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La ginecologa risponde – Domande e risposte a cura della dott.ssa Sabrina Nervi

La ginecologa risponde - Domande e risposte a cura della dott.ssa Sabrina Nervi

La dott.ssa Sabrina Nervi, ginecologa, risponde alle vostre domande

Domande e risposte sui disturbi genitourinari (tra cui secchezza vaginale e cistite) in menopausa con la dott.ssa Sabrina Nervi, ginecologa

Domande e risposte – Quali rimedi per la secchezza vaginale?

Prima di rispondere è necessaria una premessa. Conoscendo il problema tale evento non è riservato solo al momento della carenza estrogenica del post-menopausa, visto che di tale condizione possono soffrire anche le giovani donne che utilizzano le pillole di basso dosaggio, le donne nel passaggio tra l’età fertile e la post-menopausa (climaterio) e le donne che stanno allattando.

Tutte queste condizioni sono da riferirsi ad una alterazione ormonale che si riflette sulle nostre mucose, vaginale e non solo. Sono infatti coinvolti anche la bocca, il naso e gli occhi. Mentre ci possono essere anche eventi ambientali che condizionano la situazione urogenitale. Come i cambi di stagione (caldo-freddo e viceversa). Soggiorni lontani da noi con condizioni ambientali completamente differenti (qui è inverno, la è estate). Tutto questo porta il nostro sistema “corpo” ad uno stress d’adattamento non indifferente. Lo stress stesso, che comporta un aumento dei radicali liberi, acidifica il nostro metabolismo che drena dalle nostre mucose, seccandole.

Ultimo, ma non ultimo, anche condizioni sub-infiammatorie urogenitali. Che vuol dire che ci possono essere dei momenti transitori o che tendono a diventare cronici, di infiammazione locale (non quindi una infezione, che invece prevede sempre la presenza di un agente infettante, come batteri e funghi). Questi irritano, infiammano, congestionano e seccano tutto l’esterno e l’interno dei nostri genitali o la zona del perineo.

Come vedete le condizioni posso o essere molteplici e non sempre legate agli ormoni.

Quindi non è detto che si debba sempre spalmare la crema estrogenica sui genitali per risolvere il problema.

Domande e risposte – Quali prodotti usare?

L’attenzione che noi donne abbiamo iniziato a porre nella ricerca di prodotti con meno conservanti, parabeni o coloranti o il “naturale a tutti i costi” per ciò che riguarda i prodotti ginecologici, è certamente saggia e svela una maggior consapevolezza. In questo modo tuteliamo anche il resto della famiglia.

Ma attenzione! Non confondiamo la “naturalità” con delle forzature commerciali. Non limitatevi alla presenza di questa o di quella pianta nei prodotti per l’igiene intima. Spesso queste sono presenti solo in piccole quantità o addirittura sotto forma di aromi sintetici. Prestate attenzione oltre alla quantità, anche alla presenza di diciture come “Tintura madre” e la relativa percentuale. La qualità e la trasparenza sono un nostro diritto!

Ma la conoscenza dell’attività dei principi attivi fitoterapici non può limitarsi a questo aspetto soltanto. Ad esempio, l’olio essenziale di melaleuca alternifolia (così come tanti altri oli essenziali dalle proprietà antisettiche, come la lavanda, il timo, il cajeput o il garofano), non deve essere mai usato puro e neanche poco diluito sulle parti intime. In questo modo provocherebbe danni, anche irreversibili. Ricordiamoci di diluirlo sempre!

Per la secchezza vaginale dobbiamo usare prodotti certificati, naturali e sani, che hanno dei benefici certamente più pertinenti di altri, che invece si limitano ad essere solo lubrificanti e funzionano benissimo solo nel momento del rapporto sessuale. Questi però non hanno nulla a che vedere con i prodotti idratanti, che invece sono i prodotti che dobbiamo usare.

In ogni caso è sempre bene rivolgersi al nostro medico, che saprà indicarci i prodotti, o i trattamenti, o i nutraceutici, o i farmaci più adatti alle nostre esigenze.

Domande e risposte – Dopo brevi episodi di cistite da climaterio, nella post-menopausa questi eventi si fanno prima più intensi e poi sintomatici, con la comparsa talvolta di emorragie. Perché? Cosa cambia?

Innanzi tutto cambiamo noi. Le principali cattive abitudini sono queste:

– Smettiamo di allenare il senso della sete e di conseguenza beviamo molto poco rispetto a quello che il nostro corpo richiede (Fabbisogno idrico giornaliero). L’acqua è fondamentale per gli scambi fisici, l’eliminazione delle tossine, l’idratazione dei tessuti, etc. Alle volte a causa dei nostri “impegni improrogabili” succede che di troviamo a trattenere le urine, decisamente per troppo tempo. Quando invece è necessario svuotare la vescica ogni 2-3 ore.

Le vie dell’acqua (reni, vescica ed ureteri) sono ricoperte da mucosa, tessuto soffice e molto idratato, che si può disidratare anche per la carenza estrogenica del post menopausa. Esso stesso è rivestito da un velo di “gel protettivo” auto prodotto, che si chiama glicososaminoglicani sostanze oleose in grado di proteggere dalle aggressioni batteriche le pareti stesse.

Questo strato viene meno nella sua produzione e “scopre” piccole zone dove i batteri si insinuano, attaccano e producono microcolonie sotto forma di gel, che fanno permanere i”brutti e cattivi” ma pur sempre autoctoni esseri. In queste condizioni si manifestano i tipici sintomi, come il bruciore, la sensazione di vescica gonfia (tenesmo vescicale), dolore e fitte quando tratteniamo le urine, etc. Questo è il motivo per il quale ricorriamo a svuotamenti ripetuti delle urine.

Questa condizione crea piccoli focolai infettivi che tendono ad espandersi e a prendere possesso della maggior parte della superficie disponibile. Qualche volta piccoli capillari della superficie mucosa possono lasciar passare piccole gocce di sangue. In caso non ci facciamo prendere dal panico. Questa non è una condizione di peggioramento dei sintomi, ma solo una infiammazione acutissima. In altre parole è solo una cistite!

Domande e risposte – L’acqua può davvero curare o dobbiamo aggiungere altro?

Certamente bere molta acqua, nel rispetto dl nostro Fabbisogno idrico giornaliero, è il rimedio immediato. Ma se in casa non avete niente altro, all’acqua si può aggiungere anche del bicarbonato. E anche dell’ Uva ursina, che proprio in queste condizioni si rivela di grande aiuto, grazie alla sua azione antibiotica ed antinfiammatoria (come del resto anche l’Orthosiphon, una pianta medicinale) che placa subito i sintomi nel giro di qualche ora.

Il mio suggerimento è quello di bere almeno  2 litri di acqua al giorno. Entro 4 ore le urine tornano “chiare”. Dettaglio che denota una perfetta idratazione del nostro organismo.

Non usare subito prodotti naturali come il “mirtillo rosso americano”. Da non confondere con il mirtillo blu che conosciamo noi europei. Con il quale invece non c’è nessun legame di parentela. Questo perché il principio attivo della pianta lavora con ambiente acido (come lui tanti altri principi fitoterapici: Pilosella ed Echinacea) e sfido chiunque a bere qualcosa di acido con i sintomi di bruciore. Solo in seconda battuta lo si utilizza per sfruttarlo come antibiotico naturale.

Si possono usare anche prodotti specifici, con al loro interno principi attivi validi, come Uva ursina e Orthosiphon, capaci di svolgere un’azione antibatterica e favorire la diuresi. Ma anche il Cranberry e la Pilosella, per un’azione antinfiammatoria naturale e per la prevenzione delle cistiti ricorrenti. Così come l’ Echinacea e la Vitamina C, che invece stimolano il sistema immunitario.

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Domande e risposte sui disturbi genitourinari in menopausa (tra cui secchezza vaginale e cistite) con la dott.ssa Sabrina Nervi, ginecologa.

Tempo di lettura: 4 minuti

Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2024

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2 Responses

  1. Volevo approfittare e ringraziare la dott.ssa Nervi. Ero presente all’evento di Milano ed ho apprezzato molto la professionalità di tutti!!!! Spero ci sia una prossima edizione…. Ancora troppo pochi gli eventi dedicati a questo tema così delicato!!!! Ancora grazie a tutti per la meravigliosa giornata!!!!!!

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