Felicità: Felicitas, Bonheur, Gluck, Happiness, Felicidad, Stestì, Kebahagiaan, Hindi…
Cambia il nome, ma non il concetto; oggi in tutti i paesi del mondo si festeggia la Giornata Internazionale della Felicità.
Ce ne parla la nostra amica psicologa la dott.ssa Patrizia Pezzella
…..”ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità” (Epicuro, 324 a.C.).
La Giornata Internazionale della Felicità è stata istituita nel 2012 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite
Consapevole che la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità, l’ONU invita tutti gli stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, e altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile, incluse le organizzazioni non governative e i singoli individui, a celebrare la ricorrenza della Giornata Internazionale della Felicità in maniera appropriata” (ONU, 28 Giugno 2012).
Ma cosa significa essere felici, ricercare la felicità?
Percorrendo molto brevemente le teorie psicologiche esposte dai massimi rappresentanti, a cominciare dal fondatore della psicoanalisi Sigmund Freud, la felicità è rappresentata dalla libertà individuale di procurarsi il piacere.
Nel testo “Il disagio della civiltà” Freud ritiene in modo pessimistico che la vita sociale con l’imposizione del Super-Io (= senso del dovere) sull’Es (=piacere) sacrifica il piacere dell’uomo votandolo ad un certo grado di infelicità.
Carl Gustav Jung
Dapprima allievo di Freud e successivamente in grande contrasto con il suo maestro, supera la controversia tra la dimensione pulsionale dell’uomo e la sua necessità di animale sociale rispettoso delle regole. Per Jung la felicità è un processo che coincide con l’”individuazione”. Ovvero con la consapevolezza che ogni gesto, ogni sofferenza, ogni lotta per l’uomo sono momenti fondamentali al fine del suo percorso conoscitivo.
La ricerca della felicità per Jung non si realizza attraverso un raggiungimento di un traguardo esterno. Ma piuttosto egli ci invita a cercare la felicità dentro di noi. Questo attraverso una maggiore consapevolezza di noi stessi, dedicando più tempo e energie per conoscerci, a prenderci cura di noi stessi e di ciò e di coloro che più conta nella vita.
Jung elenca 5 fattori che determinano la felicità interiore dell’uomo:
- Primo: una buona salute fisica e mentale
- Secondo: soddisfacenti relazioni interpersonali (famiglia, partner, amicizie)
- Terzo: capacità di apprezzare la bellezza della natura e nell’arte
- Quarto: un lavoro soddisfacente e un livello di vita sufficiente
- Quinto: un approccio religioso o filosofico per meglio affrontare le vicissitudini della vita
Erich Fromm
Tra i neo-freudiani una figura importante è Erich Fromm, il quale a proposito della strada da seguire per raggiungere la felicità ritiene che essa è legata al vero amore. Fromm usa la parola amore per descrivere un atteggiamento generale piuttosto che riferirsi ad una emozione diretta ad una specifica persona. Il suo pensiero è rivolto ad una “psicologia positiva”. E una delle rare strade che conduce a essere felici passa attraverso il superamento dell’uomo di “trascendere il groviglio del proprio egocentrismo” e di seguire il desiderio umano di “entrare in relazione“ con gli altri individui.
Secondo Fromm solo con la riscoperta dell’amore e dei valori si può costruire un mondo migliore. Un mondo dove regna la collaborazione e la solidarietà. E dove l’uomo può raggiungere un alto livello di felicità. Egli sottolinea che l’amore può essere raggiunto attraverso un impegno costante , con concentrazione e pazienza, tutti fattori che subiscono l’ostracismo dei ritmi della vita moderna. L’infelicità è frutto della società capitalistica che porta ad una “finta felicità” dettata dal consumo e dalla routine. Fromm riporta che “La felicità dell’uomo moderno consiste nell’emozione di guardare vetrine di negozi, di acquistare tutto ciò che può permettersi, sia in contanti che a rate”.
Le più recenti ricerche riportano che essere felici ha notevoli effetti benefici sulla salute fisica
Questo perché migliora il funzionamento del sistema immunitario proteggendoci dalle malattie. Le persone più felici sono più costanti nell’esecuzione di compiti difficili, più attente a perseverare nel raggiungimento del risultato.
E’ bene non cercare di essere felici in assoluto e secondo gli scritti di Marco Aurelio, filosofo e imperatore romano:
“bastano poche cose per essere felici. Non aspettarsi mai nulla e a nulla mai sfuggire, tutto accettando e facendo in armonia con la natura. E avere la forza e il coraggio di essere quello che si è. Se segui queste semplici regole, nessuno potrà impedirti di essere felice e aggiunge “la felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri”.
Dott.ssa Patrizia Pezzella Psicologa, psicoterapeuta, perfezionata in Sessuologia clinica per Redazione VediamociChiara ©️ riproduzione riservata
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>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo
- Diener, E. “Very happy people” , in Psychological Science n. 13, pp 81-84, 2012
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Take Home Message
In sintesi la felicità è sinonimo di bene dell’essere e per tale ragione non va cercata all’esterno di noi stessi. Ma nelle esperienze della nostra vita e nella consapevolezza di essere ciò che siamo. La felicità è quindi una esperienza alla quale tutti possono accedere perché è dentro ognuno di noi e può affiorare attraverso pensieri “POSITIVI”. Viceversa la nostra infelicità si manifesta quando pensiamo che la felicità non sia qui e dal pensare che la sorgente della felicità sia al di fuori di noi stessi.
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