sabato, 18 Maggio 2024

Anoressia, Bulimia, Obesità. Fame d’Amore?

Anoressia, bulimia, obesità… i problemi legati alla relazione con il cibo

La nutrizione è un bisogno primario. Per vivere dobbiamo mangiare. Ma perché il cibo, che è vita, può essere causa di malattie serie, come anoressia, bulimia, obesità?

Disturbi del comportamento alimentare

Se l’intento è quello di superare la “prova costume” oppure quello di tornare nei jeans che indossavamo prima della gravidanza (e sono atteggiamenti che noi donne conosciamo bene), siamo nella normalità; ma se nonostante un dimagrimento visibile ad occhio nudo, che ci riporta al nostro peso forma, continuiamo imperterrite a desiderare di dimagrire, è probabile che siamo vittime di un DCA, un disturbo del comportamento alimentare (chiamati anche Disturbi Alimentari Psicogeni o DAP), una patologia riconoscibile da un rapporto non funzionale con il cibo, “usato” il più delle volte per esprimere una sofferenza interna (personale, familiare, sociale…).

Ma come può il cibo, che è vita, essere causa di malattie come queste, anoressia, bulimia, obesità?

Nei casi più gravi può portare anche alla morte, e questo succede, anche troppo spesso, perché la nutrizione non è solo cibo. Già da quando siamo in fasce con il cibo ci vengono trasmessi anche messaggi del legame amoroso, così il particolare rapporto che ognuno di noi ha con il cibo è da subito carico di componenti psicologiche e relazionali che possono facilitare, o interferire, con una sana alimentazione. Il cibo oltre ad essere nutrimento fisico, infatti è anche un bisogno psicologico e affettivo.

E se in questa “relazione” qualche cosa va storto?

 – Anoressia nervosa

Tutto comincia con una dieta dimagrante: si desidera sopra ogni altra cosa apparire magre, modificare la propria immagine ricalcando il modello… delle modelle! Il punto è che la persona anoressica non si sente mai abbastanza magra, neanche quando alle ossa dello scheletro rimangono attaccati pochi chili di carne e muscoli.
L’anoressia è la parte più evidente di un disagio psicologico che risulta inesprimibile con le parole, che nasconde la non accettazione di sé e uno iato con la propria dimensione emotiva.
A lungo andare questo disturbo porta a delle conseguenze, anche gravi, per la salute. Campanelli d’allarme possono essere la sparizione del ciclo mestruale per più di tre mesi (un primo meccanismo di difesa del corpo che prova a risparmiare liquidi e sostanze necessarie alla vita, come i sali minerali). Seguono insufficienza renale, perdita dei capelli, caduta dei denti, e anche l’arresto cardiaco.

 – Bulimia nervosa

La bulimia nervosa è un grave disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da una tendenza ad assumere grandi quantità di cibo in breve tempo. Nel 75% dei casi l’anoressia si accompagna alla bulimia: dopo giorni di quasi digiuno, l’istinto di sopravvivenza porta a mangiare di tutto. Dopo avere perso il controllo ingurgitando qualsiasi cosa, in preda ai sensi di colpa si cerca di porre rimedio con il vomito (o abusando di lassativi e diuretici): la vittima dell’anoressia con un’azione disperata prova a coprire tutto con la bulimia, in un ciclo senza fine dove questi due comportamenti estremi si alternano ciclicamente, come in una malefica altalena.

Le conseguenze della bulimia sono devastanti per la salute: il vomito autoindotto causa problemi gastrici, erosione dello smalto dentale, disidratazione, ipotalassemia e disfunzioni cardiache, possono anche insorgere casi di osteoporosi.

La cura

Molte sono le testimonianze di donne che hanno lottato o stanno lottando per uscire sia dall’anoressia che dalla bulimia. Tra queste non mancano donne famose, come la campionessa di nuoto, Federica Pellegrini:

“Ho sofferto di bulimia dai 16 ai 18 anni. La mia prima volta da bulimica ho trangugiato un chilo di gelato voracemente, quasi in trance. Dopo l’ultimo cucchiaio è scattato immediatamente il senso di colpa: sono corsa in bagno e ho stimolato il vomito. Sono guarita grazie all’aiuto dello psicologo”.

La cura parte dal coinvolgimento della famiglia del paziente

Soprattutto se adolescente: si parte dalla messa in discussione degli equilibri e delle dinamiche che governano il nucleo familiare. I controlli a cura di medici e nutrizionisti, coinvolgono anche gli psicologici e psichiatri.
La strada per uscirne è lunga e difficile e vista la diffusione, soprattutto tra le giovanissime, è bene cercare un aiuto tra le tante associazioni disseminate in tutto il territorio, per garantire un percorso e un sostegno terapeutico capace di offrire un valido supporto.

 – Obesità

L’obesità è considerata sempre di più una malattia sociale: riguarda infatti un numero sempre maggiore di persone (anche bambini). Laddove non è causata da disfunzioni metaboliche le cause nascondono problemi psicologici. Come nella bulimia siamo di fronte a una dipendenza: si mangia e si aumenta di peso in modo esagerato e questo perché il cibo  è vissuto come la soluzione per andare incontro alle difficoltà della vita, come se fosse un antidolorifico o un anti depressivo naturale.
In chi soffre di questo disturbo insorgono gravi danni alla salute quali patologie cardiocircolatorie e malattie metaboliche come il diabete. Possono essere seriamente compromesse anche la capacità di memorizzazione e concentrazione.

Le testimonianze (fonte: Associazione Vita)

  • Tania Zamparo, Miss Italia 2000
    «Verso i 18 anni ho conosciuto un lungo periodo di depressione. Mi spaventava il futuro, non vedevo vie d’uscita. Ero senza entusiasmo e ho cominciato a non mangiare più niente. Dalla debilitazione psicologica passavo a quella fisica: più di una volta, non riuscendo ad alzarmi per andare a scuola, rimanevo tutto il giorno a casa. Da 63 chili per un metro e 81 sono passata a 49 chili. Ero irriconoscibile, uno scheletro. Inizia così: mangi porzioni sempre più minuscole, vuoi cibi sempre più leggeri, senza condimenti, senza grassi, senza niente. Alla fine ci sei dentro fino al collo. Ho detto basta per amore dei miei genitori. E alla fine ce l’ho fatta».
  • Victoria di Svezia, erede al trono di Svezia
    «È stato un periodo orribile, ero in caduta libera. Soffrivo di disordini alimentari e ne ero cosciente. Avevo l’impressione che la mia vita e tutto quello che mi circondava fossero regolati da altri. Tranne il mangiare. In quel periodo, il controllo sul cibo era per me l’unico modo di sopravvivere. Oggi sono consapevole che stavo male e, per quanto strano possa sembrare, sono felice di aver vissuto quell’esperienza. Attraversare il tunnel mi ha dato una forza che non avevo mai conosciuto prima».

Redazione VediamociChiara
©️ riproduzione riservata


Libri utili
Anoressia, bulimia… Molto interessante il libro di Margherita De Bac “Per fortuna c’erano i pinoli” (Edizioni Newton Compton).

Un giorno, una ragazza si avvicina a Margherita De Bac (giornalista del Corriere della Sera) e le consegna un diario dicendole solo tre parole “Fanne buon uso”. E così è stato. Perché il libro di De Bac riesce a fondere finzione narrativa e vita vera con un’efficacia tale da restituire tutto il dolore vissuto da una giovane 24enne sola e ossessionata dalla sua magrezza, ma lasciando intravedere in ogni pagina la speranza, la luce, la poesia. Un’esperienza di vita vera, registrata giorno dopo giorno su un diario. In breve, il potere salvifico dell’amicizia e dell’amore.

– > Per un approfondimento istituzionale su anoressia, bulimia, obesità visita il sito del Ministero della Salute;

– > Per ulteriori informazioni su anoressia, bulimia, obesità visita il sito DCA – Disturbi del Comportamento Alimentare o l’Associazione ABAAssociazione per lo studio e la ricerca sull’anoressia, la bulimia, l’obesità e i disordini alimentari o FIDA  – Federazione Italiana Disturbi Alimentari.

Take Home Message
Anoressia, bulimia, obesità… La nutrizione è un bisogno primario, ma oltre ad essere nutrimento fisico è anche un bisogno psicologico e affettivo. Anoressia, bulimia, obesità, sono alcuni dei problemi legati ad una non sana relazione con il cibo. Problemi che possono causare gravi conseguenze e persino la morte.
Molte le associazioni disseminate in tutto il territorio nazionale, capaci di garantire un percorso (che deve coinvolgere anche la famiglia) e un sostegno terapeutico utili per uscirne.
Le testimonianze positive non mancano, come racconta la campionessa di nuoto, Federica Pellegrini.

Tempo di lettura: 4 minuti

Ultimo aggiornamento: 21 aprile 2024

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