una condizione di apnea totale, come quando ci si immerge sott’acqua con il naso ben tappato per almeno dieci secondi.

In chi soffre di OSAS, avviene che gli episodi di apnea o ipoapnea si ripetono per un certo numero di volte durante il riposo, interrompendo il normale ciclo del sonno e causando alla lunga una serie di disturbi di tipo cardiocircolatorio.

Come si riconosce?

L’OSAS è una condizione complessa e multifattoriale, i cui sintomi sono comunque la conseguenza da un lato della mancanza di un sonno riposante e completo, a causa dei continui micro risvegli prodotti dalle apnee. Dall’altro dello sforzo che, in modo automatico e inconsapevole, l’apparato respiratorio deve effettuare per riuscire a superare le resistenze al passaggio dell’aria attraverso le vie aeree superiori.

I sintomi più frequentemente riscontrati includono:

  • Russamento
  • Pause del respiro notturno riferite dal partner
  • Sonnolenza durante il giorno
  • Difficoltà a concentrarsi o a svolgere attività lavorative
  • Mal di testa al risveglio e alterazioni dell’umore, irritabilità e depressione
  • Sensazione di secchezza della bocca e della gola al risveglio.

Non solo negli adulti…

Nei bambini e nei ragazzi, possono essere notati problemi comportamentali, scarso rendimento scolastico e deficit di crescita. Nei bambini che respirano prevalentemente con la bocca, piuttosto che con il naso, è importante approfondire con il pediatra e l’odontoiatra infantile l’eventuale presenza di OSAS.

Benché il riscontro di uno o più dei sintomi elencati non sia direttamente correlabile con la sindrome delle apnee ostruttive, né possa essere considerata un indicatore della sua gravità, in caso di sospetto è bene che la OSAS venga comunque presa in considerazione nel consulto con il proprio medico di fiducia.

È ormai accertato che le conseguenze del mancato trattamento della OSAS comportano seri rischi per la salute individuale e collettiva. Molti studi hanno messo in luce un’associazione diretta tra la severità della OSAS e un rischio aumentato di mortalità per:

  • Ipertensione;
  • Ictus;
  • Malattie coronariche.

Infine la OSAS è riconosciuta come una delle cause più frequenti di eccessiva sonnolenza diurna e del cosiddetto “colpo di sonno”. Questo da solo rappresenta un fattore significativo negli incidenti stradali e negli infortuni sul lavoro.


Come si cura?

Presupposto fondamentale per il trattamento della OSAS è l’assunzione di corretti stili di vita e l’addio alle cattive abitudini. Ad esempio: 

  • Smettere di fumare, se si è fumatori
  • Perdere i chili di troppo, se si è in sovrappeso
  • Ridurre il consumo di alcolici, soprattutto, prima di andare a dormire
  • Evitare farmaci sedativi
  • Risulta utile anche abituarsi a dormire su un fianco.

E se non bastasse?

L’OSAS è una condizione che richiede trattamenti di lungo periodo. Il cambiamento negli stili di vita produce generalmente un miglioramento della sintomatologia, ma può non bastare. In tali casi è necessario ricorrere a dispositivi che facilitano la respirazione durante il sonno.

Nei casi di OSAS di grado lieve o moderato è possibile ottenere buoni risultati grazie all’utilizzo di apparecchi ortodontici mobili, definiti “protrusori mandibolari”. MAD (mandibular advancement device) per gli amanti dell’inglese. Questi dispositivi spostano leggermente in avanti la mandibola, quel tanto che basta per favorire il passaggio dell’aria attraverso le vie aeree superiori.

Nei casi di OSAS di grado da moderato a severo, è spesso consigliato l’utilizzo di un dispositivo individuato dall’acronimo CPAP (Continuous Positive Airway Pressure). Si tratta di una piccola pompa, che attraverso una maschera garantisce un flusso continuo di aria compressa. Questo riesca ad impedire la chiusura delle vie aeree superiori. Lo sforzo nel superare il disagio iniziale causato dal dover dormire con la maschera e dal rumore della pompa, viene ripagato da un notevole miglioramento dei sintomi e della qualità di vita. Oltre a un significativo beneficio nel ridurre condizioni di rischio associate alla OSAS, come per esempio, l’ipertensione arteriosa.

Sempre meno interventi di chirurgia

I successi ottenuti grazie all’uso dei dispositivi CPAP hanno reso sempre meno necessario il ricorso alla chirurgia nel trattamento della OSAS. Tuttavia, in alcuni casi selezionati, può essere consigliato, oltre che la rimozione chirurgica delle tonsille e delle adenoidi, anche la plastica dell’ugola e del palato molle (uvulo-palato-faringoplastica). Questo per ampliare il calibro della gola e favorire l’inspirazione dell’aria.

Dott.ssa Serenella Corvo per Redazione VediamociChiara
© riproduzione riservata

>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo:

  • Adler J. Did Falstaff have the sleep-apnea syndrome? N Engl J Med 1983; 308:404.
  • Gharibeh T, Mehra R. Obstructive sleep apnea syndrome: natural history, diagnosis, and emerging treatment options. Nat Sci Sleep. 2010; 2: 233–255.
  • Ministero della salute. La Sindrome delle Apnee Ostruttive nel sonno (OSAS). Documento approvato in Conferenza Stato Regioni il 12/05/2016.

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Sindrome delle apnee ostruttive del sonno – 
Sonnolenza, irritabilità e mal di testa: se a questi segnali si aggiunge anche il russamento e possibili apnee durante il sonno, allora, è il caso di verificare se alla base dei tuoi malesseri ci sia la sindrome delle apnee ostruttive notturne, o più semplicemente la OSAS. Conoscerla e curarla migliorerà non soltanto la qualità del tuo sonno, ma della tua vita.

Tempo di lettura: 4 minuti

Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2024

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