In Italia solo il 15% affronta il tema con i figli. Ecco allora qualche strumento utile ad uso dei genitori, se non altro per i meno propensi all’argomento
Noi nati nel 1968 (Generazione X) forse abbiamo una responsabilità in più rispetto a tutti gli altri genitori. Nel nostro DNA vantiamo i geni della rivoluzione sessuale del Sessantotto: in un certo senso siamo programmati per parlare di sesso.
E invece? E invece no. Si scopre che non lo facciamo per niente (appena il 15% di noi). Pare sia l’imbarazzo a frenarci. Soprattutto se dobbiamo farlo con i futuri, diretti interessati: i nostri figli, la Generazione Z.
Scuola? Assente. Maestro YouPorn? Presente!
E i nostri figli che dicono? Un altro dato ci dice che sono proprio loro a brancolare nel buio sul tema in questione. Oggi il loro sapere in materia viene scritto partendo dalle categorie del sito più famoso in materia di sesso: Youporn. Ovvero il nuovo e – fin qui – indiscusso maestro di educazione sessuale. Per 4 adolescenti su 5!
E la scuola? Obbietterà qualcuno. Anche la scuola italiana non scherza in fatto di latitanza e imbarazzo. Infatti, nascosta tra dietrologie religiose non si è ancora decisa a farne una materia scolastica: l’Educazione sessuale. Interviene in casi di emergenza è vero, ma con una tempistica che lascia a desiderare: con l’arrivo degli studenti agli studi superiori, quando molte conoscenze, anche quelle non vere (“Non rimani incinta se il rapporto avviene quando hai le mestruazioni“), si sono ormai formate.
Cosa impedisce questo importante intervento sui giovani? Una schiocca equazione: prima gli insegniamo l’educazione sessuale, prima faranno sesso. Come se nelle lezioni fossero inclusi anche i… “compiti a casa”!
Cos’altro ci dicono i dati?
I dati però parlano chiaro. E dicono esattamente il contrario di quello che ci si aspetterebbe, visto che tutta questa facilità di accesso al sesso, tramite la Rete e i video, ha prodotto come risultato quello di abbassare l’età media del primo rapporto sessuale. Oggi è a 17 anni!
Se siamo d’accordo sul fatto che la strada consigliata non è quella di vietargli l’accesso al porno (sarebbe impossibile o quasi), allora andrebbero incoraggiati tutti quei passaggi per rendere possibile un intervento a livello nazionale e capillare, iniziando con l’insegnamento dell’Educazione sessuale a scuola. Usando ovviamente uno stile adatto per ogni percorso di studi e per ogni età.
Come hanno risolto la questione nel resto d’Europa?
Altri Paesi europei ci insegnano molto: da 50 anni l’educazione sessuale è insegnata nelle scuole pubbliche tedesche, in quelle svedesi da 60 anni!
Qui in Italia sporadicamente anche la televisione si è fatta in parte carico di questa responsabilità. Va ricordato il programma dedicato all’educazione sessuale, dal titolo LoveLine, andato in onda sul canale televisivo MTV dal 2001 al 2008.
In cerca di strumenti di aiuto?
La Rete, che non è nostra nemica, può fornirci strumenti utili.
Il primo che suggeriamo è il progetto ThePornConversation. Video e risorse che usano uno stile ed un linguaggio adatti a tutti, per aiutare i genitori a trovare le parole giuste per parlare di sesso con i figli.
Il secondo spunto è Sex Education, una serie tv britannica targata Netflix. I teenager qui trovano qualcuno che gli spiega che tutte le loro fantasie e pulsioni, anche quelle più strane, sono assolutamente normali. La serie, creata dall’emergente Laurie Nunn è apprezzabile tanto dal suo target primario (gli adolescenti appunto) come dagli adulti, che vi ritroveranno qualcosa di se stessi e della propria giovinezza.
Nel nostro sito trovate una intera sezione dedicata al tema della sessualità under 35. Un altro modo per prendere confidenza con il tema.
Fonti e approfondimenti:
Dott.ssa Patrizia Pezzella Psicologa, psicoterapeuta, perfezionata in Sessuologia clinica per Redazione VediamociChiara
© riproduzione riservata
…
Take Home Message
È ora di parlare di sesso ai figli! – In Italia non c’è verso di far entrare l’Educazione sessuale come materia scolastica, come invece avviene in altri Paesi europei. In questo modo si lascia un vuoto grande, che inevitabilmente viene fagocitato da un “maestro”, capace di fornire una formazione piuttosto monotona e non veritiera, come quella che viene da Youporn. Ecco qualche strumento utile ad uso dei genitori, i meno propensi all’argomento (solo il 15% affronta il tema con i figli).
Tempo di lettura: 4 minuti