Come convivere con il diabete oggi
Diabete, insulina, glicemia sono termini entrati ormai nel lessico quotidiano quando si parla di salute. Parallelamente alla crescente – e preoccupante – diffusione del diabete tra la popolazione adulta, negli ultimi anni si è assistito ad una migliore e diffusa conoscenza delle cause e conseguenze di questa patologia cronica che, ad oggi, colpisce circa il 4,9% degli italiani (5,2% delle donne e 4,5 % degli uomini), pari a circa 2.960.000 persone.
Chi non conosce l’insulina?
Proprio in virtù di questo curioso “acculturamento” medico, nel linguaggio comune è nota la connessione che esiste tra insulina e diabete: l’insulina è un ormone che regola la presenza di glucosio nel sangue.
Quando si parla di diabete di tipo 1 il pancreas cessa di produrre insulina, o ne produce una quantità insufficiente a causa della distruzione delle cellule beta da parte del sistema immunitario. Nel diabete di tipo 2 (che riguarda il 90% dei casi di diabete e in genere si associa ad un’età avanzata ed uno stile di vita non salutare), invece, si assiste ad una diminuzione della quantità di insulina prodotta (deficit di secrezione di insulina), oppure l’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente (in questi casi si parla di ‘insulino resistenza’).
Il risultato, in entrambi i casi, è un aumento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) ed è per questo che le persone che ne soffrono sono costrette ad assumerla artificialmente.
Insulina sbagliata
È proprio sulle modalità di assunzione che le “conoscenze popolari” portano a convinzioni e pratiche sbagliate, se non addirittura dannose.
Da uno studio condotto dal Dipartimento di endocrinologia dello Skane University Hospital a Malmö in Svezia su circa 13.000 pazienti diabetici seguiti in 483 centri localizzati 42 differenti Paesi è infatti emerso che oltre il 10% dei soggetti non sapeva come iniettarsi correttamente l’insulina e che il 60% non aveva sottoposto il proprio problema al medico di famiglia.
Insulina e diabete – Modificare la tecnica, migliorare la salute
L’aspetto interessante dello studio mette in luce un aspetto fondamentale. Esiste un farmaco, esiste una terapia. Ma l’azione combinata di questi due fattori viene spesso vanificata dalla mancanza di una corretta assunzione.
Nella lotta del diabete, come per altre malattie croniche, il miglior medico per il paziente è spesso il paziente stesso.
Ad esempio la presenza di una lipoipertrofia – l’accumulo di lipidi nelle zone dove si inietta di frequente l’insulina – crea un “cuscinetto di grasso” che inibisce l’assorbimento dell’enzima da parte dell’organismo, pregiudicando l’intera terapia.
Un problema del genere, in realtà si risolve con facilità, cambiando la zona del corpo in cui si effettua l’iniezione.
In questo senso appare chiaro come a volte una corretta comunicazione abbia un impatto determinante sull’efficacia delle cure.
Dott.ssa Luana Longo farmacista per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata
>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo:
- Ministero della Salute – Diabete Mellito di tipo 1
- Ministero della Salute – Diabete Mellito di tipo 2
…
Take Home Message
Assistiamo ad una crescente diffusione del diabete tra la popolazione adulta. Questa patologia cronica oggi, colpisce circa il 4,9% degli italiani. Dobbiamo imparare ad arginarla e, per chi ne soffre già, a conviverci, grazie ad una corretta informazione.
Tempo di lettura: 2 minuti