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Tutti i Battiti del Nostro Cuore

Frequenza cardiaca, ovvero i battiti del nostro cuore, perché è importante controllarla?

Quando il nostro cuore ha iniziato a battere, non eravamo più lunghi di cinque millimetri. Come un orologio, scandisce i secondi della nostra esistenza. Oltre centomila rintocchi in un giorno, quasi tre miliardi in una vita lunga ottant’anni. Il battito del cuore è un indicatore del suo stato di salute, un parametro vitale. Ecco perché è importante conoscere e controllare la frequenza cardiaca, ma senza ansie!

Frequenza cardiaca – Batte forte, batte sempre

La frequenza cardiaca è il numero di battiti che il cuore fa in un minuto e in condizioni di riposo, è compresa tra 60 e 100 battiti al minuto (bpm). Ha una sua intensità e un ritmo, che è regolare se l’intervallo tra i battiti è costante. Ogni battito corrisponde a una contrazione del cuore, che pompa il sangue in circolo, spingendolo nelle arterie, le cui pareti elastiche si dilatano e ritornano in sede, come un palloncino che si gonfia e sgonfia. Come un’onda, l’impulso si propaga lungo la parete arteriosa e possiamo apprezzarlo sotto forma di pulsazione a livello del collo (arteria carotidea) o del polso (arteria radiale).

Frequenza cardiaca – ritmo elettrico

Chi scandisce il tempo delle contrazioni del cuore è il sistema elettrico interno (nodo seno-atriale, nodo atrio-ventricolare e fascio di His), che genera e trasmette gli impulsi, che fanno contrarre il muscolo cardiaco (miocardio). Com’è intuibile, un’alterazione del sistema di conduzione elettrica del cuore produce effetti sulla frequenza cardiaca, su cui incide però anche la stimolazione del sistema nervoso autonomo (simpatica e parasimpatica).

Frequenza cardiaca – il cuore d’atleta va piano e va lontano

Quando le pulsazioni scendono al di sotto dei 60 bpm si parla di bradicardia, condizione frequente in chi pratica sport di resistenza come il ciclismo. Si racconta che il “cuore d’atleta” di Fausto Coppi facesse solo 40 bpm. Nelle persone comuni però, la bradicardia causa stanchezza, dispnea, sensazione di svenimento, perché se il cuore batte troppo lentamente, il cervello e gli altri organi non ricevono sangue a sufficienza. La bradicardia può dipendere da:

  • invecchiamento;
  • ipotiroidismo;
  • farmaci;
  • squilibri elettrolitici
  • lesioni del miocardio.

Il cuore in gola – quando dobbiamo preoccuparci?

La tachicardia è l’aumento della frequenza cardiaca oltre i 100 bpm in condizioni di riposo. Ciò significa che se facciamo tre rampe di scale di corsa e sentiamo il cuore che accelera, per poi rallentare non appena lo sforzo termina, non dobbiamo preoccuparci. Questa temporanea accelerazione è dovuta al fatto che il cuore cerca di pompare più sangue per sostenere lo sforzo fisico intenso. Se invece, sentiamo il cuore prendere spesso la rincorsa in condizioni di riposo o in assenza di stimoli scatenanti come emozioni, traumi, febbre, è il caso di parlarne con il nostro medico. La tachicardia a riposo, infatti, è un fattore di rischio per ictus, infarto e arresto cardiaco improvviso. Le cause della tachicardia in genere, dipendono da:

  • stress;
  • ipertiroidismo;
  • anemia;
  • alterazioni del sistema di conduzione degli impulsi elettrici;
  • farmaci;
  • abuso di caffeina o di alcol.

Come si misura la frequenza cardiaca?

Contare i propri battiti, di tanto in tanto, è una buona abitudine per monitorare la salute del cuore. Possiamo farlo a casa, bastano due dita e un orologio. Bisogna appoggiare i polpastrelli di indice e medio al di sotto della mandibola, là dove possiamo sentire l’arteria carotide pulsare, oppure, a livello del polso, lungo la linea del pollice. Ma per una valutazione più approfondita e affidabile, il test d’elezione è l’elettrocardiogramma (ECG), che rappresenta graficamente l’attività elettrica del cuore, registrata da elettrodi posizionati sulla pelle. L’ECG registra la frequenza e il ritmo cardiaco e fornisce informazioni importanti, per esempio, su un possibile restringimento delle arterie coronarie, su precedenti lesioni del miocardio o irregolarità del battito come nelle aritmie.

Perché il cuore batte forte se proviamo un’emozione?

L’intima connessione tra il cervello e il cuore è stata enunciata più di 150 anni fa dal noto fisiologo Claude Bernard, che individuò nel nervo vago il trait d’union tra i due organi. Molti studi hanno cercato di mappare le interazioni cuore-cervello, mediate da un’intricata rete di segnali neurali, provenienti dal sistema nervoso autonomo e da altre strutture cerebrali come l’amigdala. Un sistema complesso in cui la variabilità della frequenza cardiaca rappresenterebbe le risposta psico-fisiologica alle sfide poste dagli eventi stressanti. E se è vero che “il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce”, come affermava il filosofo Pascal, è ormai chiaro che cuore e cervello dialogano incessantemente.

Fonti

ISS – Istituto Superiore di Sanità

Fondazione Onda – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere

Blons E, Arsac LM, Gilfriche P et al. Alterations in heart-brain interactions under mild stress during a cognitive task are reflected in entropy of heart rate dynamics. Sci Rep 9, 18190 (2019).

Dott.ssa Serenella Corvo per Redazione VediamociChiara
© riproduzione riservata

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Take Home Message
La frequenza cardiaca è il numero di battiti che il cuore fa in un minuto e che in condizioni di riposo, è compresa tra 60 e 100 bpm (battiti per minuto). È un parametro vitale essenziale per avere informazioni sulla salute del nostro cuore. Aumenti o riduzioni della frequenza cardiaca possono essere la spia di un problema, che lo specialista accerterà ricorrendo anche all’esecuzione di un elettrocardiogramma. L’ECG, l’elettrocardiogramma, rappresenta in un grafico il funzionamento del cuore.

Tempo di lettura: 4 minuti

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio 2024

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