sabato, 27 Luglio 2024
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Il cuore, tanto per ricominciare

 

Il cuore, tanto per ricominciare

Cominciare nuovamente, tutto daccapo, ancora una volta.

Buonanotte, a domani. Ti serve un passaggio. Grazie, faccio due passi a piedi. Sei sicura. In verità, non lo so, ma faccio comunque di sì con la testa.

Mi accendo una sigaretta, l’ultima la lascio per il dopo caffè di domani mattina. Mi fanno male i piedi e le braccia.

Lavoro pesante. Fino a notte fonda. In giro, impieghi migliori, non ce ne sono. Perciò stringo i denti, come ho fatto per tutta la vita, d’altronde.

Sgobbare come una mula. Contare gli spiccioli per arrivare a fine mese, risparmiare ogni centesimo rinunciando persino ad essere donna, per necessità.

Niente vestiti nuovi, niente parrucchiere, niente trucco. Niente amore. La puzza di varechina sulle mani. I capelli sempre legati e i pantaloni jeans.

A quest’ora le strade sono quasi deserte. Guardo comunque prima di attraversare. Non ho la forza di camminare veloce. Domani accetto il passaggio, se me lo offre di nuovo. Oppure solo quando piove e fa freddo.

Ma se lo rifiuto sempre poi non me lo offre più. Poco male, camminerò sotto i cornicioni. Devo ricordarmi di mettere l’ombrello piccolo nello zaino, non si sa mai.

Capelli lunghi, fini, lisci. Sono io trent’anni fa. Il ragazzo le cinge le spalle. Camminano di fronte a me e parlano di quanto siano liberi, di quanto siano belli i loro vent’anni, di quanto sia presto per preoccuparsi del futuro e che la vita può trasformarsi in tutto quello che vogliono che sia.

Fanno progetti, inseguono sogni, hanno tutto ben stretto nelle mani, come le redini che guidano i loro cavalli.

Girano l’angolo e non li vedo più, inghiottiti dalla luce accecante della vetrina di un negozio di vestiti. Manichini pallidi. Tutti in fila.

Cominciare nuovamente, a cinquant’anni. Un nuovo lavoro, peggiore del precedente, che già era peggiore di quello ancora prima.

Chissà come sarebbe andare a lavorare, domani, con quel vestito rosso.

Mi viene in mente una serie televisiva in cui i protagonisti erano dei manichini. Una famiglia di felici manichini. Guardavo le loro avventure e ridevo come una matta, da sola.

È difficile non diventare un manichino, anche se si indossa un bel vestito rosso. Perché la cosa più difficile è non farsi sfuggire le redini dalle mani.

Altrimenti si ricomincia sempre daccapo. Altri conti da far tornare a fine mese, altri sacrifici. Centesimi da risparmiare per convincersi che tutto sia valso almeno a qualcosa.

In fondo non è lontanissimo da casa. Una passeggiata. Però che mal di piedi. Piano piano mi abituerò, succede sempre così.

E allora, sei sicura di non aver bisogno di un passaggio. Rido. Ha fatto tutto il giro per ritrovarmi. In realtà sono quasi arrivata. Ma se non accetto poi lui un passaggio non me lo offre più.

 

Milena Martin per Redazione VediamociChiara
© riproduzione riservata

Foto da Pexels

Ultimo aggiornamento: 09 aprile 2024

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