martedì, 23 Aprile 2024

Per fortuna c’erano i pinoli – Il libro di Margherita de Bac

Per fortuna c'erano i pinoli - Il libro di Margherita de Bac

Per fortuna c’erano i pinoli – Leggi alcuni brani tratti dal libro di Margherita de Bac

Per fortuna c’erano i pinoli – Abbiamo chiesto a Margherita de Bac di poter inserire alcuni brani particolarmente significativi del suo intenso libro, “Per fortuna c’erano i pinoli”.

“Enzo, l’allenatore, era stato in Nazionale. Buona esperienza che però non riusciva a trasmettere agli allievi, perlomeno non a tutti. Tra lui e Domitilla non c’era mai stato feeling. Il maestro possedeva la capacità di dirle le cose sbagliate al momento sbagliato. Una volta se ne uscì fuori con la storia dei due chili di troppo. Non le fu chiaro se scherzasse o dicesse per davvero. Fatto sta che lei si sentì immediatamente cicciona e quando tornò a casa raccontò l’episodio alla mamma annunciandole che si sarebbe messa a dieta stretta.

L’estate prima in effetti aveva davvero esagerato con le caramelle. La sera stessa a cena non toccò cibo. Non le badarono. Più volte si sarebbe chiesta, negli anni successivi, se davvero Enzo fosse stato la causa dei suoi problemi. In cuor suo finì sempre per perdonarlo. Non aveva colpe Enzo, le aveva semplicemente fornito un alibi per scatenare il disagio che aveva dentro. La frase di un’amica avrebbe potuto sortire un effetto identico. “Puoi rendere di più”, altre parole che non sopportava, ripetute spesso dagli insegnanti. La facevano sentire inadeguata e insicura. Loro pensavano di spronarla e invece ottenevano il risultato opposto. Fingeva che non gliene importasse nulla. Macché. Ci soffriva da matti. La stessa sofferenza che provava quando il padre, stigmatizzando un brutto voto, applicava la regola del “NON BASTA MAI”.
Il maestro con la storia dei due chili da perdere le aveva fatto intendere che non era perfetta”

LETTERA DI MANUELA A DOMITILLA

Vattene, spero di non rivederti mai qui in questo posto, mia cara Domitilla. Spero di non rivedere più i tuoi saltelli ossessivi. Significherà che sei guarita. Se non ci fossi stata tu, il mio soggiorno in questo covo di pazzi sarebbe stato insostenibile. La tua energia, in certi momenti eccessiva, la tua convinzione e allegria, la tua voglia di uscire di qui a testa alta mi sono state di grande aiuto. Hanno riacceso le speranze che con gli anni si erano spente. Sei gagliarda, davvero. Goditi la tua adolescenza consapevole del fatto che in te c’è già una donna pronta a sbocciare.”

Era tardi quando lasciarono il palazzetto. A quell’ora pochi ristoranti aperti. Furono tutti d’accordo nel terminare la serata in pizzeria. Scelsero un locale non molto accogliente, luci giallastre, tovaglie a quadretti, camerieri raccogliticci. Però si facevano perdonare con la bontà e la qualità degli ingredienti. Domitilla si preoccupò di come avrebbe potuto sviare l’attenzione del suo piatto. Ordinò una mozzarella in carrozza, e ne mangiò metà con la scusa che a quell’ora le si chiudeva lo stomaco. Però non fu colta da ansie terribili.”

“Mio padre vale poco mentre mamma è una donna straordinaria come nessun’altra in circolazione. Mi chiedo se questo non sia un alibi”.
“In che senso?”
“Per restare da solo e non caricarmi di responsabilità”.
“Anche io detesto le responsabilità. Invece dovremmo cominciare ad assumerle”.
“Credi sia inutile?”
“Si, perché ti fanno sentire vivo. Senza responsabilità non esistiamo e non possiamo stimarci”.
“Non ci avevo mai pensato. Non bastano quelle del lavoro?”
“Parlo di impegni nei confronti di altre persone. Sì insomma, responsabilità affettive. Tipo provare sentimenti ed esprimerli. Comunicare ciò che sentiamo è una prova di coraggio”.

“E dell’anello meraviglioso al dito che portavi l’altra sera, ne vogliamo parlare?”
“Non è un regalo di Marco! Non siamo ancora a questo punto!”
“Lo immaginavo. E allora?”
“Allora, allora… quante domande tutte insieme. Te lo racconterò magari in un secondo diario. Adesso devo proprio scappare”.
Si salutarono con l’occhiolino. Domitilla sentì una felicità immensa. Si guardò l’anulare e pensò alla bisnonna, Estella, che non aveva mai conosciuto e che però era stata così presente attraverso i racconti di nonna Stellina. Le immaginò sorridenti che la guardavano dall’alto e si congratulavano fra loro per aver azzeccato la scelta. Le sembrò di ascoltare le loro voci: “Sì, quel gioiello è andato alla nipote giusta e le porterà fortuna”.

 

Margherita de Bac



Take Home Message:
Alcuni estratti dal libro di Margherita de Bac “Per fortuna c’erano i pinoli”.

Tempo di lettura: 3 minuti

Ultimo aggiornamento: 06 maggio 2023

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